Grazie

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Guardai la medimago che mi comparve davanti chiedendomi dove l'avessi già vista. Ero molto stanco, non ero riuscito a tornare a casa e avevo dormito solo due ore sulla sedia nella stanza di mia madre. Da due giorni.
Naturalmente non ci misi molto a ricorsarmi chi era.
Ginny Weasley Potter aveva tutte le caratteristiche dei Weasley e assomigliava molto non solo a Lily (che era la sua fotocopia) ma assomigliava anche molto a Rose.
Del resto i colori erano quelli.
Ma lei aveva degli occhi così belli, di quel blu scuro che mi ricordava il blu del mare, quello del cielo di notte.
E il suo viso era poco più lungo, il suo naso un po' più piccola e le sue labbra erano così morbide e calde.
Mi bastò chiudere gli occhi per un secondo per rivederla.
La vidi corrucciata. Aveva il labbro di sotto, leggermente più grande di quello di sopra, arricciato per via della smorfia. I suoi capelli ricadevano bellissimi e spettinati sulla schiena. Riaprì gli occhi a malincuore e spostai lo sguardo dalla signora Potter, alla figura che gli stava accanto. Ed era lei. Senza neanche pensarci corsi verso di lei. Anche lei fece lo stesso, con un tale slancio che stavo per cadere per terra. Ma la presi stringendola a me e girando su noi stessi per la felicità.
Le sue labbra trovarono le mie di nuovo senza pensarci.
E adesso stavo bene, adesso che c'era la mia metà potevo affrontare di tutto. Ora ero completo!

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Fino a quel momento mi ero sentita come se mi mancasse qualcosa. Non ero riuscita a fare nient'altro che non pensarlo continuamente. E ora era lì, che mi abbracciava.
Lo baciai con tutta me stessa e mi strinsi a lui, come se volessi diventare subito un pezzo unico con lui.
Lo schiarirsi della voce di un signore ci riportò alla realtà.
Eravamo in mezzo a un corridoio di un ospedale e avevamo bloccato ben due barelle che dovevano passare. Ci scostammo subito, io rossa per la vergogna.
Ma non abbandonai la mano di Scorpius.
Non lo volevo più lasciare.
-come mai sei venuta?- mi chiese lui preoccupato.
Io sorrisi tranquilla.
-mi mancavi troppo. E grazie a zio Harry sono riuscita ad andarmene dalla scuola. Mentre Ginny vuole parlare con i medimaghi che si sono occupati di tuo padre!- gli spiegai.
Zia Ginny mi sorrise e porse la mano a Scorpius, che al strinse cercando di non "infilarsi" la sua solita maschera gelida. Notai il suo sforzo ed ebbi di nuovo la voglia di abbracciarlo e baciarlo ancora.
-piacere signora Potter!- salutò Scorpius.
-il piacere è mio. Adesso, se non ti dispiace vediamo come siamo combinati!- e se ne andò verso la cartella che c'era fuori dalla porta della stanza del padre di Scorpius.
Sfogliò la carpetta e poi andò a cercare probabilmente i medimago.
Intanto mi riavvicinai al suo petto caldo e mi lasciai abbracciare, aspirando il suo profumo e perdendomi in esso.
-Rose- mi richiamò. Io alzai il viso.
-fino ad ora non te l'ho mai detto. Tu l'hai detto invece quando mi hai convinto a venire qua. E io l'ho solo scritto, ma non è la stessa cosa. Rose, io ti amo!-
Lo guardai con le lacrime agli occhi. Qualcosa di simile stava spuntando anche dagli occhi di Scorpius.
Lo baciai, questa volta lui aveva la schiena contro il muro e le persone passavano tranquillamente, e mi persi in quel bacio pieno di amore.
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Non avevo sperato. Lo sapevo che la situazione di mio padre era insuperabile. Ma non pensavo davvero che mi sarebbe mai stata posta una domanda del genere.
Nonostante la zia di Rose dicesse che non dovevo farlo per forza, sapevo che se non l'avessi fatto io probabilmente avrebbe dovuto decidere mia madre, che in quel momento non capiva nemmeno qual'era il sotto e il sopra.
Strinsi la mano di Rose, sempre tra le mie mani.
Il Medimago che fino ad ora si era occupato dei miei parenti ora mi osservava aspettando una risposta.
-non devi decidere ora. Anzi, se non vuoi non devi decidere affatto. Sei appena maggiorenne, uno non si può aspettare che ti prendi una responsabilità del genere- disse la signora Potter arrabbiata verso il collega.
-alimentare un vegetale senza una sola possibilità di risveglio non è quello che un ospedale deve fare.
Mi dispiace per la crudezza però è la verità. E il solo che può scegliere se staccargli il "filo" è il signor Malfoy- ribattè il mago.
Io chiusi gli occhi e avvicinai la mano piccola e delicata di Rose al mio viso. Gli diedi un bacio e respirai il suo profumo rassicurante.
-ho bisogno di pensare tranquillamente. Ed è da un bel po' che non dormo. Posso tornare a casa e poi prenderò una decisione!- chiesi. La signora Potter mi sorrise e annuì.
-certamente. Io intanto voglio tentare di parlare con tua madre. Se c'è qualche problema ti chiamo subito!- poi guardò verso Rose.
-lei viene con me!- dissi subito.
Rose annuì rassicurante.
Salutammo e insieme uscimmo dall'ospedale.
La strinsi a me prendendo la bacchetta.
E ci smaterializzammo.

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Quando Scorpius era scappato di casa aveva ritirato tutti i soldi che i genitori e i parenti gli avevano regalato in tutti quegli anni. Con quella cospicua somma era riuscito a comprare una casa in campagna, non molto grande ma che gli bastava.
Io non ci ero mai andata perchè lui non me lo aveva mai proposto. Non capivo il perchè ma se non voleva nessuno lo costringeva. Adesso, trovando davanti a quella casa, forse capì il perchè.
-lo so, è orribile- disse Scorpius, forse imbarazzato.
Io sorrisi. - non mi dire così. Non siamo nemmeno entrati.
Non mi dire che mi dovrò mettere a scappare per quello che troverà dentro!?- scherzai.
La casa di fronte a me era minuscola, in mezzo a quello che avrebbe dovuto essere un giardino ma non era altro che erba incolta e secca. Magari fosse solo quello.
Sembrava che bastava un soffio per buttare giù tutta la casa, tanto appariva fragile e decrepita.
Entrammo dalla porta che era staccata dai cardini e ci trovammo in una stanza dove c'era un divano malconcio, un tavolo di legno, e un cucinino. Due porte chiuse si affacciavano da una delle quattro pareti.
Scorpius si grattò la testa scompigliando i capelli biondi.
-non ci stò per niente qui. Ci vengo solo per dormire qualche notte durante l'estate. La maggior parte delle volte sono in giro, l'anno scorso sono andato in Italia, questa estate in Francia. Qui mi arriva solo la posta e posso posare le mie cose. Scusami per il disordine!- si scusò.
Io gli sorrisi. Lui non riuscì a reprimere uno sbadiglio.
-vai a dormire. Hai bisogno di riposo!- gli dissi accarezzandogli il viso. Lui mi strinse per i fianchi.
-stai con me. Stammi vicina, altrimenti non riuscirò a dormire!- disse imbarazzato a morte.
Ma vidi anche il suo bisogno disperato.
Annuì e mi guidò verso una delle porte, aprendola.
La stanza era grande abbastanza da tenere un letto a una piazza e mezzo e un armadio che sembrava antico.
Si riusciva a malapena però a girare intorno al letto, anch'esso sgangherato.
Si sdraiò e mi trascinò con lui sul materasso.
-grazie Rose, devo dire che senza di te non saprei come fare!- mi disse mentre mi stringeva al suo petto.
Io gli accarezzai il petto, sorridendo contro il suo maglione. -io ci sarò sempre e comunque!-

si addormentò poco dopo e assicurandomi che non si svegliasse mi alzai e mi diressi nell'altra stanza.
Mi guardai in giro e mi raggomitolai le maniche del maglione.
Prima iniziavo più probabilità avevo di finire prima che si svegliasse.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora