Quando Vale tornò per rimanere con noi una decina di giorni, avevo preparato il modello in scala della sua abitazione, della sottostante ala magica e della maggior parte delle piccole, si fa per dire, abitazioni satellite alla main house. Le approvò così com'erano riservandosi la valutazione di quelli che sarebbero stati i materiali di finitura una volta che sarebbe stata ultimata la struttura. Iniziai perciò a preparare tutta la burocrazia necessaria per il permesso ad edificare. Con l'avvallo di Valentino chiamai un geometra che era molto inserito in entrambe le amministrazioni comunali su cui ricadeva il lotto. Conosceva personalmente quasi tutti i componenti delle due giunte e quindi la via migliore per ridurre al minimo i tempi di attesa evitando di incorrere in cavilli burocratici. Rimase a visionare tutta la documentazione, mi richiese piccole modifiche di impostazione, aggiunse qualche modulo e mi lasciò il tutto da firmare e timbrare. Appose infine anche il timbro del suo studio, che figurava in qualità di collaboratore alla progettazione e portò via il tutto. Ventidue giorni dopo venne a trovarmi con in mano i permessi. Compilammo assieme le dichiarazioni di inizio attività, chiamai un amico di Vale che avrebbe dovuto provvedere al movimento terra e la mattina seguente c'erano tre Dozer, due escavatori e quattro dumper che si davano da fare seguendo le mie indicazioni.
Mentre completavano lo sbancamento per l'impostazione delle fondamenta degli edifici per cui avevamo permesso, presi accordi con una impresa di carpentieri che avrebbe provveduto a realizzare la struttura in calcestruzzo armato. Tutto il terreno movimentato lo feci ammucchiare in un posto avendo già chiare idee di come utilizzarlo. In pochi giorni erano stati movimentati dodicimila metri cubi di terra. Iniziarono poi i carpentieri con l'erezione della struttura della residenza e subito dopo, con un notevole incremento di personale, diedero avvio anche alle abitazioni satellite. In un mese e mezzo i carpentieri avevano completato lavoro corrispondente al primo appalto e, avendone constatato qualità delle opere e velocità di esecuzione, diedi anche a loro l'incarico per proseguire con la tamponatura ed in seguito, tramezzatura ed intonaci, esterni ed interni. Intanto si era avviata la macchina e tutto funzionò alla perfezione con un'alternarsi di artigiani che si davano il cambio nei vari edifici per realizzare la parte idraulica, quella elettrica, le termica e poi intonaco e via dicendo fin quando tutto fu completato nel tempo record, per la grande mole di lavoro che imponeva la mia ricerata cura di importanti dettagli quali coibentazione termica ed acustica di ogni singolo ambiente, sfalsamento di quota per i diversi usi a cui essi potevano essere destinati, fori per le finestrature opportunamenti studiati per ogni differente ambiente e tanto altro ancora che mi valse il soprannome, tra tutti coloro che parteciparono a quella prima tranche di lavori, de: "Il Chirurgo del Dottore".
Centonovantaquattro giorni dopo l'arrivo dei primi mezzi per il movimento terra, mancavano, per completare le opere iniziali, solo la pavimentazione, i rivestimenti interni, i sanitari, i corpi illuminanti e l'arredo. Tutto il resto era finito.
Valentino, che aveva seguito lo sviluppo delle costruzioni facendo almeno tre giorni di presenza al mese, era entusiasta della riuscita dell'opera, solo a vederla così, allo stato grezzo. Yovia, nelle ultime settimane, gli aveva preparato un campionario di materiali di rifinitura che era un concentrato del meglio che si potesse trovare in commercio. Non è che ne avessi previsti tanti di materiali, la maggior parte delle rifiniture sarebbe dovuta essere a malta cementizia colorata intervallata con vetro, legno di molteplici essenze usate in modo magistrale a seconda della destinazione d'uso, metallo, specchi. La malta di cemento, resa opportunamente versatile a seconda delle varie esigenze, con l'opportuna aggiunta di additivi mirati. Il legno sarebbe stato lavorato giusto lo stretto necessario per adattarlo alle esigenze, lasciato se possibile al naturale o al massimo protetto con cere neutre e naturali. Allo scopo di impreziosire e decorare i vari ambienti, era previsto l'uso mirato ed in quantità limitata di fine mosaico che si sarebbe dovuto incastonare appunto nella malta cementizia con colore a contrasto o tinta su tinta o ancora con solo diversa gradazione della stessa base di colore. Così facendo, si sarebbe risparmiato non poco, se si considera la vasta superficie da rifinire, anche se, lo scopo fondamentale non era proprio quello. La mia idea di base era quella di colpire il fruitore occasionale e di gratificare senza mai stancare chi di quegli ambienti ne avrebbe fatto la sua residenza. Il risultato è ancora piu' efficace se si ottiene con materiali poveri, reperibili facilmente in natura ma usati in maniera magistrale.
Passarono altri centocinque giorni e gli ambienti erano pronti per essere abitati. L'impianto di riscaldamento a pavimento dava all'interno quel tepore naturale perché proveniente direttamente dal riscaldamento della massa. Per l'estate, dei ventilatori a pale, generalmente fissati a soffitto, provvedevano a far circolare l'aria negli ambienti in cui il mirato isolamento termico delle pareti provvedeva a non fare elevare eccessivamente la temperatura, anche durante le giornate più afose. La stratigrafia e gli spessori, seppur non eccessivi, dei muri perimetrali, era mirata a ricreare l'isolamento tipico delle vecchie case in pietra. La cosa che in assoluto si deve curare, nella realizzazione di un edificio che sarà utilizzato per lo stazionamento prolungato di persone, è l'isolamento. Così non si avrà necessità di climatizzare l'ambiente interno con metodi invasivi e nocivi per la salute come quelli, ampiamente diffusi negli ultimi anni, a ventilconvezione o più tradizionali ad irraggiamento con le alte temperature dei radiatori. Un'importante scelta è quella dei materiali da usare per la coibentazione. Assolutamente da evitare quelli di sintesi che vanno per la maggiore negli ultimi anni che sono chiamati comunemente "cappotto" ma che invece hanno tutte le caratteristiche di un impermeabile, non lasciano traspirare l'edificio rendendo malsano l'ambiente interno.
Nelle costruzioni realizzate per prima nel Valentino's Village, l'energia termica quanto quella elettrica necessaria, veniva ricavata direttamente dal sole. Una grande quantità di pannelli solari era stata opportunamente integrata in coperture e facciate.
Eravamo arrivati a metà Febbraio e Valentino mi annunciò che, per la pausa estiva della Moto GP, voleva invitare un po' di gente a divertirsi in quel luogo appositamente ideato e realizzato. Avevo cinque mesi di tempo per eseguire qualcosa di spettacolare e divertente, come mi aveva chiesto Vale. C'era la pista di motocross che era stata intanto affinata e, chiunque ci venisse a girare, anche tra i più bravi partecipanti ai campionati mondiali delle diverse categorie, l'avevano definita degna di un campionato iridato. Una pista polivalente di kart, minimoto e motard era già stata tracciata e realizzata e compattata la stratigrafia di sottofondo. Mancavano lo strato di asfalto di supporto ed il tappetino composto da speciale asfalto misto a resina che sarebbero stati posati nel corso del mese successivo. Tre percorsi di acquascivolo per uno spettacolare parco acquatico erano stati realizzati sull'enorme cumulo di terra proveniente dagli scavi che avevo fatto adeguatamente plasmare. Mancavano gli elementi del canale in materiale plastico che prevedevano, data la presenza di alcuni salti da effettuare con delle apposite tavolette simili a dei piccoli surf, alcuni tratti con apporto di materiale morbido per attutire eventuali cadute. La piscina nella quale i tre differenti percorsi di acquascivolo si sarebbero tuffati era già realizzata nella parte strutturale, mancava il rivestimento ed il completamento della stazione di filtraggio. Era sufficientemente grande da potersi anche divertire in idrojet. Avevo anzi previsto degli appositi tratti con il livello dell'acqua inferiore al metro di altezza, destinati principalmente al loro uso. Vi erano inclusi salti e curve paraboliche e, negli ultimi giorni, stavo mettendo a punto un progetto che prevedeva l'aggiunta di un singolare "Back flip" assistito da uno speciale impianto di pompaggio dell'acqua.
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105 - La Roulette Russa di una Vita
AdventureStorie di una vita vissuta intensamente, alla ricerca continua di emozioni forti. A volte in affanno, lottando per lo stretto necessario a vivere, altre volte godendo di tutte le comodità ed i lussi che la vità odierna può regalare. Viaggi in lande...