27.

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Kyoko sorrise e si sedette sul suo letto, seguita dal fratello.
<<Sembri felice.>> Commentò lui.
<<Lo sono. E dovresti esserlo anche tu.>>
E Shiro lo era. Teru era stato arrestato e, con lui in prigione e Kazuki morto, la Yamori era stata  eliminata; lui e Yume erano diventati una coppia e se stava ancora imparando come essere un buon fidanzato, anche se non era facile. Tutto stava andando finalmente per il verso giusto.
Ma mancava ancora qualcosa.
<<Dovremmo liberarli.>>
Shiro si voltò verso la sorella  <<Chi?>>
<<Gli altri ibridi. >> Vedendo il suo sguardo perplesso, aggiunse <<Insomma, loro sono come noi e hanno diritto di essere liberi.>>
<<Significherebbe liberare altri ghoul in giro per la città.>>
<<Se tu fossi al posto loro adesso non vorresti uscire?>>
Lui sospirò. Sua sorella aveva vinto. Quando comunicarono il proprio piano alla madre lei non poteva esserne più entusiasta. <<Vi accompagnerò io. Conosco quel posto come le mie tasche.>>

Non appena i tre scesero dall'auto, Kyoko guardò il vasto edificio davanti a lei: era un enorme grattacielo i quali vetri erano stati oscurati, eccetto quelli dei piani più alti. Guardò il lato a est dove si trovava un alone di fuliggine, traccia dell'incendio che aveva fatto scappare lei e Shiro e si accorse all'improvviso di non aver idea di cosa fare: nella sua testa lei e suo fratello entravano, liberavano gli altri ibridi e tutto si concludeva con un lieto fine, ma non aveva preparato un piano. E se ci fossero stati altri uomini della Yamori? E  se gli ibridi fossero stati aggressivi con loro? Guardò Shiro con aria interrogativa. Lo vogliamo davvero?

Non vide alcuna traccia di esitazione in lui e finalmente decise di entrare. Si trovarono davanti una hall, identica a una qualsiasi reception di un ufficio. <<Qui veniva controllata l'entrata dei dipendenti tramite i cartellini.>> disse Junko  con lo stesso tono di una guida in un museo. Shiro si accorse che il posto era deserto e chiese :<<Come mai non c'è nessuno?>> 

<<Beh, Kazuki è morto e il suo braccio destro è in carcere. La gente si sarà spaventata e avrà abbandonato tutto, ma scommetto che hanno lasciato gli ibridi a marcire qui dentro.>> la punta di rabbia nella voce della donna fece capire ai gemelli quanto lei si sentisse in parte madre anche degli altri esperimenti. Continuarono per corridoi vuoti e era evidente che nessuno ci metteva piede da tempo: c'erano fogli sparsi sul pavimento e scrivanie in disordine, come di chi è fuggito in fretta. Kyoko si soffermò a esaminare alcuni oggetti che erano in terra. Foto di famiglie, oggetti decorativi, post-it. Pezzi di vita di diverse persone che avevano lavorato per la Yamori, fatto del male forse senza nemmeno volerlo e che ora se ne erano andate, spaventate e forse pentite per ciò che avevano fatto. Provò quasi pietà per loro, ma si riscosse, ricordando il vero motivo per cui era lì. Junko li guidò per i vari piani in totale silenzio e non incontrarono anima viva, fino a che non arrivarono davanti a una porta in metallo. La donna fissò la porta a lungo, immersa dai ricordi dei sedici anni passati in cui oltrepassava quella porta ogni giorno, ogni singolo giorno, dove vedeva i suoi figli crescere e trasformarsi in macchine da guerra, consapevole che erano lì a causa della sua debolezza. Kyoko le sfiorò timidamente  la spalla e lei si riscosse. <<Gli ibridi sono oltre questa porta. Andate, io ho bisogno di un momento.>> la figlia le strinse la mano per farle coraggio e proseguì insieme al fratello. Il lungo corridoio che si trovarono davanti, pieno di stanze su entrambi i lati, provocò un'ondata di sentimenti contrastanti in entrambi: gioia, timore, rimorsi, voglia di aprire tutte quelle porte in una volta e poi correre via insieme agli altri mezzi ghoul. Il corridoio era suddiviso in fasce d'età e i due guardavano dalle finestrelle poste su ogni porta: c'era chi girava nervosamente per la stanza, chi rimaneva seduto in attesa e chi aveva preferito allenarsi fisicamente. Era evidente che avessero capito che c'era qualcosa di strano. Probabilmente non mangiavano né ricevevano ordini dei superiori da tempo. Si fermarono alla fine del corridoio e Kyoko sospirò: <<Siamo ritornati alle origini, eh?>> <<Già.>> poi i due rimasero in silenzio, ma con lo stesso pensiero che correva nelle loro teste: li libereremo?  Farlo sarebbe stata la cosa più giusta, ma avrebbe significato esporli a un mondo che li considerava mostri, al CCG, agli altri ghoul, a organizzazioni violente come l'Aogiri o i Pierrot. Era forse meglio lasciarli al sicuro dentro a quelle stanze, che non erano altro che prigioni, incarcerati dentro un'illusione che durava da una vita? i gemelli si guardarono negli occhi e, quasi si fossero letti nel pensiero, aprirono la prima cella.


Spazio autrice:

suspence che come sapete adoro :3. E CI STIAMO PERICOLOSAMENTE AVVICINANDO AL FINALE 

alla prossima :3

Hybrid || Tokyo ghoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora