Capitolo 36

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SASCHA'S POV:
Un mese.
Era passato un mese da quando avevo avuto la discussione con Sofia.
Era un mese che era in coma.
Come passai le festività?
Con lei, in ospedale.
Da quel fottuto incidente non si era più svegliata.
Ma era ancora viva.
Me lo ricordai subito; l'incidente, la polizia, gli invitati che mi mandavano a fanculo..
Tranne i miei vecchi amici, i Mates.
Giuseppe non sapeva se darmi la colpa o meno di quello che era accaduto, ma poi decise di non farlo.
Ma invece la colpa era mia.
Solo mia.
Se ne avessi parlato con lei dopo la festa, non sarebbe accaduto questo.
Non volevo lasciarla. Volevo soltanto farle capire che la amavo, ma che avevo paura di farla star male.
Non la avrei mai abbandonata.
Mai.
Ma lei aveva inteso il contrario, e quindi l'unico modo per vederla era attraverso un fottuto letto d'ospedale.
A cosa mi ha portato questa ragazza.
Fu l'unica che amai, la prima con cui mi frequentai, la prima con cui sorrisi, la prima che abbracciai..
Lei fu sempre la prima.
In tutto.
Amavo ogni singola cosa di lei. Quegli occhi verdi, che quando mi guardando mi facevano impazzire; quelle labbra carnose, che avevano sempre voglia di baciarmi; il suo corpo perfetto, che aveva bisogno del mio; il suo carattere, che era ciò che la caratterizzava.
Ero completamente cotto.
Ed ero lì, con lei distesa su quel fottuto letto.
Non si muoveva, ma respirava.
Le stringevo la mano.
Era fredda, come la mia.
Ricordai ogni momento in cui lei rabbrividì ai miei tocchi per le mie mani gelide, ma lei non lo disse mai.
Vederla in quello stato mi faceva stare troppo male.

Ad un certo punto, sentii la porta aprirsi.
'Sascha, è da giorni che sei qua dentro, va a casa' disse Giuseppe entrando, accompagnato da Stefano e Salvatore.
'È un mese che sto qui, e voglio che sia così' dissi deciso.
Se avevano intenzione di cacciarmi, non ci sarebbero riusciti facilmente.
'È l'unica cosa che mi è rimasta' singhiozzò Giuseppe. 'Se dovesse morire anche lei..'
Stefano lo interruppe con un abbraccio.
'Ce la farà Giuse, è una ragazza forte' disse lui, alquanto triste.
Salvatore evitava in ogni modo di guardarmi.
Forse pensava che la colpa di ciò fosse mia, e aveva ragione.
Solo che odiavo le persone che non mi dicono le cose in faccia.
Sentii una mano che si appoggiò sulla mia spalla.
Stefano.
Avevo fatto pace con lui, ormai eravamo buoni amici.
'Quando io e lei stavamo insieme, era tutto più semplice' disse, guardandola. 'Troppo semplice' precisò.
Cosa voleva dire?
Lo guardai confuso.
'Tra me e lei la relazione era così. Non c'erano complicazioni, non ci sono mai stati litigi, eravamo una delle tante coppie felici'
Rivolsi il mio sguardo verso di lei. Sembrava che il suo passato con Stefano la rendesse felice.
Ma io non sono lui.
'Cosa vuoi dirmi con questo?' Dissi, andando dritto al punto.
'Poi l'ho fatta star male per tu sai quale ragione. Ha già sofferto una volta, non merita di soffrire ancora. Sei perfetto per lei e, appena si sveglia, non abbandonarla' concluse.
Accidenti, aveva ragione.
Cosa mi passò per la testa?
Io e lei eravamo incasinati, ma perfetti insieme.
Io avevo i miei problemi, e lei i suoi.
Purtroppo, lo avevo capito solo in quel momento.
Perché ero così idiota?
'Vorrei chiedervi una cosa' disse Giuseppe, asciugandosi gli occhi. 'Voglio che il gruppo si riunisca'
Non capivo cosa volesse dire..
Oh, ma certo..
'Dici, riformare il gruppo?' Dissi.
'Siamo più legati di una volta. Tu e Stefano avete finalmente capito come si è amici' sorrise. 'Che dite? Ritornerò ad essere il vostro Papà?'
Salvatore lo guardò in modo strano.
'Io sono d'accordo' intervenne Stefano. 'È anche per lei, che voleva tanto farci riunire'
Cosa voleva Sofia? Perché non me ne aveva parlato?
'Lo faccio per lei, ma anche per me. Ho capito che devo essere meno stronzo e utilizzare di più il cervello nel modo giusto. Anche io ci sto' dissi, sorridendo a Giuseppe.
'Io non sono pienamente d'accordo' disse Salvatore.
Ci mancava solo il suo parere.
C'era d'aspettarselo.
'Non parlo con colui che ha quasi ucciso mia cugina' disse guardandomi.
'Non ero io a guidare quella fottuta macchina!' Dissi, in cagnesco.
Era la prima volta che riuscivo a difendermi.
Wow.
'Sei stato tu a farla uscire dal locale!' Disse, allo stesso modo.
'Calmatevi!' Dissero Giuseppe e Stefano.
'Sascha non c'entra nulla, hanno solo avuto una discussione, come ogni coppia. L'autista di quella maledetta auto è il colpevole' disse Stefano rivolto a Salvatore.
Lui mi guardò in modo diverso rispetto a qualche istante prima.
'Scusami, ho solo il terrore di perderla'
Disse scuotendo la testa.
'Ti comprendo' dissi, alzandomi dalla sedia.
'Abbraccio di gruppo?' Disse Giuseppe, o per meglio dire, Papà Vegas.
Ci abbracciamo e gridammo 'MATES!' nella stanza.
Eravamo tornati, più uniti di prima.
Ma aspetta..
'Questo porterà alla mia ricomparsa su YouTube?' Dissi pensieroso.
'Siamo un gruppo dentro e fuori YouTube, la scelta è tua' disse Salvatore, comprensivo.
Ero indeciso.
Non sapevo se ritornare su YouTube, perché ero impegnato con la scuola, in modo che così potessi vedere Sofia tutti i giorni.
Ma certo, lei.
Cosa avrebbe voluto per me?
Avrebbe voluto che ritornassi a fare video, ne ero sicuro.
Chissà se aveva mai visto dei miei video però, se lo avesse fatto, mi sarebbe saltata addosso e mi avrebbe chiesto autografi e selfie, ma non lo aveva fatto. Quasi nessuno mi conosceva per ciò che ero su YouTube, apparte qualcuno.
'Non so, devo pensarci. Voglio concentrarmi su di lei' dissi guardandola.
Mi avvicinai al suo corpo.
Questa volta, la sua mano era calda.
Si stava riprendendo?
Ad un certo punto, sentii un gesto che mi aspettavo da un mese.
Sofia mi strinse la mano, con quella poca forza che aveva, ma me la strinse.
'Mmh' uscii dalla sua bocca.
Si stava svegliando.
'Sofia' dissi, avvicinandomi alla sua faccia, e stampandogli un bacio sulla fronte.
'Sa-Sascha' disse, con gli occhi chiusi.
'Avete sentito? Chiamate qualcuno!' dissi emozionato.
La felicità che provavo in quel momento era indescrivibile.
Era viva. Era fottutamente viva.
'Sono qui, sono qui' dissi sorridendo e appoggiando la mia fronte alla sua.
'Sc-Scusami' sussurrò.
Che cazzo stava dicendo?
'No, no. Non devi scusarti di nulla. È tutta colpa mia. Non dovevo farti soffrire, in quel momento. Non meriti di stare così' gli stampai dei rapidi baci sulle labbra. 'Ti amo, non sai quanto'
Mi scese una lacrima.
Ancora a piangere sto?
Non riuscivo a non piangere.
La donna più importante della mia vita era viva, e saremmo vissuti per sempre felici con i nostri casini.
'Ti amo' disse, cercando di aprire gli occhi.
'Non sforzarti. Non aprire gli occhi. È tutto finito' dissi e in quel momento entrò un dottore.
Mi allontanai da Sofia per farla visitare.

Him. ||Sascha Burci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora