CAP. 29⭐️

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Stringo gli occhi sperando di stare solo sognando, ma quando li riapro, la paura ritorna di colpo e cerco di farmi sempre più piccola, quasi invisibile, dietro ad Aaron.
"Aaron ma q-quello è.." dico con la voce che trema.
"Si piccola, è quel mostro che ti ha rapito. Ma cosa ti ho detto? Quando ci sono io non devi mai avere paura" mi asciuga le lacrime che colano sulle mie guance, e mi stringe le mani sorridendo.
"Ehi Aly, fai finta di nulla. Camminiamo come se non ci fossero" dice prendendomi la mano mentre usciamo.
"Ma non era in carcere?" chiedo intimorita dalla sua presenza.
"Si piccola, ma solo per un periodo di tempo. Non ti ricordi alla sentenza?"
Annuisco tristemente.

"Ehi bambolina, come stai? Chissà da quanto tempo non ci vediamo" dice con voce roca l'uomo che mi ha picchiata quando passo davanti a lui.
Cerco di accellerare il passo, ma lui mi blocca prendendomi per il polso.
"Non toccarla" sbraita Aaron.
"O chiamerò la polizia" continua.
"E che mi importa?" ride l'uomo.
Mi divincolo dalla sua presa, afferro il braccio di Aaron e inizio a correre velocemente.
Mi blocco davanti casa, ormai, e prendo il telefono.
"Vorresti chiamare la polizia?" chiede Aaron.
"Aaron, ci hanno seguito. La vedi quella macchina nera? Si chiama stalking, questo" si gira per vedere la macchina, per poi annuire.
"Pronto" rispondono dopo il primo squillo.
"Scusi..." dico e inizio a spiegare il fatto.
___
"Senta signorina, noi la terremo sotto controllo con una specie di telecomando, ma loro non devono saperlo, ovviamente. È come appunto un telecomando di un cancello con un pulsante rosso, e quando lo si preme, automaticamente a noi arriva una 'chiamata' di emergenza, e la rintracceremo appunto grazie a questo, che possiede un gps incorporato. Qualunque cosa facciano non esiti a premere quel pulsante, e noi saremo da voi il prima possibile. " dice.
"Va bene, grazie mille" ringrazio e riattacco.
"Hanno detto..." dico, ma Aaron mi blocca
"Si ho sentito tutto, per fortuna" mi abbraccia, e mi lascia un bacio sulle labbra.

"Mamma sono a casa!" urlo dirigendomi in camera mia. Tra poco dovrebbero venire Sam ed Eli, quindi inizio a mettere a posto il casino che c'è in camera.
"Ehi Alyce" dice Ally entrando in camera.
"Sorellinaa" le sorrido.
"Come stai?" chiede sedendosi sul letto.
C'è qualcosa che non va.
"Tutto bene, a te? A scuola tutto ok?" la raggiungo.
"Ecco io...volevo parlare con te come...una sorella"
"Dimmi tutto" la incito.
"L'hai mai fatto?"
Oh..
Non abbiamo mai parlato di queste cose 'intime' e sinceramente sono un po' in imbarazzo.
"Ehm..no. Perché?" chiedo stranita.
"Bhe..Sono fidanzata con quel Matteo da più o meno un anno..e ieri me lo ha chiesto. Io ovviamente non gli ho risposto, volevo sapere secondo te cosa dovrei dirgli" chiede con gli occhi terrorizzati.
Le prendo le mani e sfodero un sorriso confortante.
È adorabile.
"Beh Ally, considerando la tua età, farlo per la prima volta è una cosa da grandi, diciamo. Fare l'amore significa concedersi completamente e incondizionatamente alla persona che si ama e che ci ama..donare a questa tutte le nostre emozioni, tutte le nostre sensazioni, la nostra passione e i nostri sentimenti..fondersi insieme in qualcosa di unico.
Sai cosa succede quando lo si fa per la prima volta?"
"Ehm si..quindi secondo te dovrei rifiutare?" chiede.
"Lo ami incondizionatamente al punto di concedergli te stessa? Passerete il resto della vostra vita insieme, oppure è solo una cotta che passerà?"
"Ti voglio bene" si alza e mi abbraccia, per poi andarsene lasciandomi dubbiosa.

"Alycee!!" esclama mia mamma.
"Sono arrivate Sam ed Elisabeth!"
"Falle salire" urlo.

"Allora Eli, ora ci spieghi tutto" dico.
"Non hai via di scampo" ribatte Sam.
Elisabeth sospira sconfitta buttandosi a peso morto sul letto, poi inizia a parlare.
"Tutto è iniziato da quando Carter ha iniziato ad andare agli allenamenti di calcio molto più spesso. Agli allenamenti c'erano anche le cheerleader, quindi io ho iniziato ad avere dei dubbi, anche perché quando lo chiamavo o non mi rispondeva oppure rispondeva una di loro, dicendo che Carter era occupato a fare chissà cosa. Giorni dopo iniziava ad essere un po' più freddo, mi sorrideva di meno e dovevo essere sempre io a cercarlo. Lui non mi voleva più, in un certo senso. Un giorno l'ho portato da parte e gli ho parlato chiaro e tondo. Gli ho detto che così non si poteva andare avanti, anche perché io stavo sempre più male, e lui ha detto di essere andato quasi a letto con Annabelle, ma si è fermato quando gli è tornata la lucidità e si è accorto di quello che stava facendo. Ha detto che si era pentito amaramente e cercava sempre di evitarmi per non crollare di fronte a me. Io gli ho detto che dovevo pensare perché non so se fidarmi o no, quindi ora ci siamo presi una pausa. Vi giuro ragazze, io vorrei ritornare con lui, ma ho paura che mi prende in giro e quindi di essere usata" le lacrime le solcano il viso, e io e Sam ci affrettiamo ad abbracciarla.
"Ehi Eli, ho visto come ti guarda. È innamorato, credimi" dico sorridendole.
"Già, anche io l'ho notato. E poi quando gli parlavo il suo pensiero eri solo tu. Diceva che non è possibile che una ragazza gli abbia fatto perdere completamente la testa" continua Sam.
"E poi noi ci saremo sempre, ricordi?" dico, mentre Sam annuisce.
Elisabeth ci sorride debolmente, mentre un altro singhiozzo esce dalla sua bocca.
E in quel momento sembra di essere ritornata in un mucchio di ricordi.

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