"Tesoro, hai preso il giornale?" mio padre entrò in ufficio facendomi spaventare.
"Si!" posai velocemente il documento dentro il cassetto e presi il giornale.
"Cosa avevi in mano prima?"
"Ehm, niente" sorrisi falsamente.
Alzò le spalle ed uscì dalla stanza.
Dovevo andare più a fondo su questa cosa, non mi convinceva per niente. Il solo pensiero di essere stata adottata mi fa rabbrividire e non credo di riuscire a superare una cosa del genere. Ho avuto troppi problemi tutti insieme, Heron, la scomparsa di mia sorella e... Beh, la fortuna a quanto pare non fa per me.
Scoprirò molto presto ciò di cui parlava quel documento e spero che non sia ciò che penso...
********La casa di Collin e Karen è meravigliosa, non potevano meritare di meglio. È piccolina, ma ben arredata per due persona ed una in arrivo.
"Non mi aspettavo per niente una sorpresa del genere da lui, è un ragazzo fantastico e... Wow, non potevo chiedere di meglio" stampò un bacio sulle labbra al suo ragazzo.
"Quando il matrimonio?" feci l'occhiolino.
"Ehi, ehi, ehi... Frena!" ridacchió Collin.
Alzai le spalle e risi.
"Spero presto, ma comunque credo dopo che avrò partorito" sorrise Karen.
"E tu, New York ti aspetta" continuò.
"Spero di potere iniziare una nuova vita e ricominciare" abbassai lo sguardo.
"Questa tua coinquilina è simpatica?"
"Ci ho parlato per telefono e sembra simpatica, è davvero carino da parte sua ospitarmi, il tempo di trovare un appartamento" sospirai.
"Però mi hai detto che non è proprio casa sua"
"Si, vive con una ragazza che ha conosciuto lì"
"Da quanto si trova lì?"
"Da quel che mi ha detto, da... Un anno circa" dissi vaga.
"C'è qualcosa che non va?" chiese Collin mettendomi una mano sulla spalla.
"Beh, io... Devo scoprire una cosa" dissi già preoccupata.
"Cosa?"
"Stamattina, nell'ufficio di mio padre ho trovato un documento di adozione"
"Tu pensi che...?" Karen sbarro gli occhi.
"Non lo so, non lo so... Ma qualcosa mi dice che non c'è nulla di buono" agitai le mani.
"Stai tranquilla, non sarà niente" Collin sorrise.
"Lo spero" dissi sottovoce.
"Grace, squilla il tuo cellulare"
"Si, lo prendo subito" era un numero a me sconosciuto, ma risposi lo stesso.
Al telefono:
"Ehm, salve sono Ariana"
"Scusi, deve avere sbagliato numero" dissi stranita.
"Non si ricorda? Sono la sua futura collega!"
"Ah si! Mi scusi mi ero totalmente dimenticata del suo nome"
"Non si preoccupi, lei è Grace Barker giusto?"
"Si, qualcosa non va?"
"C'è un problema lei..." non riuscivo a sentirla bene, si sentivano delle urla che sembravano quelle di una bambina.
"Chloe, silenzio... Devi aspettare la mamma per fare quello che devi fare.... Vai in camera tua!" sentii rimproveri.
"Mi scusi, è la figlia della mia amica, ha due anni ed è monellina" si scusò.
"Non si preoccupi"
"Le stavo dicendo che deve essere a New York tra quattro mesi, mi dispiace ma l'azienda ha deciso così"
"Si certo.... Capisco"
"Allora ci vediamo"
"Arrivederci e grazie"
Non ci voleva questo. Per niente.
"Che è successo?" chiese Collin.
"Devo andarmene a New York tra quattro mesi" sospirai.
"E la nascita del bambino?"
"Mi dispiace" abbassai lo sguardo.
"Tranquilla, quando nascerà verrai a trovarci" Karen si intromise.
Annuii e alzai le spalle.
************
"Tra quattro mesi?" chiese mia madre triste.
"Si" sorrisi.
"Spero che tu abbia fatto la scelta giusta" mio padre mi abbracciò.
"Lo spero anche io" sussurrai sorridendo.