Scott's point of view
Boccheggiai per qualche istante. «Sei davvero tu?»
«Sì» ripeté, impassibile, squadrandoci. «E voi chi diavolo siete?» sputò, senza guardare nessuno in particolare.
Tutto il nostro entusiasmo sparì in un solo istante.
«Delle persone che hanno bisogno del tuo aiuto» disse Isaac, vago ma deciso, guardandola negli occhi con fare spavaldo. Poi si girò verso di me e mi fulminò con lo sguardo. Non si fidava affatto di quella ragazza, era palese, e credeva che il nostro piano fosse soltanto una pessima idea e che quel viaggio fosse un enorme spreco di tempo; non c'era bisogno che lo dicesse: per lui tutto era una pessima idea o uno spreco di tempo.«Non faccio beneficenza, mi spiace» replicò lei pungente, rivolgendoci l'ennesima occhiataccia, «Dovreste rivolgervi a qualcun altro» commentò gelida, dandoci le spalle di nuovo.
Kira le afferrò un polso, impulsivamente, quasi con disperazione. La bionda girò in fretta la testa, regalando alla kitsune uno sguardo infuocato. Questa, però, non si sentì per niente intimorita.«Lasciami il braccio» ordinò, scandendo attentamente ogni parola.
«Cosa ti costa aiutarci?» l'implorò l'altra, senza muoversi, «Non sai neanche di cosa si tratti.» La bionda si divincolò senza sforzo, dimostrandosi molto più forte di quello che la sua corporatura suggeriva. Si massaggiò distrattamente il punto in cui Kira l'aveva stretta.«Non rientra nei nei miei impegni di oggi aiutare un gruppo di...» si interruppe e ci osservò tutti, «che cosa siete? Lupi mannari?» chiese, osservando i tre ragazzi.
Derek incrociò le braccia al petto. «Per la maggior parte» asserì, spostando velocemente lo sguardo sulla mora di qualche passo davanti a lui.Lara lo imitò. «Interessante» sussurrò, per la prima volta senza usare un tono cinico o infastidito. «Tre lupi mannari e una kitsune. E anche abbastanza inesperta, direi.»
Kira, rossa di rabbia, stava per risponderle, quando Isaac intervenne ancora. «E tu cosa saresti, invece?»Lei gli rivolse un ghigno per niente rassicurante. «Una persona a cui non devi mai più rivolgere questa domanda» disse, recuperando la sua stessa frase.
Isaac, inconsciamente, sorrise.
Lara mi guardò di nuovo. «Sarà meglio andare in un posto più sicuro, se volete davvero che vi aiuti.»***
«Noshiko ci ha parlato di te» dissi, entrando in quella che sembrava essere la sua casa. «Ma non ci ha mai detto come faccia a conoscerti.»
Era tutto completamente buio. Le finestre erano sbarrate, la porta chiusa e le luci spente; qualche lieve raggio di sole entrava dalle fessure che c'erano fra le varie assi di legno che aveva fissato più o meno ovunque, addirittura sul soffitto. Un dito di polvere ricopriva ogni superficie e, per quel che riuscivo a vedere, la stanza sembrava abbastanza spoglia.
«Oh, sì» disse Lara, premendo un interruttore. «Mi ricordo di lei.»
Un lampadario malandato si accese a fatica sopra alle nostre teste. Oscillava pericolosamente e sembrava pronto a cadere da un momento all'altro, mentre illuminava con una luce fin troppo flebile l'intera casa. Riuscii a distinguere qualche altro dettaglio, come un tavolo pieno di carte varie e un divano che non pareva troppo comodo.
«Vi abituerete» aggiunse, riferendosi alla scarsa illuminazione. Si tolse la giacca di pelle e la lanciò distrattamente da qualche parte, noncurante.
«Cosa ti ha fatto di così male il sole?» indagò Derek, passando un dito sulle sbarre che coprivano le finestre.Lara lo guardò confusa per un istante, poi, quando capì, liquidò velocemente la questione con un gesto della mano. «Oh, quelle» borbottò. «Preferisco soltanto che i vicini non si facciano gli affari miei.»
«Comprensibile» commentò Isaac, calando le mani nelle tasche dei jeans e lanciando un'occhiata ad un angolo pieno di armi di ogni genere che io non avevo notato. Lei seguì il suo sguardo.
«Sono solo per precauzione» si giustificò ancora, stringendosi nelle spalle.«Come hai conosciuto Noshiko?» insistetti, ignorando i loro inutili commenti. Non avevamo fatto tutta quella strada per parlare di arredamento.
La bionda si appoggiò al tavolo e incrociò le braccia al petto.
«Sei un tipo determinato, eh?» ridacchiò, prima di indicarmi con un dito. «È lui l'Alpha, qui in mezzo?» domandò agli altri.
Derek annuì. «Vero Alpha, per la precisione.»«Wow» esclamò lei, riportando la sua attenzione su di me. «Non ne avevo mai incontrato uno. Che onore» scherzò.
«Non hai risposto alla mia domanda.»
Sbuffò. «Sei sempre così noioso?» chiese.
Io non risposi.«Come vuoi» sospirò. «L'ho incontrata tempo fa nei dintorni di Boston, quando ancora abitavo in quella zona. Ricordo che era molto interessata a un argomento.»
«Fammi indovinare» la interruppe Kira, inarcando un sopracciglio. «Nogitsune?»Lara la squadrò attentamente. «Qualcosa mi dice che siete qui per lo stesso motivo.»
«Esatto» confermò Isaac, annuendo con serietà.
«Puoi aiutarci?» aggiunsi.
«Dipende» mi rispose, con tono disinteressato. «Raccontatemi cosa è successo.»«Qualche mese fa, un nostro amico — Stiles — è stato posseduto da un nogitsune» cominciai. «Ha cercato di resistergli, inizialmente, ma alla fine è stato costretto a cedere. Il Void gli ha fatto commettere azioni orribili, crimini di ogni genere, e ci siamo ritrovati a doverlo considerare un nemico. Ma poi abbiamo trovato un modo per liberarlo, e si sono venuti a creare due Stiles: lui e il nogitsune stesso; ma non si è fermato.»
«Una nostra amica è morta per causa sua. Tutti abbiamo rischiato la vita. E lui, infine, ha costretto Stiles a suicidarsi per poter salvare noi. Si è piantato una spada nello stomaco davanti ai nostri occhi, mentre quel mostro rideva; è morto senza che potessimo fare nulla.»
Mi guardai intorno. Kira stava guardando il pavimento, torturandosi le mani; Isaac fissava Lara con la bocca dischiusa, attendendo una sua reazione; Derek mi osservava in silenzio.
«La sua copia — il nogitsune — è ancora viva e vegeta a Beacon Hills. Non l'abbiamo più visto da allora, ma sappiamo che è ancora lì» conclusi.
«Sta solo aspettando il momento giusto» mi interruppe, perentoria.
«Per cosa?» domandò Isaac.
«Quando il vostro amico — Stiles, no? — è morto, una parte della sua anima» mimò questa parola con le dita, «è stata assorbita dal nogitsune, per dirla in parole povere, senza che lui se ne accorgesse. Con ogni probabilità adesso sta cercando di capire cosa diavolo gli sia successo e fino ad allora, potete scommetterci, eviterà di farsi vedere da voi.»«Che intendi dire?» disse Kira, dopo qualche istante di silenzio. Lara la guardò negli occhi. «È semplice» affermò. «Una parte del vostro amico continua a vivere all'interno del Nogitsune.»
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Haunted | Teen Wolf - Stydia
Fanfiction❝My thoughts were destroying me. I tried not to think. But the silence, oh god the silence, that was a killer too.❞ Uno. Un cuore che batte sempre più forte. Due. Passi incerti sulla moquette. Tre. Dita che picchiettano su un mobile. Quattro. Un...