Non mi arrendo [Cap. XVII]

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Nella foto la bella attrice Phoebe Tokin ovvero il personaggio della storia Lola Smith :)

Lola

Sospirai nuovamente, guardando le mie unghie smaltate di un color blu notte ticchettare nervosamente sul tavolo di legno del mio ufficio

Un paio di colpi alla mia porta interruppero i miei pensieri e con un"avanti" pronunciato con voce acida, un uomo dai corticapelli biondi e occhi verdi varcò l'entrata del mio ufficio.

Si fermò davanti la scrivania, con le mani all'interno dell'elegante completo blu e quel silenzio mi rendeva più irritata di quanto giànon fossi

-Allora Mike, sto aspettando- mormorai, dirigendo il mio sguardo su di lui

-Non ho nulla da dirti in realtà- ribatté con un accenno di divertimento, mentre mi fissava con quegli occhi magnetici

Deglutii,sentendo la gola improvvisamente secca e distolsi subito la mia attenzione da lui, concentrandomi su altro

-Ho saputo che il grande colosso Jack Blake ti ha mollata- incominciò

Mi alzai dalla sedia, camminando verso di lui

-Per ora- specificai

-Duro colpo da mandare giù signorina Smith? Sarà difficile dimenticare un uomo come lui-

-Sai, la gelosia ti dona Mike- dissi, con sorriso

Lui scosse la testa, spostandosi verso la porta

-Qual è il prossimo passo? -

-Sto per andare nel suo ufficio- risposi, poggiandomi al bordo della scrivania

-Perfetto, ti aggiorno per il viaggio a Londra- continuò, voltandosi per andare via

-Mike?- lo richiamai, con tono quasi disperato e non era da me

Non era neanche nel mio stile la successiva domanda che posi

-Ci vediamo prima che tu parta? -

-Pensa al tuo affare con Jack, Lola. E' questa la tua priorità, giusto? -ribatté, con una lieve ironia, prima di uscire sbattendo la porta

Sospirai pesantemente, passando le mani tra i miei capelli

Non puoi essere una Smith soltanto quando ti conviene, tesoro; la frase che maggiormente i miei genitori mi avevano ripetuto nella vita, cominciava a darmi sui nervi

Con un altro profondo respiro, afferrai la giocca color bianco perla e mi affrettai ad abbandonare il mio studio, per nullapronta a parlare di nuovo con il mio ex fidanzato.

Una risata nervosa lasciò le mie labbra: pensavo chesarei stata io a mettere fine a quella specie di relazione.

Bloccai gli sportelli della mia Audi nera tramite ilpiccolo pulsante delle chiavi, dirigendomi verso l'ascensore epoggiandomi contro la sua parete argento

Arrivata al piano giusto, spostai leggermente gli occhiali da sole, dando una rapida occhiata alle persone presentisenza scorgere il diretto interessato.

Svoltai verso la scrivania di Stefany, schiarendomi la voce per attirare la sua attenzione.

-Vorrei parlare con il signor Blake-

-Il signor Blake è partito per qualche giorno, tornerà lunedì mattina-rispose, voltandosi per prendere un foglio appena uscito dallastampante

Annuii appena, passando alla domanda seguente

-E Drake Travis? -

-E' con il signor Blake- confermò il dubbio che cominciava a nascere nella mia mente

Indietreggiai di un passo, andando verso una stanza precisa: l'ufficio di Jack

Mi  chiusi la porta alle spalle, raggiungendo la sedia girevole sotto il leggero rumore dei miei tacchi costosi contro il pavimento

Digitai qualche lettera, trovandomi lo schermo del mio ex alla mia mercé

-Piccolo consiglio dolcezza, cambia password quando termini una relazione-sussurrai, prendendo il controllo del mouse e aprendo una cartella:"permessi"

Come pensavo: Benjamin Steward, Alex Dennis e Allison Moore assenti fino alunedì.

Con un altro paio di click, risalii al sito tramite il quale aveva acquistato due biglietti per Los Angeles e la sua segretaria veniva da lì.

Avevo imparato a memoria il suo fascicolo

Poggiai la schiena sul morbido materiale della sedie, decidendo il da farsi, ma lo squillo di un telefono cambiò i miei programmi

Alzai la cornetta, rispondendo "ufficio di Jack Blake" e un sorriso appena accennato apparve sulle mie labbra quando capii che stavo parlando con Blake senior

-Lola, che piacere sentirti. Jack è lì con te? -chiese

-No, sto svolgendo alcune pratiche nel suo studio- risposi, battendo una mano sul ginocchio

-Sei in città Richard? -domandai subito dopo

-Sì, sono appena rientrato. Perché? C'è qualche problema con l'accordo?- ribatté e potei sentire soltanto dalla sua voce quanto la parola"problema" si fosse connessa a "soldi"

Alzai gli occhi al cielo, reprimendo la voglia di attaccare la chiamata

-Sarebbe meglio parlarne da soli, magari domani a pranzo -proposi

-Va bene. Sai dov'è Jack? Il suo cellulare è staccato-

-E' partito per Los Angeles- risposi, sapendo che avevo appena scatenato l'inferno

-Suppongo che anche questo sia un argomento del quale parlare domani, esatto?-

-Già. Ora devo andare Richard- mormorai atona, ricevendo un saluto da parte sua e così da poter staccare

Fissai lo schermo del computer, poggiando i gomiti sulla superficie dellascrivania

Non sei l'unico a dover fare dei sacrifici Jack.



Il nostro per sempre, felici e contenti [In revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora