13 - Cape Town 04/2011

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A Cape Town era tutto un fermento, alcuni bandi di appalto per la progettazione di opere pubbliche erano state avviate dagli enti locali proprio in quei giorni. Per tre dei quattro progetti piu' grossi, avevo gia' pronto il malloppo burocratico ed una bozza di progetto. Chiamai Christos, amico e collega greco con cui eravamo d'accordo a partecipare come studio associato e lo raggiunsi, mezz'ora dopo il mio arrivo, nel suo studio per discutere in proposito. Lui era molto impegnato in quei giorni per l'avvicinarsi della scadenza per la consegna di un teatro in una cittadina a poco meno di duecento chilometri di distanza da li'. Era poco quello che mancava all'ultimazione dell'opera ma, si sa, fino a quando la consegna non avviene si sta' sempre in tensione. A maggior ragione lui che, essendo un tipo molto apprensivo e con un grande senso di responsabilità, sentiva in modo amplificato la pressione del lavoro. Mi disse che stava pensando di esimersi dal partecipare alla gara per la mancanza di tempo.
Se tutto fosse rimandato di un mese, sarebbe possibile per me, ma se non consegno il "Musical Hall" non riesco a concentrarmi su niente altro.           Mi disse con visibile tensione in volto.
Non ti preoccupare di questo, io mi posso occupare di redigere tutto il necessario per le gare, poi, per le opere che eventualmente riusciremo a prendere, tu porterai allo stato definitivo le mie bozze di progetto sulla base di quelle che saranno le decisioni che via via prenderemo assieme. La cosa importante e' che ti sollevo del problema in questa fase iniziale. Sei d'accordo?        Chiesi.
– D'accordissimo! Mi disse sorridendomi e stringendomi la mano per suggellare l'accordo.

Io, dal canto mio, avevo omesso che avevo tutto pronto. Ma era solo merito mio il fatto di essermi portato avanti con il lavoro in un momento di relativa calma. Non mi sentivo certo di averlo preso in giro, più che altro pregustavo la sua reazione di sorpresa nel momento in cui gli avrei portato gli incartamenti per le firme. Avevo fatto sacrifici prima per avere piu' tempo in un secondo momento. Ed avevo avuto ragione, ora il tempo mi serviva piu' che mai. Se avessi fatto altrimenti, ora avrei dovuto rinunciare a partecipare a quelle importanti gare.

Avevamo deciso di comune accordo che avremmo partecipato solo alle tre piu' importanti gare, tra le quattro che erano appena state aperte. La scadenza per le consegne della documentazione necessaria era fissata per il 31 Marzo la prima e dodici giorni dopo le altre due. Ritornai di corsa allo studio e, visto che la mia famiglia non era ancora al corrente del mio ritorno inatteso, decisi di fermarmi li' fino a che non avrei visionato tutte e tre le pratiche in cui avevo lasciato piccole cose in sospeso. Per due notti consecutive dormii li', lavorando tutto il giorno uscendo solo la mattina per la prima colazione e la sera a cena. Mi mettevo al lavoro verso le sei, alle otto e mezza andavo a fare il breakfast, ritornavo alle nove e mezza e lavoravo fino alle sette di sera quando, affamato come un leone, andavo a mangiare in un ristorantino di fiducia in Long Way che stava a due isolati dal mio studio in Bookamp. Passata qualche ora di stacco, tornavo per dilungarmi a lavorare fino a dopo mezzanotte. Quando, finalmente soddisfato, mi adagiavo sul comodissimo divano letto che in quei giorni rimase sempre aperto, vista la mancanza di Yovia e la mia assenza pubblicamente nota che mi metteva al riparo da visite inattese. Alle cinque del pomeriggio del terzo giorno, avendo completato tutto e gia' sigillato i plichi da consegnare dopo l'avvenuta timbratura da parte mia e di Christos, che non credeva ai suoi occhi per tutto il materiale che avevo prodotto in quel breve lasso di tempo, chiamai Petra che non mi attendeva proprio e, con grande gioia per il mio inatteso arrivo, venne a prendermi nel solo tempo necessario a raggiungermi dalla nostra casa posta a meta' della penisola di Capo di Buona Speranza, tra Llandudno e Hout bay.

Arrivò assieme ai miei adorati bimbi che mi chiesero subito per quanto tempo mi sarei fermato li'. Per meno di una settimana, dissi, ma aggiunsi che saremmo potuti stare assieme per gran parte del tempo.

Quella sera andammo a cena assieme al Mama Africa dove mangiammo una grigliata mista di animali selvatici tra cui, evento eccezionale, il leone.

Tornammo a casa con molta calma, dopo essere passati a prendere un ottimo gelato nella nostra gelateria preferita vicino Camps Bay. La mattina dopo, era Sabato, i bimbi non andarono a scuola e ci trasferimmo nella villa di Bell per il week end. Ebbi cosi' modo di organizzare nel dettaglio tutti i lavori di rifinitura necessari al completamento dell'opera. Domenica sera ripartimmo per casa ed il Lunedi' mattina, alle cinque e mezza mi rimisi in viaggio per Cape Agulhas dove avevo appuntamento con una squadra di operai che avrebbero completato tutto nel giro di un paio di giorni. A mezzogiorno li lasciai li' e ritornai a prendere i bimbi come avevo promesso il giorno prima. Passammo assieme il pomerigio andando per prima cosa a consegnare i plichi per i tre bandi di gara di progettazione. Con mia grande soddisfazione, presi in tutti e tre il primo cronologico di arrivo il che, pur non essendo indicativo ai fini dell'assegnazione, era comunque una positiva nota di avvio. Anche Christos ne fu contento quando glielo comunicai appena uscito da quegli uffici.
– Quando ti metti in testa una cosa tu, mi disse, e difficile credere che non farai di tutto per riuscirci al meglio. Spero solo che non prenderemo tutti e tre i lavori, mi faresti impazzire.
– Non ti preoccupare, lo tranquillizzai, ti prometto che se vinceremo tutte e tre le gare, un progetto lo faro' interamente io e per gli altri due ti daro' una forte mano.
– Non ho dubbi su questo. Anche quando dici che darai carta bianca, poi vuoi per lo meno sovrintendere a tutto. Ormai ti conosco molto bene.

Completammo le ultime cose in casa di Bell, sbrigai qualche altro lavoretto minore, in quei giorni passati nel Western State e poi mi preparai per tornare in Italia almeno due giorni prima che Valentino ripartisse per effettuare ulteriori test della sua velocissima cavalcatura meccanica.


105 - La Roulette Russa di una VitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora