Capitolo 78

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Pov Cristian
Sono tornato a casa da qualche giorno, ormai. Sono veramente felice di aver trascorso il mio tempo con la mia famiglia che mi mancava tantissimo.
«Ehi amore, sei già sveglio?» mi chiede Virgi appena sveglia lasciandomi qualche carezza sul petto nudo.
«Mh Mh» annuisco e sorrido alla vista della sua bellezza. Non capisco come anche di prima mattina possa essere così bella. In più, i piccoli gesti sono a fare la differenza: come mi guarda, il modo in cui mi accarezza, la passione con cui mi ama. Mi è semplicemente mancato tutto.
Per non parlare dei bambini; persino le liti mi sono mancate!
Sono le 8 di mattina e stranamente sentiamo bussare alla porta della nostra camera. Ieri sera io e Virgi abbiamo fatto l'amore ma per fortuna siamo in intimo entrambi.
«Avanti!» rispondiamo in coro io e la mia ragazza.
Appena la porta si apre vediamo tutta la ciurma in piedi che si dirige verso il nostro letto.
«Buongiorno genitori!» inizia Sofia.
«Bongionno toi!» continuano i bambini
«Buongiorno...» rispondiamo io e Virgi perplessi.
«Come siete belli oggi! Tutti i giorni in realtà lo siete...ma oggi di più» segue la grande.
«Belli!» dice Yasmín
«Belli!» ripete Josef
«Che cosa volete?!» rispondiamo in coro.
«....Nulla....semplicemente vorremmo sapere i vostri piani per Halloween...» risponde Sofi.
Io e Virgi ci scambiamo un'occhiata d'intesa prima di rispondere che non ci abbiamo ancora pensato, suscitando sconforto soprattutto in Sofia.
Noi, già dall'anno scorso, avevamo parlato ai bambini della possibilità di andare tutti quanti in America, precisamente in California, a festeggiare Halloween e loro mi sono sembrati entusiasti.
In realtà abbiamo progettato delle sorprese, ma per ora non possiamo svelare nulla.
«Ma io pensavo di dover andare in America...» Sofia mi abbraccia e nasconde la testa nel mio collo, come fa di solito quando sta per piangere.
«Ameica!» ripete Yasmín facendo la stessa cosa su Virgi.
In realtà lei non sa bene di cosa stiamo parlando, non credo si ricordi nemmeno la festa di Halloween dell'anno scorso, ma lo fa giusto per imitare la sorella maggiore.
In America Sofia ha molte amiche, in più, lì, la festa di Halloween è un'istituzione e viene festeggiata quasi come il Natale, addobbando la casa in modo tale che faccia paura ai bambini, in più si fanno tre giorni di dolcetto scherzetto, anche se quello ufficiale è il 31 ottobre.
«Dai Sofi, vedrai che ci divertiremo in ogni caso» la tranquillizza Virgi mentre io le accarezzo la schiena sorridendo al solo pensiero della faccia che farà appena le sveleremo la sorpresa.
Ci alziamo dal letto poco dopo per andare a fare colazione dato che a breve arriverà l'insegnante di Sofia che le fa lezione da casa e dobbiamo accompagnare i gemelli all'asilo.

Mentre sparecchiamo, vedo Virginia particolarmente stanca.
«Amore...sembri sfatta» dico piano avvicinandomi e cingendole i fianchi da dietro.
«Lo sono» mi sorride debolmente per poi lasciarmi un dolce bacio sul naso.
«Allora prenditi una giornata, ci penso io ai bambini!» dico entusiasta.
«Bisogna portarli all'asilo!» mi ricorda preoccupata
«Lo faccio io!» dico
«Poi quando la maestra di Sofi se ne va bisogna accompagnarla a Cinecittà»
«Lo faccio io!» continuo
«E la spesa?»
«La faccio io!»
«Sicuro?» mi chiede lei.
«Tesoro, tu ti prendi sempre cura di noi e per un giorno in cui sei stanca voglio farti riposare e farti stare tranquilla» la convinco.
«Ma dove lo trovo uno come te?!» mi dice scherzosamente mentre mi abbraccia e mi bacia. La parte che mi è piaciuta di più di tutto è stato il suo sorriso immenso davanti alla mia proposta.
Mentre lei va nel nostro bagno a prepararsi io lavo e vesto i bambini con l'aiuto di Sofia che è già pronta e pettinata, dopodiché mi vesto io.
«Jo, Mimì, andiamo!» li chiamo io dal corridoio.
«E la mamma?» mi chiede Sofia.
«Oggi si prende un giorno di riposo» rispondo.
«E lei lo sa?» mi chiede con una faccia da schiaffi.
«Certo che lo sa...»
«Allora deve stare proprio male per lasciare a te il timone» continua lei.
A me viene da ridere ma allo stesso tempo mi fa arrabbiare l'impertinenza di questa bambina, d'altronde lei è sempre stata così.
Virginia mi saluta con un bacio «mi raccomando tesoro» mi dice.
«Buona fortuna più che altro...» dice Sofia a bassa voce suscitando una risata di Virginia.
«Guarda che ti ho sentita!» esclamo facendo una linguaccia a mia figlia.
«Ti voglio bene papà» fa lei con un sorriso a mille denti e agitando la mano per salutarmi.
Ricambio il saluto ed esco di casa.
Mentre usciamo dal portone, incontriamo l'insegnante di Sofia.
«Salve!» la saluto.
«Buongiorno! Oggi accompagna lei i bambini all'asilo?» mi chiede come se non lo avessi mai fatto in vita mia.
«Si!» le rispondo.
«Bene, bene. La sua ragazza l'ha messo in riga, eh?!» scherza lei sorridendo.
Non è mica la prima volta che li accompagno, non capisco tutto questo stupore...
Dopo aver sistemato i bambini nell'auto, la accendo e iniziamo a dirigerci verso l'asilo.
Durante il tragitto mi chiama mia madre ed io metto il vivavoce tramite la macchina «Ciao mamma»
«ciao tesoro, come stai??»
«Bene mamma,tu?»
«Tutto apposto e niente in ordine»
«Ahahah»
«Ma ti sento male, dove sei?»
«In macchina»
«Così presto! E dove devi andare?»
«Ad accompagnare i gemelli all'asilo»
«Ah...Ma è successo qualcosa con Virgi? Che cosa hai fatto?»
«Nulla mamma»
«Sicuro?»
«Si, perché?»
«No, nulla...dato che mi hai detto che stavi accompagnando i tuoi figli all'asilo...»
Non capisco cosa c'è di così strano del fatto che io accompagni i miei figli a scuola. È la seconda persona, a parte Sofia, che mi "prende in giro" su sta cosa.
«Vabbè mamma, io vado, ciao!» le dico prima di chiudere la chiamata.
Arrivati all'asilo prendo lo zaino di ciascuno e glielo lego in spalla, li accompagno all'interno e dopo avergli tolto la giacca è cambiato le scarpe, li affido alla maestra.
«Cristian, come mai oggi li accompagni tu i bambini? È successo qualcosa con Virgi?» mi chiede lei.
«No, oggi era molto spossata» rispondo secco.
Prima di sbottare ed innervosirmi decido di andarmene.
Quando sto per ritornare a casa Virginia mi chiama chiedendomi di andare all'asl per sistemare alcune cose  con gli appuntamenti delle visite mediche, sicchè faccio come mi ha detto prima di rientrare.
Non immaginavo che sarebbe stato così stancante fare una cosa del genere. Di solito queste cose le fa Virgi quindi non sono abituato ad aspettare ore semplicemente per spostare degli appuntamenti o chiedere delle informazioni, anche perchè non sono dotato di molta pazienza.
«Sono a casa!» esclamo.
«Ciao amore» mi bacia la mia ragazza.
Mi guardo l'orologio e sono già le 10:45 quindi devo accompagnare Sofia sul set.
«Amore, -mi chiama Virgi- potresti andare anche all'agenzia di viaggi per quella cosa che sai tu?» mi chiede infine con un sorriso, stampandomi un bacio.
«Certo amore» come posso dirle di no.
Sofia mi fa cenno di andare e così la seguo.
«Mi raccomando tesoro, dai il meglio di te!» esclama Virginia incoraggiando la bambina.
«Grazie mamma, ma dato che sono generosa, regalo la buona fortuna che hai augurato a me, a papà perchè penso che gli servirà di più!»
Le copro la faccia con la mano spingendola lievemente facendo finta di sorridere mentre lei e la madre si divertono a più non posso prendendomi in giro.
[...]
Dopo aver accompagnato Sofia a Cinecittà ed essere andato a prendere i biglietti dall'agenzia, prendo i gemelli da scuola e vado con loro a fare la spesa.
Che mai l'avessi fatto.
È stata la cosa più stancante della mia vita mentre loro correvano di qua e di là senza fermarsi un secondo; appena li perdevo di vista per un momento non li trovavo più. Ho dovuto comprargli un gioco ciascuno per farli entrare nel carrello e un pacco di caramelle a testa per farli stare buoni. Per non parlare di Yasmín, che ha parlato per tutto il tempo, non la finiva più.
Dopo il supermercato andiamo a recuperare Sofia per poi ritornare finalmente a casa.
I bambini, tutti allegri, corrono dalla madre mentre io sono senza fiato appoggiato alla porta.
«Ma papà?» sento dire dal corridoio da Virgi.
«Amore, che hai fatto?» mi chiede venendomi incontro con un sorriso dolcissimo sulle labbra.
«Grazie!» riesco solo a dire prima di accasciarmi a terra sfinito.
«Grazie per prenderti cura di noi ogni giorno, non so veramente come tu faccia a fare tutte queste cose contemporaneamente ed allo stesso tempo domare quelle belve inferocite che abbiamo come figli» lei ride al mio sarcasmo e mi accompagna a farmi una bella doccia.
«Mamma! Mi devi 10 euro!» grida Sofia dalla sua stanza.
Io guardo male la mia compagna.
«Su cosa avete scommesso tu e la nana di 42 anni?» chiedo suscitando in lei una risata.
«Su di te...-mi vede cupo- però io ho scommesso sulla tua riuscita! Ho creduto in te fino all'ultimo!»
Alla fine mi metto a ridere anche io per l'inverosimilità della scena.

[...]

«Hai preparato tutto??» mi chiede Virginia.
«Si, tu?» chiedo a mia volta.
«Anche»
«Quindi posso mettere tutto in macchina?»
«Si!» conferma lei.
Prendo tutte le valigie e le ripongo in macchina per poi salire e rimettermi a dormire insieme alla mia ragazza.
Dopo due orette scarse, ci svegliamo.
Oggi è una giornata molto importante, abbiamo fatto una sorpresa a Sofia ed ai gemelli.
Loro pensano sia una giornata come le altre, invece oggi dobbiamo partire.
«Li svegli tu i bambini?» mi chiede Virgi.
«Certo»
Vado prima nella camera di Josef e lo trovo sveglio, nel suo lettino, con il biberon in mano intento a bere il latte.
«Buongiorno amore di papà» lo prendo in braccio lasciandogli tanti baci sulla guancia.
«Andiamo a svegliare le tue sorelle?» lui mi fa cenno di si con la testa mentre io mi dirigo nella stanza delle bambine.
Apro la tapparella e le tende rigorosamente fucsia e la luce del giorno penetra vigorosamente nella stanzetta. Entrambe so rigirano nel letto ed io mi avvicino per svegliarle.
Josef va da Sofia ed io da Mimí.
«Yasmín -la chiamo scuotendola leggermente-svegliati»
«Iaiaaa» chiama il piccolo sua sorella maggiore.
Dopo averle svegliate, io e Virgi andiamo a vestire e lavare i bambini.
«E la colazione??»ci chiede Sofi mentre ce ne andiamo
«La facciamo per strada, ora però sbrighiamoci altrimenti arriveremo tardi all'appuntamento» comunica Virginia.
Ci mettiamo in macchina e ci incamminiamo verso l'aeroporto.
«Papà come mai stai andando verso l'aeroporto?» chiede la grande.
«Perché è lì il nostro appuntamento.»
Io parcheggio la macchina, e, appena scesi, io mi occupo delle valigie e Virginia dei bambini.
«Andate più avanti io vi raggiungo» dico guardando la faccia di Sofia sempre più dubbiosa.
Quando si allontanano un po' decido di incamminarmi anche il tenendoli sempre sott'occhio.
La bambina inizia a correre non appena vede le sue amiche ed i suoi amici.
«Che ci fate qui?» la sento dire. Ormai sono dietro di lei, accanto a Virgi.
«Sofia ti abbiamo fatto una sorpresa partiamo in America e loro vengono con noi insieme ai loro genitori!» esclama la mia ragazza entusiasta, suscitanti poco dopo le lacrime di nostra figlia non appena vede me con le valigie.
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Ciao scusate per la luuuunga assenza ma purtroppo ho molte cose da fare e molti progetti su cui lavorare. Spero vi sia piaciuto e scusate se ci sono alcuni errori.
Un bacio💋
Juana💖

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