Capitolo 34

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La mattina seguente, dopo aver fatto colazione insieme a Giovanni e Giuseppe, decisi di raccontare a loro cosa era successo dopo che mi avevano parlato di Sascha.
Giuseppe disse che non se lo aspettava, dopo quello che mi aveva detto, però era contento di ciò; mentre Giovanni.. Beh.. Lui rimase senza parole.
Si alzò da tavola e andò sul balcone.
Lo seguii.
'Giovanni..' Dissi.
'Non capisco, prima dici che non vuoi più vederlo, e ora vuoi che sia la tua vita. Come è possibile?'
Non l'avevo mai visto così arrabbiato e deluso.
'Io lo amo Giò, e si, mi ha detto cose orribili, ma so che non le dirà più'
'Ma è Sascha, ti farà star male'
'Non accadrà un'altra volta'
'Meglio se vado a farmi un giro' disse scansandomi ed entrando in casa.
'Dove vuoi andare? Conosci a malapena questa città'
'Ma abbastanza per farci un giro' disse e uscì dalla porta.
Ero sconcertata dal suo comportamento, ma doveva capire che amavo Sascha, anche se era una persona di merda per le cose che mi aveva riferito.
Anche Giuseppe si alzò da tavola e venne ad abbracciarmi.
'Gli passerà' mi disse.
'Lo spero' dissi, delusa.
'Anche se Sascha è uno stronzo, non ti farà più del male, o dovrà vedersela con me'
'Ma se quando mi ha detto quelle cose tu non hai fatto nulla!' Dissi sorridendo.
'Avevi già sofferto abbastanza, e poi se lo avessi fatto, non mi avresti mai perdonato'
In effetti, aveva ragione.
'Come fai ad avere sempre ragione?'
'Sono tuo fratello, no?' Disse stampandomi un bacio sulla guancia e dirigendosi verso la porta.
'Vai da qualcuna?' Dissi con un sorriso.
'Eh? Ma no! Vado a cercare nostro cugino, chissà dove sarà finito'
'Va bene' dissi sdraiandomi sul divano.
'Ah, Sofia!' Disse mio fratello, gridando.
Mi alzai e andai verso di lui.
'Dimmi'
'Cosa intendi fare con Salvatore?'
Non ci avevo pensato. Avevo perdonato Sascha, ma io e Salvatore ci conoscevamo da una vita, e non mi aveva avvisato di nulla.
Mi sentivo tradita.
'Non ne ho idea' dissi sincera.
'D'accordo, vado'
'A dopo'

Dopo aver chiuso la porta, accesi la TV per vedere se stavano trasmettendo qualcosa di interessante, ma non fu così.
Allora, decisi di fare una cosa che non mi aspettavo di fare: i compiti.
Ebbene sì, anche se in questo mese non andavo a scuola, dovevo fare quei pochi compiti che ci avevano assegnato.
Mi ricordai anche che a Giugno avrei dovuto fare gli esami, e anche che Sascha doveva farli, ma non ero convinta che si sarebbe presentato quel giorno.
Giuseppe mi disse che l'esame di maturità era un grande passo, non sarebbe stato molto semplice, ma nemmeno impossibile.
Aveva frequentato la mia stessa scuola, e lui l'esame lo passò con 70.
Avevo paura, ma avevo lui con me, e mi avrebbe aiutato.
Cominciai a fare Matematica, poi passai a Tedesco, Italiano e Storia.
Avevo soltanto un piccolo problema: Storia. Era l'unica materia che non riuscivo a capire molto, ma dopo un po' ci saltai fuori.

Dopo un paio d'ore, terminai il mio  studio. Mi rimanevano Inglese, Francese e Latino, ma decisi di farli un'altro giorno.
Presi il telefono in mano e notai che mi erano arrivati dei messaggi da Sascha e.. Da Salvatore.
Sascha: Ehi piccola
Io: Ehi
Poi andai a vedere il messaggio di Salvatore.
Sasà: So che lo hai perdonato, ma a me non ci pensi? Sarò stato anche un coglione, ma voglio scusarmi per ciò che ho fatto, non avevo il coraggio di dirtelo, scusami. Però, perché hai perdonato lui e non me?
Non risposi a mio cugino.
Per il momento, con lui, non volevo averci a che fare.
Poco dopo, Sascha mi rispose.
Sascha: Credevo fossi morta.
Io: Stavo solo studiando.
Sascha: Quindi posso venire da te?
Appena lessi quel messaggio, sentii suonare il campanello.
Andai ad aprire, ed era proprio lui.
Quel ragazzo per cui avevo perso completamente la testa.
Ci guardammo per qualche istante.
'Non mi hai dato nemmeno il tempo per risponderti' dissi ridendo.
'Sapevo che avresti detto di sì'
Entrammo in casa, con le sue mani sui miei fianchi, e le mie braccia intorno al suo collo.
'E se ti avessi detto di no?' Dissi.
'Sarei venuto comunque'
'Che bravo ragazzo' dissi ironicamente.
'Eh già' disse e mi baciò.
Come faceva ad essere così calmo dopo quello passato la scorsa sera?
'Aspetta, Burci' dissi staccandomi da lui. 'Non ti ho ancora perdonato del tutto'
'Lo so' ammise. 'Non so quanto ci vorrà affinché tu mi perdona, ma ti amo, ricordatelo'
'Anche io' ammisi in un sospiro.
Suonarono, di nuovo, al campanello.
'Aspettavi qualcuno?' Mi chiese.
'In realtà no, a meno che non siano Giovanni e Giuseppe' dissi, e appena sentì il nome di Giovanni, Sascha si irrigidì. 'Andresti ad aprire tu?'
'Ovvio' disse lui.
Appena aprì la porta, vidi Simone e Nicole, e per poco non uccisi quest'ultima con un abbraccio.
'Come mai qui?' Chiesi.
'Beh..' Disse Nicole sorridendo. 'Non sono incinta'
Accidenti, me ne ero dimenticata che Nicole e Simone dovevano sapere questa cosa.
Che grande amica che sei Sofia.
'Hanno detto che è stato solo un semplice ritardo, ma non è incinta' disse Simone.
'Si, ma la prossima volta fate meno i coglioni' disse Sascha a disagio.
Probabilmente, non amava questo genere di argomenti.
'So cosa hai combinato, l'altra sera' disse il suo amico.
'Già si è venuto a sapere? Che velocità' disse l'altro agitato.
Cosa aveva ora?
'E dopo quelle cose che ti ha detto, sei riuscito a perdonarlo?' Mi disse, guardandomi male.
Come sapeva cosa mi aveva detto? Ci stava spiando?
'Senti, da te non voglio sapere nulla' dissi secca.
'Eppure sembrava così sincero..' Disse Simone, infastidendomi di più.
'Come sai sta cosa?' Chiese Nicole al suo ragazzo.
'Amici' disse rapidamente.
'Simone, questa è l'ultima volta che vieni a casa mia, che sia chiaro'
'Me ne vado anche ora' disse, uscendo dalla casa.
'Scusami Nicole, ma devo parlargli così, non so cosa gli ho fatto, e non voglio saperlo, ma deve star calmo con me' confessai a lei, mentre Sascha venne verso di me e mi abbracciò da dietro.
I suoi abbracci mi servivano sempre per darmi forza e per farmi star bene.
'Ultimamente, è molto strano. Hai fatto bene a trattarlo così, nemmeno io so cosa abbia nei tuoi confronti. Spero che gli passi'
'Chi lo capisce è bravo' rise Sascha appoggiando la testa sul mio collo.
'Ma tu non eri suo amico, Anima?' Sorrisi.
'Ti prego, non chiamarmi più così'
'Okkei, forse..'
'Forse è meglio se vado da lui' disse lei sorridendo, vedendo me e Sascha. 'Vi lascio soli' disse uscendo dalla porta.

Him. ||Sascha Burci||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora