Ritorno a scuola

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Non riuscivo a non piangere.
Lacrime calde scendevano silenziose sulle mie guance.
Mi strinsi forte a mio padre, asciugandole di nascosto.
Ringrazia di non avere vicino Scorpius.
Lui era di fronte a me, girato verso la bara che veniva poggiata dentro la buca, stringendo sua madre.
Lui non avrebbe pianto quel giorno.
Sapevo che aveva gettato tutte le lacrime che aveva la sera prima.
Mio padre mi accarezzò i capelli, cercando di confortarmi.
Non sapevo come avremmo fatto senza lui e mi madre.
E anche i miei zii.
Potevamo essere diventati maggiorenni ma senza di loro non avrei potuto mai aiutare Scorpius a organizzare tutto.
Era stata mia madre e mio padre a organizzare il funerale e tutto quello che consegue.
Mia zia si era preoccupata della madre di Scorpius.
Adesso aveva un posto all'ospedale, dove sarebbe stata fino a quando non si fosse riprese completamente.
Non voleva più mangiare e non aveva più parlato da quando era scoppiata a piangere tra le braccia di Scorpius.
Mio zio invece aveva sistemato le cose a scuola.
Tornati lì avremmo avuto la possibilità di continuare tranquillamente, salvo alcuni compiti che avevamo saltato e che dovevamo fare.
Potevo non amarli tutti?
Mi strinsi a mio padre, cercando di non pensare a come mi sarei sentita se in quella bara ci fosse stato uno di loro.
E altre lacrime scesero a bagnarmi le guance.

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Ritornare a Hogwarts. Subito dopo il funerale era organizzata la partenza.
Il ministero ci aveva permesso un passaggio speciale dal camino di casa Weasley allo studio della nostra preside.
Mentre Rose salutava tutti affettuosamente io pensai al saluto che avevo scambiato con mia madre.
Mi era sembrato come lasciare una bambina spaurita in un mondo sconosciuto.
E mi aveva preoccupato specialmente la luce strana che vedevo nei suoi occhi.
Ma non potevo abbandonare la scuola, non ora che mancavano poco più di sette mesi.
E ormai era dicembre.
Presto ci sarebbero state le vacanze di natale, e poi il tempo sarebbe volato subito.
Non potevo non finire l'anno.
Strinsi le mani dei Weasley e della signora Potter.
-grazie davvero di tutto. Non sarei riuscito a fare neanche una briciola di quello che avete fatto, sarei stato perso senza di voi!- li ringraziai mentre la mia voce si inclinava un po'.
Non ero abituato a dire certe cose, e fino ad ora le avevo dette solo a Rose.
La signora Weasley, la più vicina mi sorrise commossa.
-qui troverai sempre aiuto, mi raccomando, ricordatelo!-
e detto questo ci porse la polvere volante.
Prima io e poi Rose, scomparimmo nel fuoco blu.

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Tornare a Hogwarts. Tornare alla vita di sempre.
Era da un po' se mi chiedevo se sarebbe stato
facile oppure se ci saremo trovati in difficoltà.
Prima io e Scorpius stavamo insieme, ma non così.
Le cose erano andate molto avanti tra di noi.
Speravo con tutto il cuore che tornare non avrebbe cancellato quel che era successo.
Questo pensavo mentre ci dirigevamo verso lo studio di mio zio.
Passando per i corridoi che erano vuoti visto che era orario di lezione, stringevo la mano di Scorpius ma ero preoccupata.
Anche se la sua stretta era forte e calda come al solito, vedevo che era distratto, come assente.
Non sapevo cosa sperare.
Se fosse in subbuglio per la perdita del padre più di quanto desse a vedere, ciò avrebbe voluto dire che stava male e non volevo che lo fosse.
Oppure che si stesse allontanando da me per qualche ragione.
Tutte e due le possibilità facevano male.
Guardai la porta dello studio di mio zio incerta.
Poi entrai.
Harry ci venne incontro e ci sorrise.
-ben tornati-

-per quanto riguarda la scuola dovrete solo rimanere almeno la prima settimana di vacanza di natale per fare i compiti che avete perso.
Siete gli studenti più bravi quindi non avrete problemi.
Per quanto riguarda te, Rose, abbiamo deciso di parlarne con il professore Peanut.
Sarà lui a continuare a insegnarti, e oggi ti aspetta.
Non ci siamo dimenticati che fino ad ora non hai usato i poteri e non vogliamo un'altra ricaduta-
Vidi Scorpius guardami teso.
Si era dimenticato dei miei esercizi quotidiani e onestamente anch'io.
Non ne avevo sentito praticamente la mancanza e il motivo mi sembrò chiaro.
Avevo sfogato più del solito il mio potere con quel...
numero astruso.
-stò bene. L'ultima volta ho usato il mio potere più del solito. Diciamo che sono esplosa. Per questo non ho avuto ripercussioni- tentai di spiegare.
Notai lo sguardo preoccupato di Scorpius e gli sfuggì.
Non era nei miei piani dirgli cosa era successo.
-bene, adesso potete andare- ci congedò sorridendo.
Usciti cercai un argomento che potesse evitare la domanda che Scorpius di sicuro mi stava per porre.
Ma in quel momento suonò la campana e stringendogli la mano provai a condurlo lungo il corridoio.
-andiamo a trovare Albus- gli dissi.
Ma lui mi tirò per la mano e mi spinse verso di lui, catturando il mio sguardo.
-cosa è successo?- domandò serio.
Vidi un accenno di furia nei suoi occhi.
Stava immaginando chissà cosa.
Chissà se la sua immaginazione era arrivata a quello che aveva fatto Augusto oppure aveva immaginato di peggio.
Sospirai, sconfitta.
Potevo cercare di rimandare il momento,
ma lui sarebbe di sicuro saltato a conclusioni peggiori,
e la possibilità che perdesse la testa non mi andava.
-l'ultima volta che ho fatto la lezione il professore Peanut stava male e l'ha sostituito il nipote.
Che ha tentato di baciarmi... ho reagito sfogando un po' la mia energia e ho dato fine alla lezione.
Nient'altro- spiegai tranquilla.
Lo vidi esitare, tra il sollievo e la rabbia.
-ha tentato di baciarti? Cioè, ti ha baciata oppure no?-
-mi ha baciata!- rivelai.
La furia vinse.
-dov'è? Gli voglio chiarire un attimo due o tre cosette!- ruggì.
Io sorrisi.
-non immaginavo fosse piacevole vederti geloso. Comunque non ti preoccupare, non si farà più vivo.
E se dovesse farlo allora sei libero di sfogare tutta questa furia- e alzandomi sulle punte dei piedi lo baciai.
E dimenticai dov'eravamo, non sentì e non mi accorsi di niente oltre che il corpo di Scorpius contro il mio,
quel bacio sempre più profondo e fu come tornare nella sua stanza, da soli.
Per sfortuna non eravamo da soli.
E non solo fummo richiamati alla realtà da qualcuno,
ma quel qualcuno era la preside.
Arrossì staccandomi subito da lui.
-andate nelle vostre sale comuni ragazzi.
Sarò buona visto che è la prima volta che ho qualche motivo per sgridarvi.
Ma non voglio che capiti mai più!- e se ne andò.
Guardai Scorpius e non riuscimmo a trattenerci.
Scoppiammo a ridere.
Lo presi per mano e andammo verso la mia sala comune.
Eravamo tornati e le cose sembravano procedere bene.
Sorrisi, forse la vita ora ci avrebbe lasciato felici.

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Appena lei scomparve, io rimasi a guardare il dipinto mentre il sorriso si modificò in una smorfia di dolore.
Tutto quello che Rose era riuscita a scacciare, tutte le mie paure, senza di lei tornavano a perseguitarmi.
La realtà mi si presentò distinta e chiara.
Mio padre era morto davvero.
Ero stato io a decretare la sua fine.
Mentre una diluvio si affollava nella mia mente e nella mia anima, mi diressi verso i sotterranei, cercando di non affogare.

Il Destino pt. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora