Era lei

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Bussai alla porta con le mani tremanti, aspettando che aprissero.

"Ehi ciao! Tu dovresti essere... Grace?" mi aprì la porta una bellissima ragazza, alta, bionda e con degli occhi verdi enormi.

"Si sono io!" entrai posando la valigia vicino l'ingresso e guardandomi attorno.

Era una casetta davvero graziosa e moderna.

"Ariana!!!!!" scese una bambina piccola dalle scale.

"Chloe..." le diede un bacio sulla guancia e la prese in braccio.

"Accomodati pure in salotto" mi indicò il divano e mise la bambina seduta accanto a me.

"Chi sei?" Chloe mi guardò con quegli occhi azzurri magnetici.

"Sono Grace" le sorrisi.

"Sai dov'è la mia mamma?" chiese con quella vocina dolce.

"Chloe, tua mamma è andata a lavorare" Ariana si intromise.

Mi sentivo un pó a disagio in un posto che non era casa mia, ma ci avrei fatto l'abitudine. New York è totalmente diversa da Seattle, ma anche lei ha un suo fascino.

"E dove lavora mamma?" che tenera.

"Fa la modella e la fotomodella" le si avvicinò e le toccò il nasino.

"Come quell in TV, che hanno degli abiti bellissimi?" chiese con lo sguardo incantato.

"Esatto" le sorrise.

"Vado a giocare" si alzò e salì le scale lasciandoci sole.

"È davvero dolce e bella" sorrisi.

"Già... Ha preso da sua madre, è una bellissima ragazza" si avvicinò.

"Lo immagino, quindi è una modella?"

"Si, lavora alla Victoria's Secret" sorrise.

"Wow" dissi sorpresa.

"Già"

"Tu invece?"

"Io, beh, lavoro in questa profumeria che aprirà tra qualche giorno"

"Da dove vieni?"

"Dall'Australia" abbassò lo sguardo "qui mi trovo meglio" sorrise "e tu?"

"Beh io, dopo un'adolescenza piena di casini e la scomparsa di mia sorella... Eccomi qui" risi amaramente.

"Mi dispiace per tua sorella" mi mise una mano sulla spalla.

Alzai le spalle e sospirai.

"Spero che ti troverai bene qui"

"Credo di si" sorrisi e mi alzai.

"Puoi andare a sistemare le tue cose. La tua stanza è al piano di sopra, l'ultima porta a destra" mi indicò le scale.

"Ok grazie" presi la valigia ed iniziai a salire al piano di sopra.

La stanza era spaziosa ed in ordine, c'erano un letto, un armadio ed una scrivania molto ampia.

Iniziai a posare tutto nell'armadio ripensando ai miei giorni a Seattle, chissà come stavano lì.

Finito di sistemare tutto decisi di chiamare tutti per dire che ero arrivata e che stavo bene.

Come inizio qui non era male.

*********

"Chloe, dai, non fare i capricci!" scesi le scale guardando Ariana litigare con Chloe per degli stupidi cioccolatini.

"Avanti solo uno" la pregò con gli occhi dolci.

"Eh va bene, tieni" sbuffó e gliene porse uno.

"Senti, io vado a comprare alcune cose, ci vediamo dopo!" si rivolse a me ed annuii.

"Allora piccola, cosa ti va di fare?" mi abbassai alla sua altezza.

"Guardiamo Spongebob!" si buttò sul divano.

"Ok" alzai gli occhi al cielo. Odiavo Spongebob, ma questa bambina era troppo dolce.

Come non detto Chloe si addormentò sulle mie gambe, cosí ne approfittai per cambiare canale, questa spugnetta gialla mi stava dando sui nervi.

Sobbalzai quando bussarono alla porta, probabilmente era Ariana.

Aprii e mi ritrovai davanti un ragazzo bellissimo, alto, con i capelli arruffati scuri e gli occhi scurissimi profondi.

Restò per un attimo a fissarmi, ma poi finalmente aprì bocca.

"C'è Ariana?" chiese alzando la testa per guardare dentro.

"Mh, no. È la tua ragazza?" chiesi troppo curiosa.

"Non ti riguarda e comunque no" disse acido.

"Hai risposto lo stesso alla mia domanda" gli feci notare.

"Tu chi sei?" cambiò discorso.

"Sono la nuova coinquilina, nonché collega di Ariana" mi appoggiai allo stipite della porta.

"Allora sei tu quella di cui tanto mi parlava, anche se ti pensavo migliore"

Bla bla.

"Ha-Ha, divertente davvero" lo guardai seria.

"Posso entrare o c'è un divieto da qualche parte?" sorrise.

"Entra" lo feci accomodare sbuffando.

"Sei il vicino di casa?" chiesi.

"Si" si sedette NON delicatamente sul divano.

"Piano che c'è Chloe che dorme" sussurrai.

"La conosco meglio di te questa peste, sai?"

"Non sembra tanto peste" la guardai.

"Lo è"

"Quindi, da dove vieni?" continuò.

"Da Seattle"

"Bella città"

"Già e tu?"

"Vivo da solo nella casa accanto" disse indifferente.

"Come ti chiami?"

"Non ti riguarda" rise.

Alzai gli occhi al cielo e sbuffai.

"Mi chiamo Cameron, Cameron Dallas" sorrise.

"E tu?" continuò.

"Mi chiamo Grace Barker"

"Yaww" sentimmo uno sbadiglio e ci voltammo entrambi verso Chloe che aprì gli occhi.

"Cameron!" si alzò e lo abbracciò fortissimo.

"Ehi, bellissima" le baciò la guancia.

"Vi siete conosciuti?" mi guardò.

"Si, purtroppo" scherzò lui.

"È bella" mi scrutò Chloe con molta attenzione.

"Tua mamma lo è di più, dai, vai a giocare" la fece scendere.

"Hai avuto una storia con sua madre?" chiesi.

"Nah, è bella, ma non è il mio tipo"

"Capito" testeggiai.

"Hanno bussato" mi annunciò.

"Si, vado io" andai verso la porta ed aprii.

"Adele?" chiesi sconvolta ed allo stesso tempo piangendo.

"Mamma!!!!" Chloe scese le scale e le andò incontro abbracciandola.

Mentre io ero lì, ferma, impassibile, come se non riuscissi più a muovermi.

Non é da noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora