CAP.24⭐️

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AARON'S POV.🌻
L'inverno nell'aria di Miami già si sente, le guance mi pizzicano a causa del freddo.
Cammino verso la scuola quasi piangendo, sembro uno zombie e sto morendo di sonno.
Stanotte non ho dormito, ma come le altri notti d'altronde, pensavo solo e continuamente a lei. Ho deciso che, se la amo davvero tanto, nonostante tutto, devo restarle accanto sempre, così che si fidi di me.
Poi mi chiedono perché ho il cuore di ghiaccio, o meglio, avevo. Perché soffrire così tanto per una persona?

Arrivato a scuola, mi blocco sui miei passi. Alyce è lì. In tutta la sua bellezza, è lì. Quegli occhi così azzurri che mi tolgono il fiato, ora sono più spenti. Ma lei è sempre lì, nessuno l'abbatte. Bella come sempre.

Provo ad avvicinarmi, ma per l'ennesima volta si allontana da me scappando.
Sono un cretino, ecco cosa sono.
Mi si avvicina Elisabeth.
"Ehi Aaron, come te la spassi? Tutto bene con Annabelle?"
Mi prende in giro?
"Ti prego Elisabeth, falle cambiare idea. Io l'ho sempre amata, sempre. Quella sera non so cosa mi sia successo, ma il mio pensiero era sempre e solo lei." dico sul punto di piangere.
"Dimostraglielo." dice andandosene.
Che casino.

In lontananza vedo Alyce uscire dal bagno, mi catapulto su di lei e la porto in un corridoio isolato.
"Aaron ma cosa..lasciami andare, ora." sussurra, con gli occhi spenti.
In che condizioni l'ho cacciata?
Quando provo ad accarezzarle il viso, indietreggia fino a toccare il muro dietro a noi.
"Ti prego Alyce, credimi. Io ti ho sempre amata. Quella sera mi sono fatto prendere la mano, era la mia prima relazione, non sapevo cosa stessi facendo. Ma il mio pensiero eri sempre e solo tu. Non mandiamo tutto a rotoli. Tutte quelle parole, tutti quei ti amo, non erano falsi. Mi dispiace essere così dannatamente sbagliato per te.
Ti prego credimi." dico, e una lacrima mi riga il volto. Ma che mi prende?
"Anche io ti amo, Aaron. Ma..ho solo paura che non sia la verità." dice, piangendo, andandosene.

La campanella suona, ma non mi affretto ad andare in classe, non mi importa.
In lontananza vedo Bryan che, vedendomi giù di morale, non esita ad avvicinarsi.
Mi da una pacca sulla spalla e mi sorride, come per dirmi 'va tutto bene'
E no, non va niente bene.

Arrivo in classe, e quando incontro lo sguardo di Alyce, mi colpisce una fitta al cuore.
Piange ancora.
---
Oggi le lezioni sembrano infinite, e sto aspettando che suoni la campanella più o meno dalla seconda ora.
"Ragazzi aspettate" ci richiama il prof. "A gennaio faremo una gita a New York, vi faccio sapere io i dettagli in questi giorni. Non vi assentate" dice.

Dio, New York è il mio sogno. Mi ricordo che quando ero piccolo amavo andare al parco vicino casa dei miei parenti con mio nonno e i miei zii, siccome abitano lì. C'erano sempre dei ragazzi che mi davano fastidio e mi prendevano in giro, ma io me ne scappavo piangendo nel posto segreto che avevo costruito con il mio migliore amico.

Mi dirigo da Bryan, che in questo momento sta appoggiando i libri nell'armadietto.
"Conosci qualche ragazza che conosco anche io con cui posso parlare?"
Mi guarda dubbioso.
"Non farti strane idee" rispondo ridendo "Mi serve un buon consiglio da una ragazza, possibilmente che non siano Elisabeth o Sam"
"Non ci crederai, ma qualche volta in giro per la scuola ho visto Jennifer Stradlin"
"Jenny? Quella con cui andavamo alle medie?"
"Esattamente"
"Madonna se sei un genio"
"La trovi al terzo piano. Vuoi che ti accompagni?"
Faccio di sì con la testa.

"Jenny?" dico avvicinandomi ad una ragazza che in questo momento sta mettendo al posto l'armadietto.
Si gira dubbiosa "oh grazie al cielo sei tu, ho evitato di fare una figuraccia" dico ridendo.
"Oddio chi si rivede, Aaron e Bryan? Non ci vediamo dalle medie" dice sorridendo a trentadue denti. 
"Si, siamo proprio noi."
"Che ci fate qui? Non vi ho mai visto in giro"
"C'è un problema, o meglio: devi aiutarmi a risolvere un problema. So che non ci parliamo da tantissimo, ma sei stata la prima ragazza che ci è venuta in mente che sa dare buoni consigli, quindi siamo corsi qui"

Dopo averle spiegato tutto, lei sembra riflettere sulle mie parole. Poi mi guarda, sfodera un sorriso smagliante e dice "Ho la soluzione giusta, forse. Ora ti racconterò una storia che mi ha raccontato mia mamma."

Principessa [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora