Tornato a casa, una volta conclusi i festeggiamenti era, ancora una volta, quasi tutto da rifare. Di positivo c'era che avevo racimolato il necessario per sanare il mio scoperto in banca. E, mi restava ancora la speranza nell'aiuto di Max.
Ci eravamo incontrati alla fine di Agosto dello scorso anno e avevamo pranzato e cenato assieme più volte, in compagnia di molti altri amici che facevano a gara per poterlo rincontrare dopo diversi anni di assenza. Ci era stato impossibile parlare seriamente della reale possibilità, tempi e modalità per il mio trasferimento in Sud Africa. Lo avevamo fatto poi, l'ultimo giorno della sua vacanza, riuscendo finalmente a parlare un'oretta, in un torrido pomeriggio, sulla sdraio di un bar in riva al mare. Mi disse che dovevo avere un po' di pazienza. L'opera in progetto stava per partire ed avrebbe dovuto trovare il giusto collocamento per me. Durante il periodo trascorso da allora, almeno una volta al mese mi facevo sentire più che altro per confermare il mio interesse alla cosa.
Durante quel periodo, poi, c'era stata la parentesi di Bell ed avevo benedetto quel ritardo grazie al quale mi ero trovato in quella nuova positiva avventura. Finché era rimasta positiva. Ovvio che, durante quei giorni passati sull'albero e, soprattutto, durante la pazza fuga in moto, avevo maledetto il ritardo stesso. Ma questa è una costante di noi esseri umani. Ci è difficile accettare che le cose seguono il loro corso e che, per una piccola insignificante variazione, a volte tutto il seguito cambia. E, che nel cambiamento sono comprese negatività e positività, tutto è consequenziale.
Poco tempo dopo il matrimonio di Bell ed Helen, tornato in Italia, non avendo ricevuto ancora notizie rassicuranti sulla effettiva possibilità di trasferimento in Africa, mi spostai, ancora una volta alla ricerca della qualunque. Dal chioschetto di grattachecche al progetto del nuovo airport di Osaka. Questa volta ci arrivai, sulla costiera romagnola. Rimini e provincia furono la mia meta. Passai li una settimana, coprendo almeno un paio di centinaia di chilometri con la bici a disposizione dall'hotel dove alloggiavo. Visitai centodieci tra gli studi di architettura più noti ed una quindicina tra le imprese di costruzioni più grosse. La risposta che ottenni fu ripetitiva e monotona. D'altronde, potevo vedere con i miei occhi lo stato dei cantieri. Tutto era fermo. Le costruzioni, ad ogni stadio di sviluppo, erano bloccate già da parecchi mesi. L'economia era completamente ferma, le banche non concedevano più mutui, le case non si vendevano. Di positivo mi arrivò, però, una telefonata di Roberto che mi informava dell'arrivo di Max, a Bologna, prevista proprio per la mattina del giorno dopo. L'indomani, mi alzai di buon'ora, sbrigai le mie cose e presi il treno che alle 9.30 mi lasciò nella stazione di Bologna. Iniziai a telefonare al fisso della sua casa, a San Lazzaro, unico suo recapito certo in Italia. Riprovai ad intervalli regolari fino a quando, verso mezzogiorno, mi rispose che era appena arrivato. Fissammo un appuntamento per il pomeriggio in una piazzetta laterale a via dell'Indipendenza. Passammo assieme un'oretta, durante la quale telefonò al responsabile delle assunzioni della CMR di Romagna e fissò, per me, un appuntamento per il Mercoledì della settimana successiva. Era Giovedì grasso. Quella sera partii per tornare a casa per Pasqua ed il Martedì seguente ripartii per Ravenna. Dopo il colloquio e la contrattazione con dott. Pasini, me ne tornai a casa con la bozza del contratto che, intanto, mi aveva spedito via e-mail la signora Tenaglia.
Di ritorno mi fermai a Roma dal mio caro amico Francesco, avvocato, con cui avevo tentato di aprire una attività nella città in cui vivevo, che avrebbe avuto come sede un grande locale a piano strada, di proprietà di sua mamma.
Fu la prima persona che analizzo la bozza del contratto e mi diede degli utili consigli in proposito.
Passammo tre giorni tranquilli e rilassanti come sempre capitava nelle poche occasioni che avevamo di stare assieme. Ci salutammo poi con allegria per l'opportunità che avremmo avuto di rivederci, da li a poco, in occasione del mio prossimo viaggio a Ravenna.
Durante i tre mesi successivi, sistemai tutte le pendenze che avevo e, presto, arrivò la fatidica data in cui, con molta, pilotata incoscienza, partii per la nuova avventura nel continente nero.
STAI LEGGENDO
105 - La Roulette Russa di una Vita
AdventureStorie di una vita vissuta intensamente, alla ricerca continua di emozioni forti. A volte in affanno, lottando per lo stretto necessario a vivere, altre volte godendo di tutte le comodità ed i lussi che la vità odierna può regalare. Viaggi in lande...