Capitolo 61

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POV Cristian
È bellissima con questi leggins neri che risaltano le sue forme e una maglietta bianca che lascia intravedere il reggiseno in pizzo nero.
La bambina dorme in una stanza vuota che noi usiamo per gli ospiti solitamente.
Si guarda intorno con aria smarrita ma con un mezzo sorriso sulle labbra.
V«quindi è questo il posto dove vivi, ora...»
C«beh...si...non ti piace?»
V«si vede che ci abitano solo maschi, ma tutto sommato non è male..» mi rivolge uno dei suoi sorrisi da favola.
C«Sofia ha detto più o meno la stessa cosa ieri...è proprio tua figlia!» dico scherzando ed avvicinandomi di più a lei, che è tra il corridoio che divide le stanze dal salotto.
Siamo a pochi centimetri di distanza e muoio dalla voglia di sentire il sapore delle sue labbra sulle mie, il mio sguardo si posa inevitabilmente sulla sua bocca.
V«dove sono queste camere?» si gira di scatto.
Mi appoggio allo stipite e mi strofino la faccia per riprendemi. Come mi manda in tilt quella donna, non lo fa nessuno...
C«questa è la camera di Giacomo, mentre questa è la mia...» le spiego.
V«carine...»
C«grazie..»
V«beh io allora vado nella stanza degli ospiti, buonanotte Cri...» la prendo per un braccio e la faccio voltare, facendo combaciare i nostri corpi.
Posso sentire il suo respiro irregolare e il suo cuore esplodere dentro il petto, esattamente come il mio in questo momento.
C«non ti ho lasciata venire per dormire nella camera con la bambina...»
V«allora avevi un secondo fine...»
C«se per secondo fine intendi lo stare con te dopo quei giorni che per me sono sembrati secoli, allora si.»
Lei sorride dolcemente.
C«ma non l'hai ancora capito che non posso stare senza di te? Sei come una droga e non ne posso fare a meno» la mia voce è diventata roca e si è abbassata di diversi toni.
V«se non puoi stare senza di me, perchè mi spingi ad allontanarmi? Perchè mi fai soffrire?»
C«perchè sono uno stronzo...-mi stacco da lei rivolgendole le spalle- Voglio cercare di comportarmi bene e non ricadere negli sbagli che ho fatto in passato e che ti hanno tenuta lontana da me, ma non so, ad un certo punto questa parte di me prende il sopravvento e non riesco a controllarla...»
V«devi imparare...-mi accarezza delicatamente una spalla e si appoggia con la testa sulla mia schiena-...ormai hai 21 anni e quando sbagli le conseguenze sono maggiori...» anche a lei si è abbassato il tono di voce.
C«tu lo sai che ti amo, ve?» la abbraccio stringendola forte
V«dimostramelo...» mi stringe ancora di più
Le sposto il mento con due dita per costringerla a guardarmi.
C«Vi, stai mangiando?» la vedo più magra e vuota...
Questa volta è lei a staccarsi e a darmi le spalle.
V«Cri...»
C«Virginia dimmi che non hai vomitato»
Non risponde, ma piange in silenzio.
C«promettimi che non lo farai mai più!»
V«promettimi che starai sempre con me!»
Le prendo il suo piccolo e dolce viso tra le mani e le asciugo le lacrime posandole poi due baci sugli occhi.
C«anche se volessi staccarmi, non ci riuscirei. Sei la mia vita, la cassaforte della mia anima e non potrei mai lontanamente immaginarmi un futuro dove non ci sei.»
V«te lo prometto!» mi sorride.
Io la avvicino di più a me e le mie labbra vengono attratte dalle sue come calamite.
Dopo una settimana finalmente ci stiamo baciando, non è un bacio dolce, per niente, ma richiude tutta la passione e tutta la mancanza che abbiamo provato l'uno dall'assenza dell'altro.
Ondeggiamo cercando di mantenere l'equilibrio fino a raggiungere il mio letto.
Cadiamo sulle lenzuola morbide e rotoliamo lasciando il controllo solo al nostro cuore.
I nostri respiri sono più intensi e affannosi, ci stacchiamo solo per risprendere fiato. Le sfilo velocemente la maglietta e lei fa lo stesso con la mia per poi ritornare a riassaporare il dolce calore che emana la sua bocca e il soave movimento che la sua lingua compie per incontrare la mia.
Le sue mani mi percorrono il petto ed al suo tocco sento i muscoli contrarsi sotto la mia pelle, mi toglie i pantaloni facendomi rimanere in boxer.
Le mie labbra umide scivolano sul suo collo succhiandolo e mordendolo lievemente, ma abbastanza da lasciarci il segno.
Ci disfiamo in poco tempo dei nostri indumenti.
Siamo completamente nudi ed io ammiro il suo corpo magnifico per qualche minuto lasciando dei baci sparsi, soffermandomi sui seni.
C«sei così sexy...» gemo vicino al suo orecchio.
V«Cri...ti prego...» ansima a sua volta.
C«ti amo, piccola...» sussurro.

Cristian e Virginia❤️~ la storia ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora