3.

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Poso le chiavi sul mobile in cucina e vado verso il salotto, mentre Touka si mette la divisa e va a lavorare. Noto che sul tavolino del salotto ci sono dei fogli con dei disegni e alcuni colori. <<Kyoko nee? Sei tu?>> dice una vocina dal corridoio, da dove spunta una bambina con corti capelli bruni e occhi castani <<Ciao Hinami>> saluto dolcemente. Hinami è tenerissima e mi sono da subito affezionata. Lei, dal canto suo, mi ha subito affibbiato il soprannome di "onee-chan". Corre verso di me e mi abbraccia <<Com'è andata a scuola?>> chiede quando ci sciogliamo <<Abbastanza bene. Tua madre non c'è?>>lei scuote la testa. Mi avvicino al frigo <<Hai fame? Ti faccio un caffè, o magari un hamb...>> mi interrompo subito. È un ghoul, idiota. Lei mangia carne umana. Hinami mi guarda perplessa. <<Scusa>>. Scuote la testa come a dire "non fa niente". Restiamo per qualche minuto in un silenzio imbarazzante. <<Nee-Chan>> mi giro verso Hinami <<Sì?>> lei sospira <<Ecco...che sapore hanno le torte? Le mangiano tutti e vorrei tanto sapere come sono.>>
<<Beh, le torte sono...dolci, molto dolci. Come quando bevi il caffè con tanto zucchero. E poi sono cremose e morbide>> lei sospira <<Vorrei tanto essere come te, per mangiare tutti i cibi degli umani. >> come me? Sono solo una ragazza frutto di un esperimento, senza genitori, identità, né tantomeno un infanzia. <<Credimi Hinami, essere me non è proprio il massimo.>> le do un bacio sulla fronte e sorrido, cercando di smorzare l'atmosfera triste che si è creata. <<Che ne dici se andiamo da Touka?>> lei annuisce e scendiamo.
Il profumo di caffè ci investe, mentre Touka e Yoshimura servono i clienti, io decido di fare un giro. Percorro le strade di Tokyo, stringedomi nella giacca e ammirando ogni vetrina. Metto le mani in tasca e sento un oggetto. È la lettera che mi ha dato la donna che mi ha tirato fuori dall'incendio. Me la porto sempre appresso, quasi come se averla con me potesse in qualche modo trovare quella sconosciuta. Mi rifugio in un bar e, davanti a una tazza di caffè caldo, leggo la lettera per l'ennesima volta. L'ho letta così tante volte che ormai la potrei recitare a memoria.
Il suo nome è Kyoko. Ha sedici anni. Per tutto questo tempo è stata chiusa in una stanza, senza mai vedere il mondo. Lei è frutto di un esperimento condotto dalla Yamori corporation; esse sono persone malvagie, che hanno trasformato dei neonati in ibridi tra ghoul e umano. Devono pagare.
Se questa lettera è capitata in mano a degli umani, vi chiedo di non avere paura di questa ragazza, ma di fare in modo che non si trasformi in un mostro. Se invece siete dei ghoul...beh, non so come sia fatta la vostra società, ma vi prego di accoglierla all'interno di essa e darle una vita. Una vita vera, non una vita rinchiusa in una stanza, senza ricordi né identità.
P.S. Kyoko, se tu dovessi mai leggere queste parole, sappi che tu non hai colpa di tutto ciò. La Yamori ti ha rubato tutto, ma tu puoi riprendertelo. Spero che troverai una famiglia, degli amici e magari un ragazzo. E ricorda: non diventare il mostro che loro vogliono che tu sia.

Le ultime parole mi fanno quasi piangere. Prendo un gran respiro e rimetto la lettera in tasca. Pago e esco dal bar. Sta facendo buio ed è meglio che io torni a casa. Mi guardo intorno: i lampioni si accendono, le mamme preparano la cena. Alcune persone tornano a casa, altre escono. La vita diurna finisce ed inizia quella notturna. Ed è ora che i ghoul vanno a caccia. È una delle prime cose che ho imparato all' Anteiku: L'ora della caccia è sempre la notte. Vago nelle strade senza una meta precisa, finché non mi ritrovo in un vicolo semibuio, illuminato solo dalla luce fioca di un lampione mezzo rotto. Intravedo due figure che stanno litigando. <<Vattene di qui! Questo è il mio territorio!>> urla uno dei due <<E chi se ne frega! Sono io che ho trovato quell' umano e ora è una mia preda!>> vedo un qualcosa in mezzo ai due e realizzo che è una persona. Ha il ventre aperto e sanguinante e gli occhi spalancati. Realizzo che sono due ghoul. <<Ti ho detto che questo é il mio territorio! Vattene! >> urla uno dei due prima di aggredire l'altro. Lottano tra loro, mentre il corpo rimane riverso a terra. Li fisso senza muovermi, senza sapere cosa fare. Cerco di fermarli, ma mi esce solo un timido singhiozzo. Entrambi si accorgono della mia presenza e mi fissano con i loro occhi affamati. La kagune spunta automaticamente dalle mie spalle. <<Non lo ripeterò di nuovo: Questo è il mio territorio. Vattene ragazzina.>> vorrei rispondere, ma intravedo un'altra persona in fondo al vicolo. Nella poca luce che c'è riesco a intravedere un vecchio con i capelli lunghi e bianchi e una valigetta. CCG. Ritiro la kagune e corro via, mentre i due ghoul ridono; ben presto le risate si trasformano in urla quando l'uomo li raggiunge. Mi metto il cappuccio e corro a casa, dove Touka mi aspetta per una ramanzina <<Dove diavolo sei stata? Sono quasi le nove!>>
ti hanno preso tutto.
Ignoro la predica e vado in salotto.
<<Domani mi accompagni da Uta?>> chiedo.
Ma tu puoi riprendertelo.
<<Per fare che?>>
Non diventare il mostro che loro vogliono che tu sia.
<<Ho bisogno di una maschera. È ora di imparare a cacciare.>> vado in camera, lasciandola con le mani sui fianchi e la faccia stupita.

Spazio autriche
Aye! Come vaaa?
Visto che carina Kyoko che va a caccia?
Ci vediamo alla prossima!

Hybrid || Tokyo ghoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora