"Buongiorno" Cameron mi accolse in cucina con una tazza di latte in mano.
"Giorno, che ore sono?" sgranocchiai qualche cereale.
"Le sette e mezza" guardò l'orologio.
"È tardissimo, devo aprire il negozio" mi affrettai e salii di sopra a cambiarmi, non dando il tempo a Cameron di rispondere.
Mi truccai, misi un pó di profumo e scesi velocemente di sotto.
"Andiamo" disse sull'uscio della porta e con delle chiavi in mano.
Annuii e salii in auto, sotto le note di una canzone rock.
Solo lui può ascoltare queste cose."Vuoi che rimango con te a lavoro?" posteggió.
"No, tranquillo puoi andare, ci vediamo stasera" lo salutai ed aprii la profumeria.
"Che freddo che c'è" accesi i caloriferi aspettando l'arrivo di qualche cliente.
Diciamo che non è proprio la mia aspirazione fare la commessa, ma credo che dovrò accontentarmi. L'università non penso faccia per me e poi preferisco avere già un qualcosa di soldi ed essere autonoma.
Stare con Cameron non è poi così male come pensavo, i litigi ci sono sempre ma ci passiamo sopra, in questi due giorni è diverso, come se qualcosa l'avesse cambiato e sinceramente a me non importa.
I miei pensieri furono interrotti dall'arrivo di una cliente, Sarah, di nuovo?
"Si?" mi avvicinai.
"Oh, dov'è Ariana?" si guardò intorno.
"È partita con Adele"
"Ah" sospirò "comunque, ho bisogno di una trousse molto grande" si tolse gli occhiali.
"Ehm, si" andai in fondo al negozio e ne presi una.
"Ecco" gliela porsi.
"Grazie" mi guardò "ci sarai alla cena con tua sorella?"
"Si, certo" sorrisi.
"Bene" prese il sacchetto "ci vediamo" mi fece l'occhiolino e uscì dal negozio.
'A mai più' dissi sottovoce.
La stanchezza iniziava a farsi sentire, in tutto il pomeriggio e la mattina saranno venute all'incirca cinquanta persone. La mia testa chiedeva pietà come i miei piedi, è troppo stancante e non so se riuscirò a fare una settimana in questo modo. Prima era lo stesso faticoso, ma adesso di più dato che sono l'unica a servire le clienti.
Sinceramente non me lo immagino un tipo come Cameron lavorare in profumeria, quindi no.
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"Cameron!" urlai cercando di riprendermi il cellulare.
"Chi è Zayn? Mio Dio quanto è brutto" rise.
"Dammi il telefono, subito" mi arrampicai sopra di lui.
"No" si prese gioco di me.
"Avanti" mi arrampicai ancora di più e per poco non cademmo entrambi dal divano.
"Mi hai preso per un albero?" si divincoló dalla mia presa.
La mia pazienza si stava esaurendo così gli morsi la mano e lasciò cadere per terra il telefono.
"Ahia!" si guardò la mano.
"Te la sei voluta tu" lo indicai.
"Stronza" mi caricò sulle spalle e mi portò fuori in giardino.