Capitolo Trentasei: Problem
Il soggiorno a Parigi è stato splendido. Nessuno che ci ha disturbato per tre settimane. Nessuna preoccupazione. Nessuna rottura. Niente di niente. Abbiamo visitato i musei a Parigi, i principali monumenti, assaggiato i piatti tipici. Il tempo era fantastico, sole e un venticello fresco la sera. Io ed Harry non abbiamo litigato neanche una volta, e abbiamo scoperto molte cose uno dell'altro. Lui con la lingua se la cavava piuttosto bene mentre io riuscivo a capire qualcosa ma non sapevo proprio rispondere. I tempo è passato troppo in fretta, in men che non si dica siamo tornati a Londra. Quando torniamo a Londra è il 14 febbraio e di comune accordo andiamo a vivere questo ultimo mese da soli alla sua casa, solo noi due. Quella sera ci addormentiamo subito nel letto, non riusciamo neanche a disfare le valigie o a farmi fare un giro della casa. Sono davvero distrutta, gli occhi si chiudevano da soli.
Il giorno dopo mi sveglio con Harry ancora accanto che dorme come un ghiro; la sveglia segna le sei e mezza, sembra che i continui fusi-orari non mi facciano effetto, mi sveglio sempre alla stessa ora. Incomincio ad osservare la stanza intorno a me. Pareti bianche, arrendamento moderno e funzionale, nessuna foto, su un piccolo davanzale ci sono solo dei libri e dei dischi. Il letto segue lo stesso stile e colore degli altri mobili. Ad Harry devono piacere molto gli ambienti luminosi, vedendo anche le ampie vetrate che si trovano. A mia differenza ho dovuto veramente lottare duro con i miei genitori quando si è trattato di rifare la mia camera. Quando si è trattato della casa a Los Angeles volevo fare i muri neri con arrendamento bianco, ma mio padre mi ha proibito quel colore per le pareti; diceva che aveva un aspetto macabro. E come biasimarlo. Di prendere sonno proprio non ci riesco, così mi alzo e inizio a girovagare per la stanza. Non sono mai stata una tipa invadente, curiosa si, ma invadente mai. Però non posso far a meno di notare che questa stanza non parla di Harry, forse solo i dischi dei Coldplay e quelli di Ed Sheeran. Per il resto nient'altro. Riporto lo sguardo sul letto e lui è li' con gli occhi aperti
-Che ci fai già sveglia?-
-Ho una specie di sveglia mentale, i miei occhi si aprono sempre verso le sei- alzo le spalle
-Torna qui- dice ancora con la voce impastata dal sonno
-Penso di andare a fare una doccia e di sistemare la roba- indico le valigie vicino alla porta
-Daii vieni... sono stanchissimo- si lamenta
-Che ne dici invece di raggiungermi tu?- ridacchio
Vedo i suoi occhi sgranarsi e in men che non si dica mi raggiunge in bagno. Dopotutto non era poi così stanco.
[...]
-Mi passi l'asciugacapelli?- chiedo ad Harry
Me lo passa ed inizio ad asciugarmi i miei lunghi capelli, lui invece si lava i denti
-Dov'è il dentifricio?- mi domanda
-Deve stare nella valigia rossa... comunque dobbiamo andare al supermercato e prendere qualcosa-
-Si, hai ragione- ritorna in bagno con spazzolino e dentifricio
-Pensavo di farmi delle mesh rosse- mi tocco i capelli semi asciutti
Lui inizia a tossire, pur non facendo nulla.
-Stai bene?- alzo un sopracciglio
-Si, solo che devo ancora abituarmi a questo tuo lato dark-
Ridacchio non prendendomela per niente, è quello che sono e non lo nascondo
-Ti ci abituerai-
Prende il dentifricio e lo mette sullo spazzolino, schiacciando dal mezzo
