POV di Harry.
Tre giorni. Tre giorni senza venderla né parlarle.
L'ultima volta in cui l'ho vista è stata all'ultima lezione di inglese. La Judith ha voluto fermarla per parlare di Dio sa cosa. Ho cercato di immaginare cosa potesse volerle dire ma il compito si è rivelato arduo. Forse dei voti, ma Skylar ha voti eccellenti, forse del comportamento, se solo avesse qualcosa per cui rimproverarla.. Avrei potuto chiederlo a lei, mettendo fine a questa stupida reclusione interiore, ma il mio orgoglio è troppo alto e duro da abbattere. Avrei potuto chiedere a Sean, o agli altri, ma a quale scopo? Non è che una ragazza qualunque, non merita più attenzione di quanta non ne meriti chiunque altra.
Finisco l'ultimo goccio di birra ancora nel mio bicchiere. Non potrei essere più scontento di così. Non c'è nulla che non vada per il verso giusto eppure non c'è nulla di cui io possa godere. Perché quella dannata domanda? Cosa si aspettava? Forse quello che chiunque vorrebbe sentirsi dire dopo le cose che io e lei abbiamo condiviso. Non voglio ammettere a me stesso che starle vicino mi costa parecchia fatica: vorrei che fosse semplice come con chiunque altra dannata ragazza io abbia incontrato nel corso della mia vita. Ha pensato di potermi cambiare, e forse io ho sperato che ci riuscisse. Ma perché abbandonare questo Harry? Finora non mi ha mai deluso. Ho i miei amici, riesco a tenerli al sicuro, sono riuscito a tenere al sicuro perfino me stesso, da qualsiasi cosa. Odio che lei non possa semplicemente accettare ciò che le concedo e voglia scavare sempre più a fondo.
La mia testa ha viaggiato parecchio negli ultimi giorni, ma lei è sempre rimasta un punto fermo al centro di ogni discussione con me stesso. Non l'ho più vista, nemmeno di sfuggita. Per un certo verso questo ha reso il compito di ignorarla più semplice ma per un altro non ha fatto che accrescere il desiderio di vederla e di sapere di lei. Avrei potuto parlarle in qualsiasi momento, provato a far funzionare le cose, con baci, carezze ma non sarebbe stato lo stesso: ha messo in mezzo la fatidica domanda 'che cosa siamo io e lei?'. Non ignorerà il fatto che non voglio rispondere, e nemmeno io posso farlo. Posso starmene qui seduto a riflettere, consumarmi il cervello fino a morire di emicrania, ma non credo che sarò mai disposto ad aprirmi totalmente a qualcuno. Non a lei, poi. E' così diversa, così distante, non ha idea di quello che vuole. Starmi vicino è l'ebrezza di rompere quel ciclo di regole che le è sempre stato imposto. Sapere che io non sono ciò che dovrebbe volere la porta così vicina a me, sempre ed inevitabilmente. E queste sono ragioni labili. Ma io perché continuo a desiderarla?
Vorrei che uscisse dal buco nel quale si è rintanata e mi affrontasse a viso aperto. Il fatto che non lo abbia fatto, che abbia chiuso la conversazione quella sera al lago mi mette una certa paura: forse ho tirato troppo la corda. So di esercitare un certo tipo di fascino su di lei, se ne fosse improvvisamente immune, se fosse capace di andare avanti con la propria vita, non lo sopporterei. Non voglio essere lasciato indietro in questa fottuta landa desolata. Certo questo auto-isolamento dovrà finire prima o poi: domandi partiremo assieme ad Arthur per lo Yorkshire, come tutti gli anni.
"Harry, amico, che faccia da funerale!" Sean mi batte una mano sulla spalla prendendo posto accanto a me. Si guarda attorno: Lucilla ha una casa modesta ma ben tenuta. Si è offerta di dare una festa, come se fosse un ballo di chiusura, cosa che la scuola non può certo permettersi. Non la troverei un'idea terribile se fossi di un umore migliore. Se Skylar fosse qui, con una di quelle sue mise sgargianti e totalmente inaspettate.
"E tu? Come mai così felice?" chiedo osservandolo di lato.
"Come perché? Perché tra poco è Natale! Andremo nello Yorkshire! Stacchiamo da tutta questa merda Harry. Vuoi dire che non ti emoziona l'idea di lasciarti questo schifo alle spalle per un po'?" afferra un bicchiere e vi versa dentro del denso, e scadente, whisky. Distolgo gli occhi, noto Jayden: tiene Ginger sulle spalle mentre le fa fare il giro della casa. Entrambi ubriachi, ovviamente. Di solito lei e Gwen riescono a convincerla a partecipare a qualsiasi festa, non capisco cosa ci sia di diverso questa volta. Aggrotto le sopracciglia, quindi volgo il mio sguardo a Sean.
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Sheol
FanfictionTra le macerie di un posto che cadeva a pezzi non ci eravamo resi conto che quelli più distrutti eravamo noi. Noi che cercavamo di salvarci dai nostri demoni, noi che tentavamo, invano, di tenere nascosti i nostri segreti, noi che ci imponevamo di n...