Prima che sorgesse il sole, riuscimmo a vedere, in fondo alla valle verso cui ci stavamo dirigendo, delle luci che ci indicavano la presenza di un piccolo borgo. Io ero completamente disorientato, Bell non del tutto. – Ci troviamo sicuramente sul versante francese. Disse con una certa sicurezza ed aggiunse: - Probabilmente quello è il paesino di Rochejean. Se tutto quello che abbiamo passato negli ultimi giorni non ha intaccato irrimediabilmente la mia memoria ed il mio senso dell'orientamento. Aggiunse.
Quando arrivammo capimmo che si era sbagliato di poco, in realta' ripartiva la nostra vita da Les Villedieu. Si era allontanato di appena quattro chilometri in linea d'aria. Avevamo ancora una paura matta di essere beccati dai nemici e per questo dovemmo mantenere mille precauzioni nel muoverci. Specie perche' ci trovavamo in un piccolissimo centro poco distante dal luogo in cui avevamo sfiorato la battaglia. Riprendevamo a vivere o c'era ancora da temere? C'era da muoversi con molta cautela, in realta'. Quei signori avevano sicuramente informatori sguinzagliati per il territorio circostante il luogo di fuga. Noi eravamo molto individuabili in un piccolo paesino. Eravamo in piu' vestiti con quella mimetica che conoscevano bene i nostri nemici ed in piu' io, non parlavo un francese proprio corretto da potermi confondere tra la popolazione. Dovevamo trovare immediatamente dei vestiti ed il modo di raggiungere inosservati una grande citta'.
Ci avvicinammo ad una delle prime case che trovammo sul nostro cammino e, come visto e rivisto in diverse pellicole, ci premurammo di rubare dei vestiti appesi ad asciugare. Ma, non tutto va sempre liscio come nei film. La roba stesa, per la maggior parte femminile, era non solo bagnata quanto gelata. Era stata appesa probabilmente di sera ed aveva passato la notte al freddo intenso che c'era in quel periodo a quella latitudine ed altitudine. Passammo alla casa successiva, niente. Diventava sempre piu' difficile muoversi di nascosto e, vestiti in quel modo, era impossibile passare inosservati. Un contadino, con la corporatura simile alla nostra, stava operando nel campo davanti casa. Bell si avvicino' e gli chiese se aveva dei vestiti vecchi da offrire a persone che erano rimaste senza casa per colpa di una frana avvenuta dall'altra parte del versante. Ci fingemmo dei volontari venuti a soccorerli. Mi sembrava un'ottima idea, ma lui ci guardo' con troppo sospetto da far intendere a Bell che era stato messo in guardia su tipi la cui descrizione corrispondeva a noi.
Disse che andava a cercare qualcosa e si diresse in casa. Lo seguimmo a distanza e lo trovammo con la cornetta del telefono in mano ed un pezzo di carta in cui c'era scritto un numero di telefono cellulare. Bell gli si avvicino' in silenzio e, prima che riuscisse a dare alcun tipo di allarme, lo immobilizzo'. Lo imbavagliammo e lo legammo ad una sedia. Aprimmo l'armadio che c'era in camera da letto e ci cambiammo d'abito. Tirammo fuori le due mazzette di cento banconote da duecento euro che Bell aveva provveduto a far cucire nel risvolto di ognuno dei nostri giacconi e buttammo nel fuoco acceso tutti i nostri indumenti. Alimentammo il fuoco con combustibile liquido in modo che tutto bruciasse velocemente, poi Bell prese una delle mazzette da ventimila euro, la poso' sullo scrittoio che stava davanti gli occhi del contadino e gli disse: - Ascoltami bene, queste sono ventimila euro e le lasciamo a te per il disturbo. Ovvio che in quello e' compreso il prestito della tua macchina ed il tuo silenzio. Non so chi sia venuto qui' e cosa ti abbia raccontato per metterti in guardia da noi due. Non mi interessa. Non vogliamo assolutamente farti del male ma e' indispensabile lasciarti legato ed imbavagliato fino a che non saremo al sicuro. Scrivimi il numero di telefono di un tuo vicino, amico o parente, in modo tale che noi lo chiameremo tra qualche ora e lo avviseremo di venirti a liberare. In seguito farai la denuncia dell'auto e la polizia te la ritrovera' in poco tempo, la lasceremo in divieto di sosta.
Lui sembro' tranquillo ed abbastanza contento del malloppo. Prendemmo le chiavi dell'auto, lo salutammo e lui, per quanto fosse immobilizzato, ci fece un gran sorriso che, se fosse stata scoperta la bocca, si sarebbero potuti contare tutti i dieci denti che al massimo conteneva.
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105 - La Roulette Russa di una Vita
PrzygodoweStorie di una vita vissuta intensamente, alla ricerca continua di emozioni forti. A volte in affanno, lottando per lo stretto necessario a vivere, altre volte godendo di tutte le comodità ed i lussi che la vità odierna può regalare. Viaggi in lande...