Capitolo 54

26.1K 1.5K 650
                                    

Un leggero battere alla porta mi fa sollevare gli occhi dai libri. Sussurro un fievole 'avanti' non molto convinta di volere visite. Passare del tempo con qualcuno potrebbe forse distrarmi dai miei soliti pensieri. Ho apprezzato enormemente Ginger e Gwen per essermi state vicine ma non avermi soffocata in questo periodo di rielaborazione. E una cosa che apprezzo di tutti è che a quanto pare non importa quanto possano incrinarsi i rapporti tra me ed Harry continueranno a trattarmi con la medesima considerazione ed affabilità.

Sulla soglia compare Sean, sorridente, in mano un piatto di biscotti e nell'altra un bicchiere fumante di latte. Mi lascio andare ad un sospiro mentre le labbra si inarcano in un sorriso. "Sean.." ridacchio scuotendo la testa e togliendomi gli occhiali. Passo le mani sugli occhi stanchi: è difficile dormire ed e difficile non disperarsi.

"Ti disturbo?" domanda avanzando. Mi sposto sul letto per fargli posto, lui adagia ciò che ha in mano sul comodino.

"Ma quale disturbo?" sospiro prendendo un biscotto: "Sono felice tu sia passato, anche se mi dispiace che debba vedermi così." so di non essere una gioia né per gli occhi né per l'umore.

"Non devi nasconderti." si appoggia al muro voltando gli occhi a me "Non che questo posto permetta a qualcuno di farlo, sia chiaro. Anche se.." ridacchia giocando con un elastico "Il tempo ti insegna ad accatastare quei sentimenti che non ti sono utili. Non che sia una cosa sana, capiscimi, ma di cerco rende più semplice andare avanti e più difficile abbattersi." mi scompiglia con dolcezza i capelli. Lo guardo per un po', mangiando un altro biscotto. Posso confidare in Sean.

"Non riesco ad elaborare quello che mi ha confessato." sussurro abbassando il viso "Lui.. Non è una cosa facile da accettare Sean. E la ragione per cui mi faccio tanti problemi è che voglio comprendere se voglio davvero permettere a me stessa di continuare a battere questa via, nonostante io abbia scoperto una realtà così terribile. Sarò sempre dei vostri, è chiaro, ma non so se sarò mai di Harry." lui mi ascolta con attenzione prima di riempire i polmoni d'aria.

"È chiaro che questa è una decisione che puoi prendere solo tu. Il fatto che tu stia così, paradossalmente, mi fa piacere." spalanco gli occhi. "Non fraintendere. Mi fa piacere perché il fatto stesso che tu metta in forse il fatto di allontanarti da Harry, nonostante tutto, significa che non lo condanni completamente. È ammirevole."

Ridacchio coprendomi le mani con le maniche della felpa: "Trovi sempre il modo di vedere il buono in ognuno di noi, Sean. Questo è quanto. Non darmi troppo merito. In questo momento sto pensando a tutto tranne che all'altruismo." assumo un espressione seria "Quello che più di ferisce è che per la prima volta sembrava che le cose stessero assumendo una piega giusta. Ma la felicità con Harry non pare durare più di quarantotto ore."

"Ti sei chiesta per quale ragione ha fatto ciò ne ha fatto?" mi chiede dopo un breve attimo di silenzio. Annuisco. È chiaro che non sono riuscita a trovare nulla che lo giustificasse.

"Ci sono molti modi di risolvere i problemi." sussurro.

"Anche in un posto simile, Sky?" sollevo gli occhi verso di lui "Uccidere è una barbarie." premette "Harry lo sa bene ed a sue spese ha imparato anche quali fossero le ripercussioni psicologiche. Harry si è sempre preso cura di noi, come un fratello maggiore. Ecco perché ci fidiamo tutti ciecamente di lui, perché affidiamo al suo giudizio cose importanti e perché è lui a muoversi per le missioni, generalmente. Ma la ragione per quest'ultima è anche un'altra. Quando Harry ha ucciso è stato per un litigio, in cui sia io che Jayden eravamo coinvolti. Al tempo Harry faceva parte della banda di Malik, la riteneva una scelta saggia, ovviamente, altrimenti non sarebbe stato dei loro. È in virtù di questo che cercò di coinvolgere anche noialtri nella cosa. Era una sera di Marzo, lo ricordo bene, e noi ragazzi ci trovavamo nello York, presso la residenza della gang di Malik. Iniziò una rissa, cose che puoi immaginare-" annuisco, avvinta dal racconto "Harry non era nei paraggi, la cosa riguardava Jayden e un tale Hugh Scott. Io mi sono immischiato per separali ma pensarono io e Jayden stessimo facendo comunella contro Scott, vista la mia vicinanza a Jayden. Malik, convinto della cosa, propose un disumano combattimento tra i due, tra Jay e Hugh, che avrebbero dovuto combattere tra di loro come cani addestrati per farlo, capisci? Fino a quando uno dei due fosse in uno stato tale da non riuscirci più. Devi sapere che Malik, oltre ad essere un genio del male, ha molta influenza dalle parti dello Yorkshire, la sua parola è legge. I due iniziarono a combattere dunque, a mani nude, nessuna regola nessun giudice. Fu un massacro, nessuno osava intromettersi, ma tutti assistettero. Jayden era messo male, molto male. Non ha passato dei bei mesi dopo l'accaduto. Quando Harry guise sulla scena cercò di fermare il tutto facendo ragionare Malik ma la cosa non aveva successo. La folla iniziò a disperdersi: nessuno avrebbe voluto essere testimone di un omicidio, e tutti avevano capito la fine che avrebbe fatto Jayden di quel passo. Restavano solo Malik e pochi dei suoi." si muove a disagio "Harry tirò fuori una semiautomatica, la punto contro Hugh Scott, lo invitò a smettere, lui non lo fece. Il resto della storia la sai."

SheolDove le storie prendono vita. Scoprilo ora