CapitoloDiciassette: Dal Parrucchiere
POVHARRY
Camminoper le scale con passo lento e lo sguardo dolorante. Odio dareragione alle persone soprattutto se quella persona è Mary ma ora lodevo proprio fare. Lei aveva ragione, ecco l'ho ammesso. Se mi sareimesso la crema solare ora non avrei la schiena che mi brucia e mipotrei muovere normalmente, invece di sembrare un manichino. Questamattina dovevo andare in studio con i ragazzi ma ho chiamato Louisdicendo che non potevo, fortunatamente oggi se la possono cavaresenza di me. Mi porto le mani sulla schiena mentre arrivo in salottoe poi lentamente mi siedo sul divano stando attento a non farscontrare la mia schiena con lo schienale del divano. Non ho neanchela forza di arrivare in cucina per fare colazione. Ma neanche iltempo di sedermi che il citofono suona ripetutamente. Ma si puòsapere che è?! Le persone arrivano sempre nei momenti menoopportuni. Mi alzo forse troppo velocemente, perché la schienainizia a farmi male più del dovuto e stringo i denti per non gridaredal dolore. Raggiungo per quanto sia possibile la porta e mi comparedalla cam l'auto di Mary, apro anche se sono confuso del motivo peril quale sia venuta qui, senza neanche farmi una telefonata. Le aproanche la porta e mi vado a sedere. Poco dopo la vedo entrare mentrerimette il telefono in borsa. Indossa una maglietta a maniche lunghenera con scritte argentate aderente, un pantalone blu scuro condecorazioni varie e scarpe con tacco nere in pelle. I capelli mossisono lasciati sulle spalle e porta gli occhiali da sole. Chiude laporta e si toglie gli occhiali mostrando i suoi occhi contornati daun ombretto scuro. Sposta il suo sguardo su di me ma non dice niente.Si avvicina e lascia la sul borsa grande sul divano, poi si avvicinaa me e mi lascia un bacio sulle labbra.
-Buongiorno-le dico alzandomi seppur a fatica ma apparentemente in modo normale
-Buongiorno...Non dovresti essere a lavoro?- mi domanda con un sorriso che non miconvince affatto
-S-si..è solo che... non mi sentivo tanto bene...- mette una mano sulla miaguancia
-Poverino...potevi avvisarmi prima sarei venuta da te per curarti- ora neanche ilsuo tono mi piace
Questaragazza sa veramente come farmi paura quando ci si mette, e questa èuna di quelle volte
-Nonvolevo farti preoccupare- alza gli occhi al cielo
-Sicome no!- incrocia le braccia al petto
-Allorami spieghi perché non riesci a muoverti e la tua mano è sullaschiena?- sorride beffata
Sbuffo-Come lo sai?-
E'in credibile come quella ragazza guardi ogni minimo particolareminuziosamente. L'avrei chiamate e gliela avrei detto ma il miostupido orgoglio me l'ha impedito. Cioè non potevo chiamarla e dirleche aveva ragione.
-Louismi ha chiamato questa mattina e mi ha detto che non sei potuto andarein studio perché non ti puoi muovere e che ti faceva male laschiena. Mi ha chiesto se potevo passare da te per vedere in checondizione eri... non ci vuole un genio a capire che ti sei presoun'insolazione- mi guarda ovvia
sospirascuotendo la testa -Togliti la maglietta e girati- mi dice
-Chec'è vuoi vedermi nudo?- scherzo
-Seitu quello con l'insolazione non io- alzo le mani in segno di arresa
Tentodi togliermela ma il dolore è davvero forte. Lei si avvicina e concautela mi aiuta. Mi giro e lei inizia ad esaminare la mia schiena.Le sue dita sottili e morbide accarezzano leggermente la mia schienanuda probabilmente per paura di farmi male. Non è mai stata cosìpremurosa nei miei confronti. È strano vederla così... sembra quasipreoccupata.
-Tiavevo detto di mettere la crema- mi giro per guardarla
-Vaiin camera io arrivo subito- inizia a frugare nella sua borsa
