Capitolo 66

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"A cosa pensi?" sollevo il viso verso la voce di Ofelia. Le faccio un sorriso mentre avanza fino a sedere sul bordo del letto. Metto da parte il libro su Custodi e Protetti e le dedico tutta la mia attenzione. Faccio spallucce divagando con lo sguardo: "Tuo nonno mi ha confessato di averti beccata sveglia in cucina a notte tarda, è chiaro che non riesci a dormire. Forse non sono alcuni folletti malvagi a mangiarsi i miei manicaretti, dopotutto.." assottiglia lo sguardo facendomi ridere. 

"Faccio fatica a dormire bene." le confesso raccogliendo i capelli in una crocchia disordinata. Osservo la mia stanza: è ancora arredata secondo il gusto di una Skylar di undici anni. Tutto di questa stanza rappresenta la mia infanzia, il rosa chiaro delle pareti, il mobilio bianco e classico. Non sono sicura che mi manchino quei tempi. Mi chiedo che effetto avrebbe su di me la mia vera stanza, quella che si trova a casa dei miei genitori e non qui dai nonni. L'unica certezza che ho è che mi manca la casa che condividevo con Ginger e Gwen, mi mancano loro e tutti i ricordi che ho accumulato assieme a loro nel giro di alcuni mesi. Un senso di rabbia ed invidia si impossessa di me me quando penso che tutti loro, tutti i miei amici, sono assieme. Cerco di non riflettere sulla ragione per cui sono qui: se solo mi soffermo sull'idea di essere stata praticamente costretta a raggiungere Londra, rinunciando al Natale assieme a tutti loro. Essere qui però mi da una pausa anche da loro, da Harry. Non so quanto queste feste sarebbero potuto essere gioiose con il cattivo sangue che scorre tra di noi. 

Ripenso agli sguardi allibiti dei ragazzi quando ho chiesto loro di non dire nulla ad Harry. Il fatto di averli convinti senza troppi preamboli mi ha dimostrato quanto tengano a me. Spero solo di non aver incrinato i rapporti tra di loro con questa richiesta. I problemi tra me ed Harry devono essere nostri e solo nostri. Non mi pento di non avergliene parlato prima di partire: la mia intenzione è quella di tornare, fosse stato un addio avrei messo da parte il risentimento. Non posso evitare di ammettere a me stessa che mi manca e che a peggiorare il mio stato d'animo resta la sua risposta dalla sera al lago. Se lo avessi incontrato prima di Londra non avrei fatto altro se non piangere e l'ultima cosa che voglio è gettarmi ai suoi piedi e disperarmi per uno spicchio di ciò che lui non è disposto a concedermi. So che le cose non saranno poi tanto diverse quando farò ritorno. Devo davvero iniziare a pensare a quali sono le mie priorità: lui non può essere una di queste se tutto ciò che fa è ferirmi e deprimermi.

Chissà cosa avrà pensato di quel biglietto. E' questa la sua ultima possibilità di dimostrare che ci tiene, altrimenti imporrò a me stessa il divieto di continuare a pendere dalle sue labbra. 

"Tutto ciò che leggo nei tuoi occhi è tristezza." sussurra Ofelia accarezzando la trapunta bianca. "Eri una bambina molto vivace e solare, ma le cose, suppongo, cambiano col tempo. Non si può certo restare immobili. Hai iniziato a capire il mondo attorno a te e la cosa non è mai piacevole. L'ultima cosa che desidero per te è che ti senta impotente. Non devi permettere a nessuno di prendere decisioni per te. E combattere questa guerra da sola sarebbe troppo, per cui spero tu sabbia che in me hai un alleato." accarezza i miei capelli con dolcezza ed io annuisco con un sorriso sincero. 

"Lo so, nonna." la guardo "Non credo di aver mai capito prima quanto sono legata a te." ammetto "E' chiaro che sei l'unica con cui posso ammettere che mi manca quello che mi sono lasciata alle spalle. E più di tutto, sei l'unica a cui posso ammettere che una delle ragioni principali per cui non riesco a dormire la notte è per il senso di colpa." corruga la fronte "Non ho salutato Harry, quando sono partita. Non eravamo esattamente in buoni rapporti quando ho saputo che mamma e papà mi reclamavano al nido- ridacchio amareggiata -ma ciò nonostante so che Harry mi avrebbe reso ancora più complesso partire. E la cosa che mi rende ancora più triste- sorrido -è che se lo conosco come lo conosco, quando lo rivedrò quello che cercherà sarà una litigata. Per ricordarmi che dopo tutto quello che abbiamo passato un saluto era il minimo che potessi riservargli, e non posso che dargli ragione, sai?" 

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