Epilogo

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Sei mesi dopo..
'Dai Sascha, sbrigati!' Dissi, tirandolo verso l'edificio scolastico.
'Quanta fretta' disse, cercando di fermarmi.
Decisi di smetterla di correre e di trascinarlo.
Non si sarebbe mai sbrigato.
'Sono solo ansiosa per i risultati' dissi sospirando.
'Ti ricordo che ho assistito al tuo esame orale, e sei andata splendidamente' disse, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
'E tu mi hai stupito all'orale. Non pensavo che avessi studiato'
'Dubitavi?' Disse, appoggiando un braccio intorno al mio collo.
'Beh, forse' dissi sorridendo.
Aspettavo quel giorno da quando ero ritornata in quell'inferno.
In quei mesi io e Sascha ci vedevamo pochissimo, perché eravamo troppo impegnati con lo studio. Pensavo che fossero delle scuse per non vedermi, ma quando lo ascoltai esporre durante l'esame orale capii che si era veramente impegnato molto.
Ci incontravamo, oltre che a scuola, il sabato sera, per prenderci una breve pausa dagli impegni scolastici e pensare anche a noi.
Come aveva promesso, Giuseppe mi aiutò in tutto quel tempo.
Sapeva che era molto complicato per me, dato che era il primo esame importante che sostenevo, ma che si rivelò abbastanza semplice.
Speravo che fosse andato tutto bene, anche se Sascha continuava a ripetermi che era sicuro che ero passata.
Lui invece non aveva timore.
Si era preparato molto bene, non so come aveva fatto, ma non l'avevo mai visto così studioso.
Per fortuna, non avevamo avuto degli ostacoli.
Simone sembrava scomparso dalla circolazione.
Da quel giorno che aveva cercato di aggredirmi, non si era più presentato a casa, e non sapevo che fine avesse fatto.
Ma non me ne preoccupai più di tanto.
Sentii il cuore rimbombare più forte del solito.
Ormai eravamo davanti alla porta dell'edificio.
'Ehi' disse Sascha, interrompendo il mio stato di trans.
Scossi la testa e lo guardai.
'Entriamo?' Chiese, vedendomi paralizzata. 'Ti è passata la voglia di vedere i risultati?'
Mi strappò un altro sorriso, nonostante fossi molto agitata.
Entrammo e vedemmo un gruppo enorme di ragazzi che fissavano i quadri.
Alcuni uscivano in lacrime o delusi da lì, altri gridavano 'Sono passato!' o 'Sono passata!' o gridavano soltanto.
Provammo ad inserirci tra gli altri, ma ricevemmo gomitate e spintoni.
'Aspetteremo un po' disse, prendendomi per mano e tirandomi via da quella mandria.
'Non avevo mai visto gente così emotiva' confessai, vedendo tutta quella parte di giovani che non ce l'avevano fatta.
'Certo, fanno tanto i duri, poi quando qualcosa va male fanno i deboli' disse, infastidito.
'Mi ricorda qualcuno' feci un sorriso verso di lui.
'Io, debole?' Disse, attirandomi a se.
'Si, molto debole' appoggiai le mani sul suo collo.
'Tu dici?' Disse, lasciandomi degli umidi baci sotto il mento.
Gemetti silenziosamente per non farmi sentire dagli altri, quando cominciò a succhiare dolcemente la mia pelle.
Riuscì a farmi dimenticare il motivo per cui mi trovavo in quell'edificio.
'Non ne sarei così sicuro' disse, guardandomi.
'Come fai a farmi stare tranquilla anche in questi momenti di ansia?'
'Perché sono io' sorrise.
Aveva ragione.
Era semplicemente lui.
Notai che c'erano meno persone di prima davanti ai quadri, così mi avvicinai insieme a Sascha per dare uno sguardo.
Cercai il mio nome scorrendo con il dito sul foglio, fino a quando non lo trovai.
Avevo il cuore in gola.
Di fianco al mio nome, c'era il fatidico voto.
'Superato: 90/100'
Oh mio Dio.
Respiravo a fatica.
La gioia che provavo in quel momento era una sensazione nuova, come se avessi raggiunto l'unico traguardo che mi mancava alla felicità.
'Sascha, ce l'ho fatta!' Gridai entusiasta.
Lui aveva lo sguardo perso nel vuoto.
Come se..
No. Non poteva essere stato bocciato. Non ancora.
Lui scosse la testa verso di me.
Controllai subito il risultato accanto al suo nome.
'Superato: 75/100'
Mi sorrise e mi prese in braccio, entusiasta più di me.
'Sei impazzito? Credevo che ti avessero bocciato ancora' dissi, scompigliandogli i capelli.
'Sono così felice, piccola' disse, stringendomi tra le sue braccia.
'Anche io, Anima' dissi, stringendolo più forte.
Ce l'avevamo fatta.
Eravamo finalmente liberi.
Niente più ci ostacolava.
Il cuore, intanto, continuava a battermi all'impazzata.
Non ero mai stata la secchiona della classe, ma grazie a Giuseppe avevo superato quel grande traguardo.
Da quel momento, la mia vita avrebbe avuto un senso.
Anche se ce l'aveva già.
C'era Sascha con me, che aveva cambiato il mio modo di vivere.
Da quando i miei genitori morirono, non credevo di poter tornare alla vita di una volta.
Ma lui mi aveva fatto uscire dall'oscurità, mi aveva fatto rinascere, mi aveva fatto tornare il sorriso, mi aveva dato delusioni, ma anche momenti indimenticabili.
Lui era l'unico.
Lui era lui.

Him. ||Sascha Burci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora