Si o no

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Tutto mi sembrava così pazzesco.
La vita di una persona spenta da un si o un no.
La cosa che mi rincuorava di più era i fatto che sapevo che era
la cosa che mio padre voleva.
Era stato lui stesso a dirmelo.
La sicurezza che non ce l'avrebbe fatta in nessun caso mi assicurava
che non stavo facendo niente di sbagliato.
Purtroppo però questo non risolveva niente.
Non risolveva il fatto che lui non ci sarebbe stato più.
Non risolveva il fatto che mi sarei potuto considerare il giudice della vicenda,
il solo responsabile delle fine della sua vita.
Non avrebbe di certo aiutato mia madre a riprendersi e a non farmi
considerare da lei il suo assassino.
Perché era così che mi sarei sentito nel mio inconscio.
Feci questi pensieri mentre ero sdraiato sul mi letto,
nascondendo il viso tra le mani.
Appena svegliato avevo convinto tutti che stavo bene e avevo parlato
con la signora Potter delle condizioni di mia madre.
"non c'è una soluzione immediata.
Certe cose possono protrarsi per poco tempo come per sempre.
Ma sappi che c'è un ottimo reparto dove ci prenderemo cura di lei
fino a quando non starà meglio.
Tu hai altro da pensare!" aveva tentato di consolarmi e rassicurarmi.
Un si o un no.
Sapere la risposta non mi aiutava minimamente.
Come avrei fatto a ritrovarmi nella figura che avevo già nella testa?
Un'ombra nera che raffigurava la morte, una persona spietata che
uccideva senza pensarci.
Sapevo che era diverso, ma non riuscivo a non vedermi così.
Sentì a mala pena Rose entrare nella stanza.
La sentì di più mentre saliva sul letto accanto a me.
Alzai il viso e guardai Rose sorpreso.
Era inginocchiata di fronte a me, con una vestaglia bianca che
nascondeva il pigiama di sotto.
I suoi occhi mi rapirono, come sempre ma anche più di prima.
C'era qualcosa di differente, qualcosa che mi fece tremare il cuore,
ma in un senso strano.
Non negativo ma neanche positivo.
E incredibilmente ebbi voglia di fare una cosa che non facevo da anni.
Che avrei pensato di aver persino dimenticato come si faceva.
Avevo voglia di piangere.
E mentre gocce calde riempivano i miei occhi facendoli pizzicare
fastidiosamente, Rose si fece spazio tra le mie gambe e mi fece
appoggiare il suo volto sulla sua spalla.
Mi aggrappai a lei come se fosse la mia ancora di salvezza,
mentre cercavo di soffocare quelle lacrime che mi facevano arrabbiare.
La decisione era presa, ma faceva male.

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Era la prima volta che lo vedevo piangere.
Adesso lo strinsi a me mentre veniva scosso dai singhiozzi.
Mi faceva male vederlo così.
Ma sapevo che ne aveva bisogno.
Aveva bisogno di sfogarsi, affrontare tutta quella situazione non era una cosa facile.
Non poteva non sfogarsi.
Il giorno dopo sarebbe stato tutto più difficile.
Ma ora non importava.
Ciò che importava era stare lì con lui, e io gli sarei rimasta vicino sempre e comunque.
Per sempre, così promisi a me stessa.

Si addormentò con la testa appoggiata alla mia spalla, sdraiati sul suo letto.
Sapevo che i miei genitori erano preoccupati.
Anzi, che mio padre era preoccupato.
Mia madre aveva un po' meno paura.
O forse era solo apparenza, non lo sapevo dire con certezza.
Gli accarezzai i capelli.
Dormiva tranquillo, stringendomi con dolcezza ancora a lui.
Non l'avevo mai visto dormire fino alla notte prima.
Era bellissimo.
Uno di quegli angeli che immagini da piccola.
Mi addormentai non so dopo quanto e sognai di essere con Scorpius
su delle nuvole.
Lui aveva delle grandi ali bianche da angelo....

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Non sapevo come avrei fatto a svegliarmi e non sentire più lei accanto a me,
il suo profumo nel mio naso,
il suo calore e la morbidezza del suo corpo.
Forse avrei dovuto riflettere su quel punto.
Ma non ci volli pensare.
Non riuscì a pensarci quando mi resi conto dove ero poggiato.
Aprì gli occhi e vidi a pochi centimetri dal mio viso il suo petto alzarsi ed abbassarsi tranquillo, respirando.
Alzai la testa di scatto, sentendomi bollente in volto.
La vidi aprire gli occhi di scatto, preoccupata, quando mi sentì
sfuggire dalla sua presa.
Si guardò intorno confusa.
Ero riuscita a svegliarla.
-scusami. Non volevo svegliarti!- dissi cercando di tornare
della mia tonalità.
-tutto bene? Cioè.. so che è un domanda stupida, ma... ecco...-
era in difficoltà con le parole.
La guardai sorridendo e interrompendo quei dolci tentennamenti.
-se tu mi sei vicina non posso stare che bene!- gli dissi e la baciai.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora