In prigione

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Un lungo respiro. Poi uscì dal camerino. E vidi un disastro. La vetrine e la porta di vetro erano andati in mille pezzi, le uniche persone che erano rimaste erano tre babbani costretti a terra dagli incantesimi dei mangiamorte. Una di quelle era una signora che teneva in mano un bambino.
-lasciateci stare. Non fate del male e mio figlio!- singhiozzava lei. Un mangiamorte si avvicinò ridendo e puntando la bacchetta su di lei. Riconobbi subito l'effetto della maledizione cruciatus, anche se non l'avevo mai visto fare. La rabbia mi avvolse in una spirale molto stretta. Neanche di pensare al mio potere che lui aveva già agito. La bacchetta del mangiamorte si frantumò in mille pezzi, e lui si voltò verso di me. La donna, ora libera, scappò con il bambino tra le braccia. Nello stesso tempo anche la bacchetta degli altri mangiamorte presenti in quella stanza si spezzarono e i babbani riuscirono a scappare. Sentivo grida e risate provenire dalla strada ma per adesso non facevo altro che guardare i mangiamorte che mi fissavano freddi.
-una povera bambina contro quattro grossi uomini. Siamo senza bacchetta ma non pensi che siamo sempre più forti di te?- mi chiese il più vicino avvicinandosi. Io sorrisi, un sorriso che per la prima volta avrei giurato che fosse crudele. Mi bastò un cenno della mano. Mi ero allenata con l'acqua in quei giorni. Avevo creato molte onde solo col mio potere. E le avevo contrastate. Ora fu lo stesso. Feci volare tutti e quattro dalla vetrina rotta e andai in strada. E mi investì un gelo mai provato prima. Guardai in altro. Scendevano verso la strada, come fantasmi spettrali, i dissennatori.

*******

Quando vidi arrivare Lily, correndo, capii che era successo qualcosa.
Quando, tra le braccia di James spiegò che Rose era rimasta nel negozio sotto l'attacco dei mangiamorte mi sentì morire. Il cuore smise di battere e riprese solo quando, dopo essermi smaterializzato, la vidi in mezzo alla strada, con un patronus davanti. Lei era inginocchiata e teneva tra le braccia una bambina che piangeva. Il suo patronus, una tigre enorme, ringhiava contro i dissennatori esitavano intorno a lei. Il tempo di pensare alla formula e il mio patronus, un leone, si lanciò in una corsa contro i dissennatori, che si sparpagliarono in cielo. I mangiamorte intanto avevano preso a lottare contro tutti i familiari di Rose. Vidi Lily correre verso Rose e la seguì, lanciando un incantesimo a un mangiamorte che si stava avvicinando a lei.
-Rose- disse Lily abbracciandola.
-perchè sei venuta. Dovevi solo mandare loro. vattene- disse Rose arrabbiata.
Lily la guardò interdetta.
-perchè?- chiese lei. Io gli accarezzai la guancia e domandai:
-Rose stai bene?-
-hai visto Sarah? Sono arrivati i rinforzi!- sorrise la mia Rose alla bimba, che smise di tremare e ricambiò con un timido sorriso.
-vai in braccio a Lily. Scorpius portale al sicuro, subito- mi disse seria.
Poi qualcosa parve spezzare l'aria. Dietro Rose si era aperto uno squarcio dal quale era uscita un'ombra nera. Non riuscì a fare molto con la bambina in braccio. Prima che me ne rendessi conto l'ombra prese Rose tappandogli la bocca e lei parve svenire.
-Rose- gridammo io e Lily insieme.
-l'ho presa. Possiamo andare!- gridò l'ombra e tutti i mangiamorte svanirono in meno di un secondo.
Caddi a terra in ginocchio, la bimba che aveva ripreso a piangere tra le mie braccia.

******

Era tutto buio e freddo. Sbattei le palpebre cercando di abituarmi a quel buio. Dove mi avevano portato? Ricordai le grida che avevo sentito prima che comparissero loro. La discussione tra i mangiamorte. Cercavano la figlia di Harry Potter, la ragazza con i capelli rossi. In quel momento ringraziai di assomigliare così tanto a Lily. Cercai di rialzarmi da terra ma avevo le mani e i piedi legati. Avevo anche freddo e la testa mi faceva molto male. Dopo un po', con il cuore che mi batteva forte e il respiro strozzato riuscì a intravedere qualcosa. Sopra di me c'era una piccola finestra da cui entrava quella che pensai fosse la luce della luna. Avevo dormito tutta la giornata' dove mi potevano aver portato? Tentando di far tornare normale il respiro mi concentrai sulle corde che mi legavano. Alcuni secondi e mi trovai libera, ma ancora indolenzita. Potevo usare i miei poteri, cosa che mi rincuorò. Giustamente pensavano che togliermi la bacchetta e legarmi mi avesse resa innocua. Ma si sbagliavano. Anche se non avevo molte speranze contro centinaia di mangiamorte.
Passarono i minuti non sapendo cosa fare. La cella e in cui mi trovavo diventava sempre più visibile. Ero su un pavimento sporco e lurido e accanto a me c'era una brandina su cui però non avrei mai avuto il coraggio di sedermi. Era ancora più terribile del pavimento. La finestra era minuscola e troppo in alto per poter vedere qualcosa e la porta era tutta di metallo con un piccolo spioncino. Non aveva ne maniglia ne serratura. Rumori mi fecero capire che c'erano altre celle accanto a me. Grida e urla però mi facevano solo agghiacciare. Poi un rumore proprio di fronte alla mia porta mi fece sobbalzare.
-se vuoi me ne occupo io. Sarà un piacere parlare con lei- ghignò un uomo fuori. Ma tacque mentre la porta si apriva. Mi rannicchiai com'ero prima pronta a fingere di dormire e sentì la porta chiudersi alle spalle della persona che era entrata. Non aveva nessuna luce con se. Non osai aprire gli occhi ma ascoltai con le orecchie tese al massimo. Emise un sorriso di sollievo che mi sorprese così tanto che aprì gli occhi. E lo vidi, illuminato appena dalla luce riflessa della luna. Era Stone!
Si mise un dito sulle labbra intimandomi di non gridare. Lo guardai incredula, arrabbiata e forse anche con odio. Probabilmente con molto più odio di quanto pensavo. Lo vidi irrigidirsi e guardarmi freddamente, molto più freddamente di quanto mi stava guardando prima.
-prega che si accorgano il più tardi possibile che non sei Lily. Hanno l'ordine di non toccarla minimamente e sarai fortunata se non ti vengono a trovare lo stesso. Figuriamoci se sapessero che non sei lei- mi disse freddamente.
-tu sei un mangiamorte?- lo accusai quasi.
-io sono quello che sono. Non tentare di scappare, se ne accorgerebbero. E scoprirebbero chi sei- e si avviò verso l'uscita. Lo guardai preoccupata andarsene. Non sapevo cosa fare, mi sentivo persa. Pensai a Scorpius mentre il cuore mi batteva forte. Dovevano essere tutti preoccupati.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora