La vigilia della partenza

1.4K 109 3
                                    

"Tesoro ci sarà freddo a New York, portati qualcosa di più pesante" mia madre tirò fuori un maglione dall'armadio.

"Mamma" le misi le mani sulle spalle "ci pensò io ok?" sospirai.

"Ok" sbuffó.

"Piuttosto, fammi sbrigare, che deve accompagnare Karen dal ginecologo per vedere se il bambino è maschio o femmina" mi finii di vestire.

"Falle gli auguri da parte mia"

"Sarà fatto" sorrisi.

"Il passaporto è pronto per domani vero?" si appoggiò allo stipite della porta.

"Si mamma, è pronto" alzai gli occhi al cielo.

"A che ora è il volo?"

"Alle otto, New York non è poi tanto lontana" presi la borsa.

"Ok, ci vediamo dopo" mi lasciò un bacio sulla guancia.

Questi quattro mesi sono volati. Non posso ancora crederci che lascerò questa città, per iniziare una vita migliore. Mi mancheranno tutti e non so come farò senza tutti loro, spero di trovare delle persone bellissime lì, come quelle che ho trovato qui.

Ma non me ne andrò fino a quando non scoprirò ciò che c'è scritto in quel documento.

**************

"Finalmente! Tra un pó mi chiamano per la visita" Karen mi abbracciò.

"Il pancione cresce" sorrisi.

"Sta diventando un peso enorme" sospirò.

"Resisti un altro pó, i mesi passano in fretta" le feci l'occhiolino.

"Quindi domani tu..." socchiuse gli occhi "te ne vai" testeggió.

"Si..." abbassai la testa "mi mancherai tantissimo e..." mi strinse a se in un abbraccio che solo lei sapeva dare.

"Ne avevo bisogno" mi sussurrò quasi in lacrime.

"Anche io" sorrisi.

"Domani verremo in aeroporto, Collin fortunatamente non lavora, oggi doveva fare part-time per questo non è venuto" si staccò da me.

"La signorina Jhonson si può accomodare" annunciò la signorina dal bancone.

************

"Vediamo un pó..." il dottore iniziò ad intravedere qualcosa nel piccolo monitor.

"Vediamo se riesce a mettersi bene, non riesco a vederlo" assottigliò gli occhi.

Karen mi stava stritolando la mano.

"Dai muoviti!" Karen incitava il piccoletto.

"Ecco qui... Adesso si è messo bene" sorrise "è un bel maschietto"

"Siii, lo voglio chiamare Dylan, non vedo l'ora di dirlo a Collin!" mi abbracciò e quasi pianse dalla gioia.

"Sarai una mamma meravigliosa" le sorrisi.

"Signora, ci vediamo tra un mese ok?" il dottore le strinse la mano.

"Ci vediamo e grazie" uscimmo dallo studio e ci dirigendo fuori.

"Sono così felice" iniziò a saltellare.

"Ci stanno guardando tutti" iniziai a ridere.

"E allora?"

"Sei impossibile" scossi la testa.

"Ho voglia di un panino"

"Andiamo dai" risi e la presi per mano.

****************

"Mamma, dove hai messo le calze?!" urlai.

"Sono al solito posto, cerca bene" urlò.

"Non ci sono!!!" stavo smontando un cassetto.

"Vuoi vedere che se vengo le trovo?"

"E vieni!"

Mi sedetti sul letto aspettando mia madre che senza esitare iniziò ad aprire il cassetto.

"Eccole" mi sventolò le calza davanti il viso.

"Ma non c'erano!" le presi.

"Uno dei motivi per cui c'è la mamma" alzò gli occhi al cielo ed uscì dalla stanza mentre io continuavo a preparare la valigia ormai quasi finita.

*********

È tutto pronto, dovevo solo risolvere il mio famoso dubbio sul documento che mi assillava da mesi.

Entrai in ufficio piano piano dato che i miei erano già a letto e mi diressi subito verso il cassetto.

Lo presi tra le mani e respirai a fondo prima di aprirlo.

Iniziai a sfogliare alcune pagine, fino a quando non ne vidi una che mi fece gelare il sangue nelle vene.

Adele non era mia sorella. Era stata adottata.

Non é da noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora