Capitolo 10

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SASCHA'S POV:
Non so cosa mi stava combinando quella ragazza, ma mi stava uccidendo.
Come accidenti faceva ad essere una così bella?
Il problema è che in questi giorni non mi sono sentito me stesso, non sapevo cosa mi stesse facendo questa ragazza.
Il giorno prima dell'uscita con lei, parlai con Simone, l'unico che forse, mi avrebbe potuto capire.
'Amico, ti stai innamorando' mi disse e io non ci volevo credere.
'Ma io non mi innamoro mai di nessuno'
'Si vede che lei ha fatto colpo'
Accidenti, era così vero.
Non ci volevo credere, come potevo essermi innamorato? Di lei, per giunta?
Simone mi ha dato dei consigli, però essendo che sa come sono, ha detto che la vede difficile per me.
Non so perché, ma voglio rischiare. Non ho ancora ben capito cosa provo per lei, so solo che non riesco a stare senza di lei da quando ci ho parlato quella sera mentre piangeva.
È stato l'unico momento in cui l ho vista debole, indifesa.
La sentivo lontana da tutti e tutte.
E infatti, quella sera, la feci ridere. E quello sì che era bello.
Il suo sorriso, il suo essere lei.
E pensare che io mi portavo solo ragazze a letto, come sfizio.
Accidenti a Sofia e al suo essere perfetta.
Ero pronto, ma avevo paura.
Se volevo affrontare una relazione, l'avrei dovuto fare con la più calma possibile.
È un'esperienza nuova, e solo con lei potevo affrontarla.
Dovevo essere vicino a lei, il problema era il mio passato.
Non tanto per le ragazze, di questo ormai sa anche la Regina Elisabetta d'Inghilterra.
Era per i miei ex amici, Sofia non sapeva nulla.
Chissà quando vorrà raccontarglielo Giuseppe..
'Tutto bene?' Mi distrasse Sofia dai miei pensieri.
Anche nel distrarre era perfetta. Con le sue labbra carnose, il suo corpo perfetto..
Sascha devi smetterla. Per lei.
'Si' dissi tremante.
Cazzo, quanto ero nervoso.
Quando sono nervoso mi scopo una ragazza e via, ma questa volta no, voglio che Sofia mi noti, voglio esserci nella sua vita.
Arrivammo in centro in 10 minuti. Ammazza, era veloce Simone a guidare.
Andammo al primo bar che vedemmo.
Beh, non si può proprio definire pranzo. Io e Sofia abbiamo preso una pizzetta mentre Simone e Nicole uno gnocco.
Girammo in centro per un po, e io vidi come Simone parlava a Nicole.
Era dolce, calmo, le teneva la mano e si baciavano.
Ma come faceva?
Io non so cosa sarò se starò con Sofia, però lei mi fa stare bene, anche più di una scopata.
'A cosa pensi?' Mi chiese Sofia.
Con tutto questo pensare, l'avevo trascurata. Non ho parlato con nessuno.
Timidezza di merda. Sei sempre stata con me, te ne potresti andare ora?'
'Nulla di importante' dissi.
'Sai essere poco convincente, Burci'
'Okkei, stavo pensando a te' dissi, perché odio essere chiamato per cognome.
'A me?' Chiese stupita.
'Non posso?'
'No è che.. Non so ma sei strano'
'Senti, che ne dici se andiamo a parlare io e te in un posto più privato?'
'E dove vorresti portarmi caro gentiluomo?'
'Casa mia?' Se andassimo a casa sua, suo fratello mi avrebbe cacciato a calci nel culo.
'Andata' confermó.
Salutammo Nicole e Simone e ce ne andammo.
Sascha ma, come ci arrivi a casa?
'Ehm, taxi?' Chiesi.
'Sascha, non hai pensato ad un altro modo per andare a casa?' Disse lei ridendo.
'Andare a piedi non conviene, ci metteremo mezz'ora si e no'
'Ho bisogno di digerire, ti prego'
'Ma se hai mangiato una pizzetta' Risi.
'Eheh Sascha, non sai molte cose di me'
Fidati, so abbastanza.
'Va bene, andiamo a piedi'
Ci incamminammo e parlammo a lungo, per la maggior parte delle volte ridendo.
Il suo sorriso, cazzo.

Him. ||Sascha Burci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora