Migliorare il passato [Cap. VI]

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Allison

La mattina successiva ero molto pensierosa, ero giunta al punto di poter sentire i miei neuroni borbottare tra loro

Non riuscivo ad allontanare dalla mente la scena della sera precedente e, sperai con tutta me stessa che la delusione e la sorpresa che avevo provato non fossero state tanto evidenti

L'ultima cosa di cui avevo bisogno era di catalogarmi come la ragazzina ingenua, colei che aveva fantasticato sul suo capo e sui pochi attimi passati assieme, per poi ritrovarmi a fare la figura dell'idiota

C'era anche da dire che non avevo la totalità della colpa: quei piccoli segnali d'interesse di Jack non li avevo immaginati, per anche il signor Blake dei miei stivali avrebbe dovuto collegare ragione e sentimento per capire cosa diamine stesse combinando

-Quel biscotto sta annegando nel latte...-

Alzai lo sguardo, trovando Benjmain seduto di fronte a me

-Credo sia il riflesso della mia dignità...-

-Sta annegando anche lei nel latte? - ribatté, squadrando la tazza azzurra che avevo poggiato sul tavolo

-Sto pensando al modo per poterlo evitare, ieri sera è stato più che sufficiente- commentai, con un mezzo sorriso prima di abbandonare la mia postazione per avvicinarmi alla cucina

Quasi senza rendermene conto, passai i successivi trenta minuti nel prepararmi, sistemare velocemente il salotto e a seguire Benjamin in macchina con direzione l'ufficio

Ero un fascio di nervi

Non avevo la minima idea di come comportarmi, qualsiasi possibile reazione mi sembrava potesse essere quella sbagliata

Alla fine optai per la peggiore delle ipotesi

-Ben...- incominciai, quando l'ascensore scalò dal terzo al quarto piano

Il ragazzo sollevò lo sguardo su di me

-Ci vediamo all'ora di pranzo...- ribattei, abbassando gli occhiali da sole sul mio viso

-Okay, ma perché...-

Non appena le porte dell'ascensore si aprirono, scattai in una corsa verso la scrivania di Stefany, afferrando la pila di documenti con su scritto il nome e, imitando un'atleta olimpionica, raggiunsi in una manciata di secondi il mio ufficio, richiudendomi la porta alle spalle

Dalla parete trasparente del mio studio, osservai un continuo andare avanti e indietro di tutti i dipendenti dell'azienda.

Jack e Drake sarebbero partiti nel pomeriggio e c'era un gran lavoro da fare tanto che, dalle lenti scure che coprivano i miei occhi, scorsi il mio capo, vedendolo totalmente immerso nella lettura di alcuni fogli.

Uno strano senso di tristezza mi pervase nel sapere che quella stanza sarebbe stata vuota nei successivi giorni

Cavolo mi sarebbe mancato

Scossi la testa, quasi a scacciare quel pensiero pericoloso e, con tutta la forza di volontà che possedevo, mi avvicinai alla scrivania per cominciare a lavorare

Sarebbe stata una lunga settimana, ne ero sicura

****

Rifugiata in quella stanza da una quantità di ore indefinite, lanciai una veloce occhiata al pranzo che avevo sistemato accanto al pc

Tirai fuori la forchetta e il coltello dalla confezione plastificata e, cominciai a eliminare la copertura del piatto così da potermi concedere una pausa 

Il nostro per sempre, felici e contenti [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora