Jack
Mio padre sarebbe arrivato a breve nel mio ufficio, pronto a realizzare una sfuriata con i fiocchi e già percepivo il gran mal di testa che avrei avuto di lì a poco
Non eravamo mai andati d'accordo.
Mia madre aveva avuto una scappatella durante il matrimonio e rimase incinta di me, mio padre lo scoprì soltanto quando avevo quindici anni.
Avevo già il suo cognome, mi aveva già presentato "all'alta società americana" come suo successore nell'azienda, perciò preferì non divulgare la notizia.
Il motivo che aveva indotto mia madre a tradirlo era che mio padre era una persona molto assente, troppo preso dal suo lavoro. Anzi ne era ossessionato. Come anche la sua mania per il denaro.
Naturalmente non giustificavo il suo comportamento, ma non me la sentivo di biasimarla, rimanendo di fatto come una voce neutrale
Richard Blake, il mio caro padre, ha sempre posto la famiglia dopo il lavoro, ed è anche per quel motivo che aveva organizzato fin da quando eravamo bambini il matrimonio tra me e la figlia del suo migliore amico, nonché uomo ricchissimo, Trevor Smith.
Così da poter unire le due grandi aziende e diventare ancora più importante
Naturalmente non potevo non rispettare le decisioni di mio padre altrimenti, come mi aveva detto più volte, mi avrebbe presentato come il figlio bastardo e di come lo avesse scoperto recentemente. Avrei perso tutto: l'azienda, i miei soldi, il mio successo
Sarei stato su tutti i giornali, screditato da tutti gli uomini più emergenti di New York.
Ad aggravare il tutto, ci fu anche un problema ai tempi del college. Facevo parte di un gruppo che spacciava droga, anche se io non ne facevo uso. Era una sorta di ribellione, volevo essere il cattivo membro della famiglia. Quei ragazzi vennero arrestati e con loro finirono dentro anche alcuni clienti. Mio padre insabbiò la notizia di modo che io non fossi menzionato.
Da quel momento in poi, dovetti fare di tutto per accontentarlo. Insomma essere una sua versione, il figlio perfetto, nonostante non fossi suo biologicamente
Fin a quel momento non era stato un problema per me: Lola era una gran bella ragazza, era interessata ai miei soldi e non aveva bisogno di una solida e fedele relazione tanto che entrambi non perdevamo occasione di qualche avventura da una notte
Eravamo stati preparati alla vita dell'alta società e sapevamo perfettamente come comportarci da fidanzati innamorati, senza creare il benché minimo dubbio alla stampa
Ma soprattutto, sia io che lei, non avevamo intenzione di deludere i nostri padri: nonostante i loro atteggiamenti ipocriti e meschini, entrambi vivevamo nella costante ricerca della loro approvazione
Forse perché nella mia vita, non avevo mai ricevuto alcuna forma d'affetto da parte sua, mai un "sono orgoglioso di te", neanche quando non sapeva di essere mio padre, e in qualche modo volevo renderlo fiero di me
E alla fine, avevo tutto ciò che si potesse desiderare
A scombinare i miei piani era stata Allison: era riuscita a capovolgere il mio mondo fatto soltanto di feste, gente falsa e nessun legame veritiero
La porta del mio ufficio si aprì, mostrano la figura del grande Richard Blake che mi strappò dai vari pensieri che si susseguivano nella mia mente
Come sospettavo, mio padre non aveva tardato ad arrivare
-Buongiorno figliolo- disse calmo, troppo calmo per i miei gusti
-Papà, ben tornato- risposi con lo stesso tono di voce
-Allora come vanno gli affari? E' da qualche settimana che non mi faccio vedere- commentò, abbottonando l'elegante giacca nera, mentre si sedeva su una delle eleganti sedie davanti la mia scrivania
-Molto bene. L'accordo con l'azienda francese sta dando i suoi frutti- spiegai
Annuì.
-Ma non credo tu sia per questo-
-Ho parlato con Lola- continuò
-Dovevo immaginarlo- affermai con un lieve sorriso amaro sulle labbra
-L'hai lasciata-
-Esattamente- confermai
-Ma perché? E' una bellissima ragazza, ricca..-
-Ed è la figlia di Trevor Smith- aggiunsi annoiato
-Perderemo la metà dei nostri clienti e...-
-Non c'è solo il lavoro nella vita papà- ribattei, alzandomi dalla poltrona per voltarmi verso la parete in vetro
-Quindi è vero che l'hai lasciata per la tua segretaria. Com'è che si chiamava... Allison Moore- mormorò, schioccando le dita
Mi irrigidii, continuando a mantenere la concentrazione davanti a me
-Te l'ha detto Lola vero? Com'è caduta in basso-
-Quella ragazza è interessata soltanto ai tuoi soldi- obiettò
-Lei è interessata ai soldi, certo. E Lola, allora? -
-Lola possiede milioni, questa Allison, invece? E' solo una segretaria-
-Sono affari miei con chi esco o meno, papà- ribadii, voltandomi verso di lui
-Devi finire questa "relazione" con la tua segretaria, me lo devi- disse tranquillo
-Non è colpa mia se la mamma ti ha tradito - precisai, mantenendo a stento la calma
-Ti ho riconosciuto come mio figlio anche se non lo sei, okay? Tutto quello che hai avuto e che, in realtà, sarebbe toccato solo a tua sorella, lo devi a me. Quindi metti da parte quella ragazza e torna da Lola- disse
-Ma ti senti? Parli di entrambe come se fossero dei contratti- commentai amaramente, ricevendo soltanto un'occhiata di aspettativa
-Io faccio quello che voglio-
-Sappiamo entrambi che non puoi. Sei davvero pronto a rinunciare a tutto per queste ragazza?-
-Non devo per forza rinunciare a tutto- aggiunsi
-Sì invece. Se tu continui questa relazione con la tua segretaria, io dirò a tutti la verità. Niente più azienda, niente bella vita. Non mi sarà difficile far sapere che sono stato ingannato fino ad ora riguardo la mia paternità. Inoltre tutti i tuoi amici perderanno il loro lavoro. Smith non farà di certo accordi con noi, dopo che tu hai lasciato sua figlia. Potrei mettere a capo della azienda quel Michael Twin, so che è molto bravo nel suo lavoro. Sta a te decidere- concluse, lasciandomi impotente davanti quella situazione
-Buona giornata figliolo- aggiunse, uscendo dal mio ufficio con un pesante tonfo della porta
Gettai a terra tutti i fogli che erano sulla scrivania, in un momento di pura rabbia
Uscii anch'io dalla stanza, raggiungendo immediatamente Allison
Aprii la porta e la richiusi violentemente, dando un paio di mandate alla chiave e abbassando le tendine
Incominciai a camminare avanti ed indietro, sentendomi prigioniero in una situazione che non mi piaceva per niente
-Ciao anche a te- commentò, osservandomi
-Dobbiamo parlare- dissi, guardandola molto seriamente
Sentii un pesante macigno all'altezza del petto, rammaricandomi nel vedere quell'espressione preoccupata che presto si sarebbe trasformata in rabbia e rancore verso di me.
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Il nostro per sempre, felici e contenti [In revisione]
RomancePuò una giornata qualsiasi, diventare l'inizio di una grande storia d'amore? E' quello che accade ad Allison e Jack, che dopo un incontro non molto romantico, si ritrovano a lavorare insieme. I due ragazzi non potrebbero essere più diversi: lei, so...