Capitolo Trentotto: Ospital
La mia sveglia suona impostata dal telefono, come ormai da anni, alle sei precise e la spengo per non svegliare Harry. La schiena mi fa male, questo materasso è scomodissimo maledizione.
Harry si sveglia con me, con un umore di certo non migliore del mio.-Che cazzo neanche in vacanza si può dormire tranquillamente- si gira dall'altra parte
-Scusa la sveglia, mi sono dimenticata di toglierla- gli dico alzandomi
-Non è stata la sveglia, ma questo materasso di merda- si tocca i fianchi
-Allora non sono io- ridacchio
-Devo farlo cambiare assolutamente- si siede sul letto
-Dove vai?- mi domanda quando vede prendermi la tuta
-A correre-
-Sei impazzita?- guarda fuori alla finestra
-Si muore di freddo a quest'ora- continua
-E allora?- alzo le spalle
Mi cambio velocemente; indosso una tuta rossa di felpina. Spero davvero che non faccia così freddo come sembra. Mentre allaccio le scarpe, Harry si alza e va verso l'armadio; non ci faccio molto caso e vado in bagno. Mi lavo il viso e lego i capelli in una coda alta. Scendo di sotto e trovo Harry sul divano, anche lui in tuta.
-Che fai?- domando
-Vengo con te-
-Perché?-
Alza semplicemente le spalle come risposta.
-Hai fatto colazione?-
Scuoto la testa.
-Dovresti mangiare-
-Tranquillo mangio ma dopo aver corso-
-Pensavo che volessi fare una dieta- sospira
-In realtà voglio farla. Ho già prenotato una visita al mio dietologo di fiducia-
Sbuffa sonoramente, mi avvicino alla porta ed esco seguita da lui
-Cosa avete fatto ieri tu e Gemma?-
-Un po di shopping e abbiamo parlato-
Iniziamo a correre mantenendo un passo piuttosto lento
-Sono felice che andiate d'accordo-
-Tu invece?-
-Sono andato a far visita alla famiglia di Robin, a Gemma non stanno tanto simpatici quindi è rimasta a casa-
-Mi sta simpatica tua sorella-
-Lei ha la mente più aperta rispetto a mia madre, riesce a non giudicare. Poi mi ha detto che ama i tuoi ruoli- ridacchia
Sorrido ma non rispondo
-Mary...- inizia
-Styles risparmia fiato- gli lancio un'occhiata e lo supero
-Vuoi la guerra eh- lo sento dire e cerca di raggiungermi
[...]
Torniamo a casa circa due ore dopo, mi fa ancora male la spalla e per la corsa ora anche le gambe. Il freddo poi ha peggiorato il tutto
-Io te l'avevo detto che faceva freddo-
-Potevi non seguirmi-
-Buongiorno-
Anne esce dalla cucina e ha i pugni sui fianchi. È vestita di tutto punto, come se stesse per uscire anche se stava mettendo a posto la cucina
-Ciao Mamma-