Capitolo 58

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POV Virginia
*V«pronto?»
C«Ehi»*
Decido di rispondere ma me ne pento quasi subito quando riascolto la sua voce dopo tanto e mi scendono alcune lacrime che non sono riuscita a trattenere lungo il viso. Le asciugo prontamente non appena la risata di Sofia mi ricorda che lei è qui è che non deve vedere che io soffro e sto male.
*V«perchè mi hai chiamata?»
C«come va?»*
Ha anche il coraggio di chiedermi come vada?! Come vuole che stia?!
Io speravo che magari in questa settimana di separazione lui si fosse reso conto dei suoi sbagli e che avesse perlomeno provato a maturare...
Ma sbagliavo, come sempre ultimamente.
Sento che la delusione e l'amore stanno facendo spazio alla rabbia e all'indignazione decido quindi di spostarmi in camera nost....mia.
In camera mia.
*V«non hai risposto alla mia domanda...»
C«nè tu alla mia..»
V«ti ostini a fare il bambino vedo...» -cerco di mantenere la calma-
C«ti è sempre piaciuto però...»
V«beh...forse perchè prima ero ancora una ragazzina, ma adesso che sono una donna ed ho una figlia, mi prendo le mie responsabilità... e devo informarti che sono stanca di trattare con te come si fa con un ragazzino»
C«touchè!»
V«potresti rispondere alla mia domanda?» -dico cercando di mantenere il mio tono freddo e distaccato-
C«ti ho chiamata per la bambina... La voglio vedere...»
V«certo...ti va bene domani sera?»
C«dovrei uscire....»
V«allora non penso la potrai vedere per il momento...»
C«potrebbe uscire con me...»
V«non può rimanere sveglia fino a tardi...»
C«dai Vi, è uscita un sacco di volte insieme a noi...»
V«si ma io non posso aspettare i tuoi comodi...dovrei dormire anche io»
C«non c'è problema. La piccola può venire a dormire da me!»
-Esito un po' prima di rispondere-
V«ok! A domani..»
C«aspetta Vi...devi rispondere alla domanda...»*
Attacco velocemente e scoppio a piangere sul letto abbracciando il mio cuscino.
Lo amo e mi manca, e questo non lo potrà mai cambiare nessuno.

POV Cristian
Sono sul mio letto, con il telefono in mano, fissando il pulsante di chiamata da quasi un'ora, non sapendo bene cosa fare.
La dovrei chiamare?
E cosa le dico?
O meglio, so bene cosa dirle ho le idee ben chiare, ma è sicuro che riuscirei ad esprimermi?
Senza pensarci ulteriormente la chiamo, ma non risponde.
Ha ragione a non farlo.
Ma io sarei stupido ad arrendermi.
Devo riuscire a dirle quello che da una settimana mi mangia l'anima.
Ricompongo il suo numero, lo so a memoria, e la chiamo.
Squilla la prima, la seconda, la terza, la quarta volta...ma lei non risponde ed io comincio seriamente a pensare che le sia successo qualcosa.
Il battito cardiaco è accelerato ed il fiato si è fatto corto.
Attacco e richiamo.
Ma questa volta dopo qualche squillo risponde, ed il mio cuore si ferma non appena sente dinuovo la sua voce dopo così tanto tempo.
Non è la sua solita voce allegra e spensierata ma è cupa, fredda.
Mi domanda il perché l'abbia chiamata, servendomi il piatto sul quale riporre tutte le mie colpe e le mie scuse per ciò che le ho fatto ma io come al solito rovino tutto con una domanda palesemente stupida.
Evidentemente quel famoso filo non si è ancora aggiustato.
Iniziamo a discutere su chi deve rispondere prima alla domanda dell'altro come due bambini, anzi, uno: io.
Quando sto per risponderle sento il suo respiro cambiare e farsi più intenso e affannoso, e la speranza che provi ancora qualcosa per me, nonostante il suo tono distaccato, riaffiora.
Io lo so che lei mi ama, me lo ha dimostrato più volte, ma dopo quello che le ho fatto mi è capitato più volte di pensare al fatto che il suo sentimento per me possa scemare giorno per giorno...
Vorrei dirle che l'ho chiamata principalmente perchè mi dispiace di aver rovinato tutto come al solito, che la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, che farò qualcosa per far cambiare il giudizio che le persone hanno di lei in seguito ad alcuni miei atteggiamenti, che mi è mancata come l'ossigeno in questa settimana, che non sarò mai un uomo se lei non è accanto a me, che quelle cose le dovevo fare per lavoro e praticamente me lo avevano imposto, ma quello che realmente dico è «ti ho chiamata per la bambina...la voglio vedere»
Dopo aver fatto un po' di storie riesco a convincerla a far rimanere Sofi da me domani.

POV Virginia
Mia madre viene in camera ed io mi copro e mi affretto ad asciugarmi le lacrime per paura che fosse Sofia ma quando vedo che è lei la abbraccio ed incominciò a piangerle sulla spalla.
A«shh...calmati» mi accarezza piano il capo
V«mamma...-riesco a dire- è tutto così complicato...»
A«lo so amore, lo so... Calmati adesso però!»
V«domani viene a prendersi la bambina...» dico staccandomi e calmandomi leggermente.
A«ha chiamato per questo?»
V«immagino di sì..»
A«tu non ti preoccupare, continua con la tua vita... Va benissimo anche senza di lui..»
No, mamma. Non va per niente bene senza lui, senza il suo profumo che mi invade i polmoni, senza il suo caldo petto, senza le sue morbide labbra, senza i suoi occhi, la sua risata, le sue litigate con Sofia. Mi manca tantissimo.
Corro spedita in bagno a lavarmi ancora una volta la faccia e a ritruccarmi prima di raggiungere la piccola in salotto.
S«mamma, cosa succede?»
V«nulla piccolina...»
S«ma hai pianto?»
È molto intelligente e si accorge di tutto.
V«no, cucciola...-spero basti per convincerla- ti va di vedere papà?» cambio discorso
S«Siii!! È da un sacco che non lo vedo e mi manca tantissimo...»
Mi limito a sorridere e ad accarezzarle i capelli.
S«manca anche a te...vero mamma?»
Lei non sa di quello che è successo tra noi e cerchiamo di tenerla fuori da tutto ciò fino a quando non diventa una cosa definitiva, anche se è dura.
V«si amore...mi manca...»
Sento lo squillo di un cellulare e Sofia corre a prenderlo, è il suo.
Già.
Sofia ha un telefono.
Non ci avevo pensato, se Cristian voleva parlare con la bambina poteva farlo chiamandola, come ha sempre fatto, dal suo telefono.
Perchè avrebbe dovuto chiamare me?
Beh per il momento non ci voglio pensare, anche se ho come l'impressione che abbia voluto parlare di tutto meno che della bambina...

*il giorno dopo*

A«sei pronta tesoro?»
S«si nonna!» dice Sofia uscendo dal bagno con un bellissimo completo che le ho comprato la settimana scorsa dalla boutique "Monnalisa"
A«ma sei bellissima tesoro!»
S«grazie» fa un piccolo inchino prima di andare a pettinarsi i capelli e a sistemarsi il frontino.
Io continuo a prepararle il borsone con tutto ciò che le occorre per la notte e per la giornata che passerà con il padre.
V«sei contenta di andare da papà Sofi?»
S«tanto! Peccato che tu non possa venire...»
In realtà potrei, ma ho inventato di avere le prove il giorno dopo anche se in realtà ho una giornata libera.
Squilla il telefono e Sofia risponde entusiasta.
S«pronto?...si.....ok....ciao... Devo scendere!»
V«certo...»
S«mamma mi accompagni?»
Non ho voglia di rivederlo, di rivedere i suoi occhi davanti ai quali io perdo il controllo.
A«ti accompagno io se vuoi...» propone mia madre per evitarmi un altro dolore
S«Nah...alla mamma manca papà, me lo ha detto ieri ed ora lo può finalmente vedere... Dai mamy andiamo!»
Ecco che ancora una volta mi ritrovo incastrata dalle mie stesse parole.
V«si amore...metti il cappotto e saluta la nonna e zia Fra!»
S«certo»
Prendo anche io il cappotto ed aiuto Sofia con il borsone.
Mi blocco quando vedo la sua macchina di fronte a me, al contrario della bambina che corre ad aprire il portone.
Lentamente, facendo appello a tutte le forze possibili ed immaginabili per non piangere, mi avvicino alla macchina e lui è gia appoggiato sullo sportello chiuso del passeggero ed è semplicemente fantastico.
Mi schiarisco la voce apro il portone e cerco di mascherare tutte le mie emozioni con uno scudo trasparente, ma che allo stesso tempo non lasci trasparire quanto io stia morendo dentro a rivederlo.
C«ciao piccola...» mi saluta scostandomi i capelli dal viso.
Al suo tocco indietreggio.
C«s-scusa...non volevo..»
V«questa l'ho già sentita...» rispondo acida.
C«Vi...»
V«Cristian, - lo interrompo, porgendogli il borsone della bambina che è già in macchina- questa è la borsa della bambina. Qui c'è tutto quello che le serve. Sta attento alla bambola col tutù ci tiene molto però tende a dimenticarsela ovunque, prima di dormire raccontale una favola, quella della principessa danzante è la sua preferita, non farle mangiare schifezze, le piacciono tanto ma non fanno bene... Ricordale di fare la pipì prima di uscire di casa perchè poi le viene sempre quando siamo in macchina, falle mettere la cintura di sicurezza anche se è sul seggiolino, falle lavare i denti dopo mangiato e quando puoi accarezzale i capelli, la rilassa...»
C«Virgi, è una settimana che non ci vediamo, non 5 anni...»
Già, gli sto facendo un sacco di raccomandazioni come se non fosse mai vissuto a casa nostra. Non so il perchè ma quel giorno in cui l'ho cacciato di casa, mi sembra una data così lontana... Forse per la pesantezza delle giornate successive e la lentezza con le quali sono trascorse, ma ora si è innalzato un muro tra noi, esattamente come successe all'inizio della nostra storia. E ci vorrà un carroarmato per tirarlo giù.
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Ciao ragazze! A voi un altro capitolo, mi sono stupita anche io per il poco tempo che è passato da quando ho postato l'ultimo, tenuto conto dei miei super ritardi negli ultimi periodi ahah...
Spero che come al solito vi piaccia e mi raccomando commentate, ci tengo alla vostra opinione!!!
Un bacio😘
Juana🌸

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