Capitolo nove: RememberPOV MARY
Dopo più di mezz'ora arriviamo in una strada buia e mal ridotta di Los Angeles. È poco frequentata, neanche gli sbandati la frequentano. I palazzi sono tutti sporchi e quasi distrutti, i muri pieni di graffiti, le strade sono mal asfaltate, c'è pochissima luce e ci sono fumi provenienti dalle caldaie di alcuni ristoranti dall'altra parte della strada. Sembra una di quelle strade dei film di gangster o polizeschi. Parcheggio davanti alla palestra e i ragazzi dietro di me. Prendo il mio borsone ed esco dall'auto
-Si puoi sapere dove diavolo ci hai portato? Questo posto fa' schifo- esclama disgustato Zayn
Alzo gli occhi al cielo -Se lo osservi bene questo è un posto perfetto. Lontano da tutto e tutti, niente fan, niente fotografi- dico sarcastica
-E soprattutto niente campo per il cellulare- continuo retorica
-Solo spacciatori e ladri di auto- esclama sarcastico
-Se hai l'assicurazione non dovresti preoccuparti- continuo con il suo stesso tono
-Ci tengo alla mia auto-
-Chiudi quel dannato becco una buona volta- sputo acida
Quando ci si mette sa' essere davvero scocciante e io poi non posso considerarmi una tipa molto paziente, mando subito al diavolo una persona che inizia a rompermi. Mi guarda in cagnesco ed io mantengo lo sguardo alto. Non mi lascio di certo intimidire da lui. Li faccio entrare nella palestra e accendo tutte le luci. Vedo un altro mio amico, una specie di socio del proprietario, avvicinarsi a me. Porta la barba e i capelli lunghi legati, una maglietta stretta e pantaloni di tuta grigi con scarpe da ginnastica
-Nick mi ha detto che hai tempo fino alle sette- mi dice e se ne va senza lasciarmi parlare
Ora siamo completamente soli
-Preparatevi, li sono gli spogliatoi. Muovetevi!-
*****
Stringo bene le fasce sulle mani mentre aspetto i ragazzi. Indosso un pantaloncino largo rosso, scarpe da ginnastica e una maglietta larga che copre il seno e mezzo ventre e i capelli sono legati in una coda alta. Odio legarmi i capelli ma sono troppo lunghi e mi darebbero fastidio ora. Guardandomi intorno non noto molto cambiamenti, ci sono i soliti attrezzi per le varie pareti, i sacchi in una zona limitata, e il ring rosso posto un po' più in fondo della stanza. Guardo il ring dove mi allenavo per ore e ore e non posso fare a meno di far riaffiorare i ricordi di quel posto, tutti i pomeriggi e notti intere passate qua dentro. Ricordi che fanno male ma che mi aiutano ad andare avanti ogni giorno, a riuscire a superare le difficoltà ed ad aiutare gli altri. Sento un forte rumore e mi giro. Mi ritrovo i ragazzi mentre aspettano delle mie spiegazioni. Non sembrano molto felici, avranno visto i bagni probabilmente
-Mettetevi comodi- mi alzo e prendo due guantoni da box e davanti a me si trova un sacco bello grande che pesa circa il triplo di me
-Perché ci hai portato qui?- ripete questa volta Niall
-Dobbiamo partire da una storia- sorrido amara sapendo che è arrivato il momento, ma sono pronta
-Louis puoi aiutami?- indico i guantoni
Annuisce, si avvicina e con il suo aiuto metto i guanti. Lo ringrazio e lui e i ragazzi prendono delle sedie e a modo loro si siedono
-Parlerò al passato e non fate domande finché non avrò finito- Prendo un respiro profondo
-La storia parla di una ragazza, questa ragazza aveva una vita che tutti desideravano. Soldi, fama e un'amore incondizionato da parte dei suoi genitori e i suoi fan. Cioè una vita perfetta in poche parole, non c'è da dire altro. Lei era consapevole che doveva portare un'enorme peso sulle spalle e per questo crescendo cambiò. Non era più la ragazza semplice e dolce di una volta. Amava il pericolo e fare di testa sua ma non aveva mai esagerato. Niente fumo, niente alcol, niente droga. Rispettava sempre i limiti ma sapeva come divertirsi. Fin qui tutto normale perché questa ragazza era sempre stata forte e ambiziosa. Poi si è allontanata da tutto e tutti e fu così per... diciamo sei mesi più o meno. Possono sembrare una cavolata sei mesi, ma in questo mondo no. In questo mondo conta ogni singolo minuto che spendiamo. Poi...- sospiro cercando di cacciare via le lacrime