Il buio gelido scende sui tetti rotti delle poche case e il silenzio asfissiante di sempre ritorna, come se la notte fosse il suo richiamo. Cammino verso lo Sheol dopo una giornata di lavoro presso Arthur. Mi ci vuole, passare del tempo con i miei amici, anche se non sono assolutamente contenta dal modo in cui si sono comportati ultimamente a scuola. Continuo a non capacitarmi di come Harry, Jayden e Sean abbiano potuto portare il terrore nei corridoi della scuola.
Dopo una lunga giornata trascorsa in mezzo a libri e scaffali polverosi quello di cui ho bisogno è respirare l'aria ristoratrice di questi boschi. Il freddo glaciale è un'accoglienza sempre più piacevole, man mano che mi abituo a questi luoghi. Osservo il lago ghiacciato, il cielo limpido, la luce dell'acqua e delle stelli si incontrano negli miei occhi e credo che non mi abituerò mai alla straordinaria bellezza di questo luogo. So che sono diventata parte di esso e questo non potrebbe rendermi più felice: appartenere ad un luogo è sempre piacevole ma appartenere allo Sheol è un privilegio. Chiudo gli occhi e permetto alla mia mente di vagare al pelo bianco, al respiro caldo ed agli occhi neri della volpe artica. Non posso fare a meno di sorridere tra me e me quando i suoi sento i suoi passi alle mie spalle. Non credevo che sarei mai riuscita a perfezionare così tanto la Possessione.
Quando riapro gli occhi la volpe cammina affianco a me, quindi si ferma davanti alla sottoscritta. Sbuffa bianco respiro ed i suoi occhi si focalizzano nei miei, neri tanto quanto i suoi in questo momento. Scendo sulle ginocchia, abbandonando la borsa ed allungando una mano per poter accarezzare il suo manto. Sorrido: è felice di trovarsi qui, lo sento. Potremmo star diventando l'una sempre più abituata all'altra. Ascolto il suo battito e permetto a lei si entrare in contatto con il mio. Avanza ulteriormente fin quando il suo muso non accarezza la mia guancia destra, riesco perfino a sentire il mio profumo attraverso le sue narici, come se stessi sentendo me stessa da fuori. L'affascina il colore dei miei capelli tanto quanto a me piace il bianco del suo manto.
"Non vorrei disturbarvi." è Harry a parlare. Se fossi in qualsiasi altra circostanza sobbalzerei, visto che non l'ho sentito giungere, ma non ora. Lascio che sia la volpe a scansarsi lentamente da me prima di sollevare gli occhi su Harry. La Possessione è interrotta, ma questo non la fa fuggire. Accarezzo la sua testa mentre rivolgo un sorriso ad Harry. Non riesce a distogliere gli occhi dai miei, e capisco bene il perché: deve essere uno spettacolo tutto da vedere il modo in cui le vene attorno ai miei occhi si scuriscono quando Possiedo qualcosa o qualcuno.
"No, non disturbi." sussurro. La volpe siede accanto a me, lo osserva col medesimo interesse. Non si perde un centimetro della sua pelle, non un movimento delle sue mani, non un respiro. Credo sia fin troppo semplice farsi ingannare dalla presenza di Harry.
"E' una delle cose più inquietanti che abbia mai visto. Ed anche una delle più belle." la volpe si avvicina a lui, lo guarda camminandogli attorno un paio di volte, quindi gli permette di toccarla. La Possessione che fino a pochi secondi fa ci univa mi permette di sentire la sensazione che prova quando la mano gelida di Harry entra in contatto con il suo manto. E' in freddo diverso da quello che prova di solito, i brividi percorrono lei e percorrono anche me.
"Dove sono gli altri?" domando interrompendo il momento.
"A casa." è la scontata risposta.
"Avevi detto che ci saremmo dovuti incontrare tutti qui." gli ricordo perplessa. Non vorrei aver frainteso, ma sono quasi sicura al cento percento che così non sia.
"Davvero?" Ridacchia facendo finta di non ricordarselo.
"Sei un deficiente." lo rimprovero alzandomi da terra "Credevo avessi intenzione di metterli al corrente di quello che abbiamo scoperto al ballo di Malik." afferro la borsa.
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Sheol
FanfictionTra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi. Noi che cercavamo di salvarci dai nostri demoni, noi che tentavamo, invano, di tenere nascosti i nostri segreti, noi che ci imponevamo di n...