Raggi di luna

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Tornato a casa mi gettai sul divano. Ero rimasto a casa di Rose con tutti che parlavano della vicenda. Ron e Harry erano arrabbiati perché non erano riusciti a prendere quegli svitati. Ma erano anche decisi a occuparsi subito di questo fatto. Non volevano minimamente che risorgessero i Mangiamorte. Avevano lottato anni per sconfiggerli e adesso non avrebbero permesso il loro ritorno. Avrebbero iniziato con un controllo a tappeto su quelli che erano stati dalla parte del male prima. Se mio padre fosse stato vivo probabilmente sarebbe stato il primo indiziato. Mi coprì il viso con la mano mentre pensavo all'altro mio problema. Un problema che infondo non lo era proprio. Avrei voluto parlarne di più con Rose, ma non avevamo trovato un momento adatto. Chiusi gli occhi e pensando alla possibilità che fosse davvero in cinta. E ripensai allo strano sogno che avevo fatto tanto tempo fa. A me e a Rose circondati da una marea di bambini coi capelli rossi.
Sorrisi ma un rumore mi ridestò dai miei pensieri. Passi sicuri e decisi dietro di me. Mi alzai e mi guardai intorno. Non avevo acceso neanche le luci, la luna quella sera illuminava la stanza in modo che potevo vedere benissimo. Ma la persona che era di fronte a me ora si confondeva con le ombre che governavano le zone dove la luce non arrivava.
-chi è?- chiesi prendendo la bacchetta. L'uomo avanzo fino alla luce e mi trovai davanti Stone che mi guardava con occhi freddi (quindi come al solito by Scorpius) (si, hai ragione by autrice).
-Ti dispiace ospitarmi per stanotte? Ho bisogno di un posto dove.. riposare!- disse freddo e serio.
-io ... come mai sei venuto qui?- chiesi, ora anch'io freddo. Avevo una sensazione strana, come se oggi fosse più pericoloso del solito. In lui vedevo qualcosa di strano, più inquietante di prima e diverso, anche se ancora non sapevo cosa c'era di differente. Forse era solo la luce. Con la lampadina accesa probabilmente l'avrei visto meglio.
-passavo di qua. Ho avuto un impegno di lavoro e mi sono ritrovato da queste parti. Sono arrivato prima qua ma ancora non c'eri. Ti ho appena sentito entrare. Non per intromettermi, ma dove sei stato?- mi domandò. io lo guardai alzando le sopracciglia. Voleva davvero sapere cosa facevo? E perché?
-sono andato da Rose- dissi asciutto. Lui mi guardò e mi sentì come se mi stesse osservando dentro. E capì cosa c'era di differente. Il suo sguardo era sempre stato di ghiaccio. I suoi occhi sempre così bianchi che facevano impressione. Invece ora mi guardava con occhi neri che sembravano nei pozzi senza fondo. Mi sentì quasi cadere in quei buchi neri e ritornai con i piedi per terra solo quando distolse lo sguardo.
-me ne andrò presto domani mattina, non ti disturberò per molto. Però ho bisogno che mi tieni una cosa- si avvicinò a me mi porse una scatola bianca. La presi incerto.
-ti ricordi che ti ho detto che mi dovrai aiutare? Questo è parte dell'aiuto. Dovrai solo tenere in un posto sicuro questa scatola e specialmente il suo contenuto. E non devi mai aprirlo. Altrimenti non so cosa ti potrebbe succedere- e se ne andò. Rimasi a osservare la scatola in silenzio. Entrato nella mia stanza la misi sulla scrivania e poi mi sdraiai sul letto. Non sarei quasi sicuro riuscito a dormire molto. Sia perché non c'era Rose accanto a me, sia perché la presenza inquietante di Stone mi preoccupava molto.

***********

Sognai di volare. Ero sul tetto della mia stanza ad Hogwarts e mi mettevo a volare, staccandomi dalle mattonelle felice e pronta a toccare almeno una stella. Una stella così splendente che potesse illuminare tutta la mia vita passata, presente e futura. Ma non la trovai. Invece mi svegliai nel mio letto troppo piccolo e vuoto con un dolce mal di pancia. Dolce perchè finalmente era successo. Forse era la prima volta che ne ero felice. In genere faceva un male che svegliarmi durante la notte per i dolori non mi rendeva affatto felice. Pensai a Scorpius e mi domandai se lui stesse dormendo. Chissà se potevo andarlo a trovare a quell'ora.

*****

Potemmo dormire quella notte già a casa. Il mio letto però quella notte doveva essere molto scomodo. Quella notte non riuscivo a dormire. E mi ostinavo a non alzarmi dal letto. se mi fossi alzata non mi sarei addormentata sicuro. E intanto la mia mente vagava inarrestabile e incontrollata. Alla fine mi arresi all'evidenza. Dovevo alzarmi. Magari farmi una camomilla mi avrebbe fatto bene. Mi alzai e scesi sotto. C'era mio padre e James che parlavano. Li sentì prima di avvicinarmi alla porta. L'aprì di pochissimo e ascoltai guardando dentro. Vedevo mio fratello di schiena e mio padre in viso, che per fortuna non mi doveva vedere, altrimenti mi avrebbe già chiamata.
-non penserai che...- stava dicendo James. Vidi mio padre tormentarsi il viso con le mani.
-vorrei tanto poterlo sapere. In un certo senso spero davvero che sia stato solo un sogno. Comunque non voglio che ci angosciamo. Dobbiamo solo stare attenti. Non la dobbiamo lasciare sola nemmeno un minuto, va bene?- chiese e James annuì. Di chi stavano parlando? E di cosa?
Rimasi lì in ascolto ma loro non dissero più niente. Dopo un po' si sistemarono un po' e uscirono. Non mi ero neanche accorta che erano vestiti. Entrai nella cucina ormai vuota e mi sedetti su uno sgabello. Qualcosa mi turbava. Ma non capivo cosa. Fatto stà che guardai il tavolo di legno allungo, senza pensare davvero a niente.

****
Stavo sognando. Speravo di sognare, perché se quello non fosse stato un sogno potevo dirmi definitivamente pazzo. Sentivo la scatola tremare. E qualcosa sussurrava da là dentro. Mi voltai a guardarla e la vidi quasi illuminarsi. Lampeggiava ma non di bianco ma di una luce opprimente e scura, quasi nera. Come la facessi a vedere non lo sapevo. Doveva essere per forza un sogno. Del resto la stavo più percependo che vedendo. La guardai un'altra volta e la sentì mentre sembrava che qualcuno dall'interno mi chiamasse.
Una mano calda però mi accarezzò il viso e io saltai su a sedere, svegliandomi.
Era tutto un sogno. E accanto a me c'era Rose.
-stavi facendo un brutto sogno?- mi chiese preoccupata. Io sorrisi guardandola e prendendogli il viso tra le mani.
-non ti stò sognando vero?- chiesi. Lei scosse il capo sorridendomi.
-non riuscivo a dormire. E poi ti volevo rassicurare. Mi sono venute!- mi rivelò. Io la baciai con dolcezza. Giocai e gustai le sue labbra rosse che amavo tanto. Quando mi staccai la strinsi al mio petto.
-potrei dirti che sono contento e infondo lo sono davvero. Le cose sarebbero diventate... sarebbero cambiate e sarebbe diventato anche più difficile fare quello che vogliamo fare davvero. Non che le cose possano essere insuperabili. Non voglio che tu rinunci a te stessa o a qualsiasi cosa tu voglia anche se per amore. Io ti amo e appunto per questo voglio che faccia quello che vuoi, sempre e comunque. Voglio vederti felice- dissi in totale sincerità. Ero terrorizzato dal fatto che potesse rovinarsi la vita per colpa mia. Già una volta ero riuscito quasi a distruggerla e la cosa mi tormentava ancora. Lei mi baciò con forza, mettendosi in ginocchio sul letto e stringendosi a me, le braccia intorno al collo e le sue mani tra i miei capelli. Quanto l'amavo? Non lo sapevo, e non l'avrei mai saputo, più o meno come probabilmente non si saprà mai quanto è grande l'universo.

*****

La guardai mentre sconfortata e stanca si sedeva sul divano. Aveva aperto la finestra perchè aveva caldo, probabilmente. Io così riuscivo a vederla meglio, mentre era illuminata solo dalla luce della luna. Restai a guardare quei raggi di sole che gli danzavano sulla pelle candida, troppo preso per poter ragionare. Non potevo stare là. Avevo fatto un errore e non era il caso di farne un altro. Eppure non riuscivo a pensarci. Era meravigliosa. E volevo la sua anima. Avrei fatto di tutto per poterla sfiorarla di nuovo. In silenzio entrai nella stanza, lei era stanca ma quasi completamente sveglia. Non sarebbe riuscita a dormire. Allora la guardai intensamente, da dietro il divano e pensai intensamente. Le sue palpebre si chiusero pesantemente e poi si addormentò. Rimasi a guardarla assicurandomi che lei dormisse. Aguzzai i sensi per avvertire ogni minimo rumore dagli altri abitanti della casa. Poi la guardai intensamente. Con un dito freddo gli accarezzai dolcemente il viso, passando sul profilo del naso fino alla punta, sulle guance, le labbra carnose e poi scesi sul collo. La vidi e sentì muoversi lentamente. Forse sentiva il mio tocco ghiacciato. Del resto, per quanto potevo sfiorarla appena di certo con era abituata a sentirsi sfiorata da qualcosa che sembrava un pezzo di ghiaccio. Seguì una vena che si vedeva appena ma che naturalmente avvertivo. Chiusi gli occhi e scesi fino alla spalla. Ma mi bloccai. Veloce come ero entrato uscì di corsa dalla finestra prima che il signor Potter si smaterializzasse davanti al divano. Lui si guardò intorno e lo vidi sorpreso nel trovare Lily lì. Poi la guardò preoccupato. E quel viso mi fece preoccupare. Possibile che avesse visto...
Guardai subito nella sua anima. Fissandomi su di lui riuscì a guardarla e a vedere tutti i suoi pensieri. Cercai i motivi della sua preoccupazione e la trovai. Anche lui aveva capito. O per lo meno aveva visto e adesso si tormentava. Voleva proteggerla a costo della sua vita. Ed ero d'accordo con lui. Nessuno avrebbe mai fatto del male alla mia anima bianca finchè ero vivo. Eppure quella visione, almeno per me, tornò.
E la vidi di nuovo. Mi tormentai il viso cercando di scacciare quelle immagini. Non volevo pensare a lei in quel modo. Non potevo pensare al suo sangue e a tutto questo. Niente fino ad ora mi aveva fatto soffrire in quel modo. Diedi un leggero pugno ad un albero vicino che però si frantumò come se fosse stato di cristallo. Chiusi gli occhi e poi guardai con freddezza il cielo. Alla fine tornai a casa Malfoy, dove tutto era ormai piombato nel silenzio. Tranne per la scatola. Aprì silenzioso la porta e la guardai. Poi andai nella mia stanza dove avrei fatto riposare il corpo e avrei guardato il futuro fino a che non avessi trovato quello che cercavo.

********

Rose si strinse a Scorpius nascondendo il viso contro la sua pelle calda. Scorpius, guidato da chissà che cosa, l'abbracciò quasi rassicurandola. Io li guardavo in silenzio mentre in realtà avrei voluto saltare fuori e mangiarli tutti. Voleva quelle anime, il loro amore reciproco non faceva altro che rendermi più inquieto. Ma ero rinchiuso, non potevo muovermi. E rimasi nella mia gabbia senza poter fare altro che contare i loro respiri.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora