Il mio pensiero [Cap. 24]

6.9K 307 6
                                    

Avevo sempre odiato la pioggia, fin da bambina.

E se ci aggiungevamo il mio malumore, il mio appartamento sembrava il club della depressione.

-Allison, io esco; rimango a dormire da Alex- gridò Ben dall'altra stanza.

Non risposi, avevo la bocca piena di pop-corn.

-Allie, mi hai sentito? -

Sentii il migliore ridere di gusto.

-Perché stai ridendo? -domandai

-Mi spieghi perché ti stai ingozzando così? - si sedette vicino a me sul divano

-Non lo so; mi sento sola- piagnucolai

-Amica mia, hai bisogno di fare del sano sesso, mi stai diventando una vecchietta depressa- ridacchiò

Gli lanciai il cuscino.

-Idiota- sbuffai

-Chiama Michael, sono sicuro che sarà più che felice di accontentarti- continuò a ridere

-Smettila- risi anch'io

-Vai, farai tardi- gli diedi una spinta per farlo alzare

Mi diede un bacio sulla fronte.

-A domani- sorrise e poi uscì.

Girando i diversi canali alla TV, vidi che stava facendo il Titanic.

Era il momento più bello: Rose era in equilibrio, retta da Jack, sulla barca.

Stavano per baciarsi, ma il campanello suonò.

Chi era la persona che aveva interrotto quel momento semplicemente fantastico?

Mi alzai e andai vicino al citofono.

-Chi è? - chiesi infastidita

-Allison, sono Jack-

Jack? Cosa ci faceva qui a quest'ora?

Gli aprii il portone. Corsi in camera mia.

Sembravo uno spaventapasseri: i miei capelli erano raccolti in una coda disordinata, ed ero in pigiama.

Sentii bussare alla porta.

-Un secondo-urlai

Sciolsi i capelli, dandogli un aspetto decente e, in un tempo da record, indossai una tuta.

Andai alla porta; guardai nello spioncino per essere sicura che fosse davvero lui e aprii.

-Ciao- disse non appena mi vide

-Jack- risposi

-Posso entrare? -domandò

Ero fidanzata e non credo che a Michael avrebbe fatto piacere sapere che nel mio appartamento c'era il mio capo, con il quale avevo avuto una relazione. E di cui ero ancora innamorata.

Lo vidi perdere l'equilibrio e si appoggiò allo stipite della porta.

-Sei ubriaco? - chiesi

-Un pochino- iniziò a ridere

-Vieni entra- mi spostai

I suoi vestiti erano zuppi ma, con i capelli bagnati e quell'espressione da cucciolo, era ancora più bello.

-Mi spieghi perché ti sei ridotto così? -

-Per colpa tua- sbuffò

-Mia? -ripetei incredula

Dopo tutto quello che mia aveva fatto passare, era anche colpa mia?

-Di tante persone, perché quel coglione di Michael? - si sedette sul divano

Il nostro per sempre, felici e contenti [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora