Ritorno

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Mi guardò serio e io rimasi interdetta. Era incredibile che fosse lì. Con che faccia tosta era tornato? E come si permetteva di intralciarci la strada?
-ciao Rose, vorrei parlarti!- mi disse gentile.
Sentì Scorpius rigido accanto a me stringermi a lui.
Io lo guardai. Ricordavo cosa gli avevo detto l'ultima volta che gli aveva parlato di quello che aveva fatto Augusto.
Ma non volevo davvero che finisse tutto con una rissa.
-se vuoi dirgli qualcosa lo puoi fare benissimo mentre ci sono io. Parla se proprio devi!- disse Scorpius freddo.
Lui lo guardò raffreddando il tono.
-ti volevo chiedere scusa Rose. Sono stato maleducato e ho mancato di rispetto sia a te che al tuo ragazzo.
Prometto che non ci proverò mai più. E questo è tutto.
Buon riposo!- e s'incamminò verso le scale.
Io mi voltai verso Scorpius che ancora mi stringeva forte a se. Era serio e freddo.
-Augusto!- lo richiamò. Mi lasciò andare e io lo guardai preoccupata.
Ma lui ormai guardava solo lui.
-giusto per chiarire una cosa. Avvicinati ancora a Rose e ti ammazzo. Lei è solo mia, chiaro?- esclamò minaccioso.
Il mio cuore battè forte. Sorrisi. Il mio principe senza macchia e senza paura.
Poi osservai Augusto. Guardava Scorpius freddamente, poi guardò me.
-tienitela stretta, non sarò di certo il primo e l'ultimo che proverà a portartela via- e se ne andò.
Presi la mano a Scorpius e lo guardai.
Era ancora arrabbiato e serio.
-non so ancora cosa mi trattenga dal seguirlo e tirargli un pugno!- disse Scorpius arrabbiato.
Io gli sorrise e lo baciai.
-sono contenta che ragioni prima di agire. Non c'è motivo di essere violenti. E sai una cosa?- domandai. Lui mi guardò sostituendo piano piano la rabbia con la curiosità.
-cosa?-
-mi è piaciuto tantissimo quando hai detto che io sono tua.
Ed è la pura e semplice verità, io sarò tua e solo tua per sempre!- e lo baciai. Rispose con una tale passione che mi ritrovai contro la porta della stanza delle necessità con le mie mani tra i suoi capelli. Non vedevo e sentivo altro che lui. Lui aprì la porta e mi tenne per la schiena, evitando che cadessi all'indietro e poi chiuse la porta con un calcio.
La luce si accese ma molto soffusa. Non notai altro però, presa troppo da lui. Fatto sta che lui mi fece distendere su un letto e mi lasciò respirare. Mi slacciai la cravatta e lui prese a sbottonarmi la camicia e mi baciò di nuovo.
La sua mano mi accarezzò la pancia e salì più sopra e io sospirai dal piacere. Era incredibile come fosse in grado di farmi dimenticare tutte le certezze. Ed a un certo punto fui sicura di una cosa. Non vedevo più solo il grande punto interrogativo. Avevo una certezza nella mia vita.
Mi diedi della stupida per non averci pensato prima.
Il mio amore per Scorpius non avrebbe mai avuto fine, e quindi sapevo una cosa certa nel mio futuro. Ci sarebbe stato lui!

******************

La scuola iniziò di nuovo. Da un certo punto di vista non facevo altro che sperare che finisse subito, ma volevo anche che non finisse. La vita sarebbe stata difficile dopo, più complicata. E specialmente la mia scelta per il futuro mi rendeva nervoso. Io sapevo cosa avrei fatto.
Purtroppo non sapevo se era una cosa conciliabile con la mia unica ragione di vita, Rose.
Ebbi molte volte la tentazione di parlargliene ma non ci riuscivo. Sia perchè lei ancora non aveva preso una decisione sul suo futuro e non volevo condizionarla, sia perchè avevo paura della sua possibile risposta.
E intanto lei si concentrava sugli esami che ancora sembravano lontani ma che lei vedeva vicinissimi.
-ho preparato questi programmi per tutti noi. Se li seguiamo non dovremmo avere problemi per gli esami!- disse lei un pomeriggio in biblioteca.
Eravamo noi due più Albus e Amber.
Albus guardò incerto il programma.
-mi ha lasciato tre sere alla settimana libere?! Mi sembra incredibile!- disse Albus sconcertato, poi si accigliò ancor prima che Rose potesse illuminarlo con la sua spiegazione.
-giusto, il quidditch. Però non pensi sia esagerato tutto questo studio? E il riposo?- gli domandò.
Lei lo guardò severa.
-prima il dovere e poi il piacere. Comunque se noti ci sono dei momenti in cui uno si può riposare.
Anzi, puoi contare che tre ore alla settimana tu dormi in classe con il prof Ruff, quindi è un riposo in più, vero?- disse scherzando.
Amber rise con lei. Lui sbuffò.
-ridete, ridete. Ma tanto solo tu e Scorpius state attenti durante la sua spiegazione. Dovrebbe andare in pensione,
magari presentandogli qualche fantasma donna potrebbe decidere di farsi una vacanza!- scherzò lui.
Tutti e quattro ridemmo, felici di quella distrazione.
Era difficile solo studiare. E avevamo molti compiti per quella serata.

Ci mettemmo più o meno tre ore per finire tutti i compiti e Albus corse subito in campo per gli allenamenti della sua squadra. Amber lo seguì.
E io guardai Rose che aveva preso altri libri dalla cartella.
-che vuoi fare?- domandai.
-abbiamo altri compiti da fare. E abbiamo ancora due ore prima della cena. Perchè sprecare tempo?- domandò.
-non li possiamo fare domani?- domandai tentando di smorzare un po' il suo entusiasmo.
Lei non alzò neanche lo sguardo dal libro che aveva già iniziato a leggere.
-mai rimandare a domani quello che si può fare oggi!- citò lei.
Io sbuffai. Non avevo voglia di stare rinchiuso in quelle quattro mura ancora per altre due ore.
Ma Rose ormai era irremovibile.
-Rose... che ne dici se andiamo nel parco? Io e te? magari possiamo finire i compiti sotto un bell'albero, in riva al lago. Non ce la faccio a stare qui due minuti di più- dissi sincero. Lei alzò lo sguardo dal libro accigliata.
-ma i compiti...- tentò lei. Io gli misi il dito sulla bocca per zittirla.
-prometto che li faremo domani, se non riusciamo a farli nel parco. Ma adesso ho bisogno di uscire di qui!- ribadì.
Lei rimise le cose nella borsa e io feci lo stesso.
Poi andammo insieme lungo la riva del lago.
La feci sedere tra le mie gambe, mentre io appoggiavo la schiena al tronco dell'albero.
E mi lasciai prendere dai ricordi.
-ti ricordi quando siamo venuti insieme qui la prima volta?- domandai.
Lei si accigliò.
-si. Era quando hai scoperto che anche i grifondoro possono essere velenosi!- disse lei sorridendo.
Già. Ricordavo ancora la rabbia che avevo dentro quel giorno.

Era una giornata tranquilla e io e Rose stavamo andando in biblioteca, cercando bisticciando un po'.
Dovevamo fare un compito e ci eravamo messi in pratica in competizione. Era una cosa che facevano spesso, ci piaceva punzecchiarci.
Quando arrivammo in biblioteca andammo subito a cercare il libro che ci serviva e da dietro uno scaffale sentimmo le voci di alcune compagne di Rose parlare di lei.
-si fa tutta la saputella. È odiosa. Non la sopporto più. Ed è la cocca della maestra, solo perchè suo padre è il grande Weasley- disse una di quelle oche acide.
-io la odio. Ogni volta che entra nella stanza devo mordermi la lingua per non insultarla. E se ne va in giro sempre con i suoi cugini- disse un'altra.
-se non ci fosse James probabilmente tutti la ridicolizzerebbero ogni minuto!- esclamò un altra.
Ricordavo ancora la furia che si impossessava di me. E ricordavo lo sguardo di Rose, i suoi occhi che iniziavano a riempirsi di lacrime.
-e meno male che siamo noi serpeverde velenosi e cattivi. Vedo che anche i grifondoro non scherzano.
Che ne pensi se io le tengo ferme e tu le colpisci?- dissi pronto ad aggredirle.
Lei aveva scosso il viso mentre tratteneva le lacrime.
-andiamocene!- mi disse prendendomi per mano. Non mi aveva mai toccato prima d'ora.
Ricordo ancora la scossa che sentì dentro.
-ma hai intenzione di non dirgli niente? Guarda che se non fai niente farò qualcosa io!-
-no, per favore. Scorpius andiamocene!- mi implorò.
Una lacrima era traboccata e la seguì sconfitto. Mi portò esattamente in quel punto e ci sedemmo sull'erba, uno accanto all'altro.
E appoggiò il viso sulla mia spalla.
-avresti dovuto lasciare che le mettessi al loro posto. Anzi, avresti dovuto farlo tu- la sgridai.
Lei sospirò.
-tutti hanno il diritto di pensare e di esprimere opinioni.
Non posso prendermela con loro per qualcosa che loro pensano. E a dir la verità me lo sono sempre aspettata. Infondo non sono ne di compagnia, ne d'altro- disse sconsolata.
-tu sei unica. E loro sono stupide. Non devi ascoltarle e neanche credergli. E delle persone come quelle è meglio perderle che farsele amiche!- cercai di consolarla.
Non mi era mai successa una situazione del genere ed ero così smarrito che non sapevo cosa dire o fare.
Ma lei mi aveva sorriso e mi aveva detto -grazie-

-tu avevi la camicia della divisa con i primi bottoni sbottonati e una piccola macchia di olio sul polsino- mi sorprese lei mentre appoggiata a me toccava il mio polso.
-come fai a ricordartelo?- domandai.
-perchè ricordo di averti abbracciato, e che ho sfiorato il tuo petto visto che la camicia era sbottonata. E ricordo di averti preso la mano e di aver notato la leggera macchia- mi spiegò.
Io l'abbracciai, stringendola ancora di più a me. Gli scostai i capelli e presi a baciarle il collo.
-ti amo mia pazza!- gli dissi. Lei rise. Poi inarcò il collo invitandomi ad approfondire.

E mentre il sole tramontava, io e lei diventavamo una cosa sola.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora