21 part.2

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Il cielo era completamente oscurato e se si guardava bene si vedevano le nuvole che lo abitavano.
Erano grigie e minacciavano un brutto temporale per il giorno dopo,speriamo di no.

La mano di Tom era intrecciata alla mia e continuavamo a camminare in silenzio,godendoci ogni più piccolo sospiro emanato dall'altro.

Cercavo di capire dove fossimo e quanto avesse guidato Tom per arrivare fin qui mentre dormivo.
Ci vuole tanto per arrivare in capagna da New York e noi eravamo circondati da alberi,natura e pace.

Mi lasciai accarezzare dai fili d'erba un po troppo lunghi che mi arrivavano al polpaccio,abbandonandomi completamente al suono degli insetti in sottofondo.

"Arrivati"disse Tom dolcemente.

Mi guardai bene attorno per analizzare il luogo,eravamo arrivati al centro del prato,il sentiero finiva e gli alberi circondavano lo sapzio erboso che ci stava davanti.
Era una specie di radura,dai colori scuri e freddi per via del buio notte.

Come sarebbe di giorno?

Sarebbe incantevole.

"È bellissimo"dissi guardando la luna piena che ci illuminava a lume,rivelando i piccoli fiori dai colori pastello che si nascondevano nelle ombre dell'oscurità.

"Ora però dovrai soffrire un po"disse lui sorridendo maliziosamente.

"Mm di cosa parla signor Port?"chiesi sorridendo a mia volta.

"A questo"disse in tono attraente.

Mi prese di scatto per le spalle e mi fece girare attaccando la mia schiena sul suo petto.
Le sue labbra si posarono sul mio collo ed emise espiro caldo e umido che mi fece venire la pelle d'oca.

Distratta dal piacere che iziava ad appropriarsi di me,Tom mi coprì gli occhi con una benda,sul posto mi sentii nervosa e inquieta,mi tornò in mente il ricordo vivido e torvo del tocco di Back sulla mia pelle.

Iniziavo ad avere paura,ma quando la voce del mio angelo mi parlò,iniziai a tranquillizzarmi.

"Tranquilla piccola mia,sono solo io"mi sussurrò dolcemente all'orecchio.

Mi limitai ad annuire,perché avevo paura di come poteva suonare il tono della mia voce dopo aver rivisto quella brutta esperienza.

"Aspettami qui,non muoverti"ordinò Tom e mi lasciò andare.

Non sentendo più il calore del suo corpo contro il mio provai un senso di vuoto e di panico.
Dopo la violenza di Back non sono più me stessa,non me ne sono accorta prima dato che sono sempre stata con il mio Tom,ma ora inizio a pensare che qualcosa in me non vada per il verso giusto.

Non dimenticherò mai il dolore provato in quella giornata,un tentato stupro e una pallottola nella coscia.

Il segno sul corpo oltre che sulla mente.

Devo calmarmi,tranquillazzarmi e godermi questa serata nonostante le mille domane e i mille dubbi che si aggirano nella mia testa i cerca di un motivo per uscire a cercare una risposta.

Non so dove andrò con Tom, non so cosa faremo,dove staremo,con chi staremo.
Non so cosa dire a mio padre... Merda mio padre!

La scuola...

Okay sono nella merda e mi ci sono cacciata da sola.

Però ho sempre desiderato poter ottenere la mia libertà e non farmi più comandare da mio padre. Ho sempre voluto e cercato un senso e un motivo alla mia vita.

Una cosa per cui lottare,una cosa per cui valga la pena rinunciare a tutto,un qualcuno che sia riuscito a prendermi il cuore con un solo sorriso.

Tom.

Cosa farò,cosa diventerò,con cui starò...voglio che ci sia sempre il nome di Tom in ogni risposta di ogni mio quesito.

"Piccola"disse Tom in lontananza.

Sentii il rumore di alcuni passi sull'erba e poi finalmente i nostri corpo si toccarono.

Sorrisi e mi rillassai.

Fanculo domande!

Tom mi prese a braccetto e ci dirigemmo lentamente da qualche parte.
Avevo ancora gli occhi bendati e non vedevo,ma sapevo che in quel momento,i miei occhi erano quegli di Tom,non mi avrebbe mai fatta cadere o robe del genere.
Per fortuna che non sono scoordinata,ho smesso di andare a lezione si,ma ho sempre ballato a casa per scaricare la rabbia e l'ansia.

Ci fermammo e Tom si mise dietro di me per togliermi la benda.

E quando lo fece avevo un po la vista offuscuta,mi strofinai gli occhi e mi bloccai senza fiato.

C'era un telo steso sul prato e sopra c'erano delle candele e un cesto da pic-nick.
Attorno a noi c'erano migliaia di piccole lucciole che svolazzavano spensierate,non pensando minimamente di essere parte dello spettacolo.

"È stupendo"dissi saltandogli addosso.

"Non sono bravo in queste cose,non ho mai fatto niente del genere per una ragazza"disse lui grattandosi la testa in modo nervoso.

"È fantastico..beh a parte il punto in cui mi hai bendata."dissi cercando di ridere.

Lui assunse un'espressione preoccupata e mi si avvicinò prendendomi il mento fra le dita.

"Non lo farò mai più perdonami"disse sincero con gli occhi illuminati leggermente dalla leggera luce che ci circondava.

Sotto quella luce tenue l'azzuro dei suoi occhi era sfumato leggermente,da fargli diventare verdi.
Un verde intenso,carico e pungente.

Se prima il verde lo avrei associato alle foglie,dopo questo istante lo associo alla cosa più bella al mondo. I suoi occhi.

                      *  *  *
Mangiammo panini al tonno e formaggio e bevemmo birra,anche se quella era per lui,lo persuasi.

Parlammo tantissimo come sempre e finalmente riuscii a farmi spiegare tutto sui latini.

Sono una mafia nata in Colombia e in Venezuela negli anni sessanta. Da lì hanno esteso il loro clan e hanno fondato radici in tutta America.
Il loro obbiettivo è quello di raggiungere la massima potenza,raggiungere il potere assoluto attraverso l'estorsione e altri reati spregevoli.
Vogliono diventare ricchi e quindi uccidono.
Si sono dati il nome di 'La Sierpente',la serepe,solo perché sono convinti di essere velenosi,nascosti e pericolosi come le serpi.

Tom mi spiegò che i membri di sangue reale,ovvero i latini al 100%,hanno tatuata sul braccio un serpe per poter distinguersi dai servi e dai messaggeri e distinguersi tra i cittadini o uomini di altri clan.

Mi ha spiegato che anche le donne,come Yolanda,fano parte della mafia,ma Carmen e Sophia no.
Carmen perché non è riuscita a superare le prove d'iniziazione e Sophia perché è ancora piccola.

"E tu come hai fatto a immischiarti con quelli?"chiesi dopo un po.

Tom prese un sorso di birra un po troppo lungo per i miei standard,deglutì facendo muovere il pomo d'adamo e sospirò.

"I miei genitori non sono mai esistiti,mia madre era una prostituta e mio padre non so chi sia.
Mia madre mi ha sempre trascurato,aveva 30 anni e io 4 e lei continuava a scopare per farsi pagare.
Beveva si drogava e mi ignorava.
Così a 15 anni presi le 3 maglie che avevo e me ne andai."i suoi occhi erano bassi e vacui e la voce persa.

Soffro per il uomo che ha sofferto quando era ancora un bambino.

Nessun bambino dovrebbe mai soffrire.

Respiro e gli tengo le mani per stargli vicino in qualche modo.

"Fa lo stesso Tom,non importa il tuo passato"sussurrai accarezzandogli il dorso delle mani.

"No,no Kayla...voglio liberarmi.
Una volta per tutte voglio liberarmi,da tutta quella merda"disse duro.

Sospirò,e io rimasi a guardarlo intensamente,aspettando la sua storia.








La Lista Di Kayla (#watty's 2016)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora