27. Epilogue

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Se vi va, ascoltate la canzone che ho messo tra i media mentre leggete.

Tutto quanto intorno a me cominciò a girare e mi tremarono le ginocchia. Sentii il terreno sotto ai miei piedi sparire e le voci degli altri farsi sempre più lontane, come distanti chilometri.

E poi arrivarono. Le voci, le urla, le visioni; mi investirono in pieno, come una folata di vento. E fecero male.

Vidi frecce, spade, sangue; lividi, ferite, lacrime.
Sentii grida, pianti, singhiozzi; sussurri, gemiti di dolore, parole di conforto.
Percepii freddo, solitudine, buio; disperazione, paura, odio.
Riconobbi il tradimento, l'amore, la follia; la fiducia mal riposta, l'abbandono, il coraggio.
Ascoltai il silenzio della notte, il frastuono della battaglia, i sussurri della mattina; acqua che scorre, persone che cadono, risate gelide.
Avvertii dolore, tristezza, determinazione; stanchezza, angoscia, voglia di reagire.

Ma la cosa che in assoluto mi fece più male, fu vedere lei.
Lei, che da mesi tormentava i miei pensieri, infestava i miei sogni, riempiva i miei silenzi.
Lei, che avrei voluto e avrei dovuto salvare.
Lei, che era morta per me.
Lei, che non sarei mai riuscita a dimenticare.
Allison.

Vidi il suo viso bagnato dalle lacrime e mi si mozzò il respiro. Poi udii una voce, nella mia testa — ma ero io, a parlare, o qualcun altro?

Lei è stata solo la prima, disse. La lista è ancora lunga.

Scossi la testa — o almeno credo di averlo fatto.
Ma la tortura non era ancora finita.

Vidi Grace.
Era chinata a terra di fronte a qualcuno. Aveva ferite sparse per tutto il corpo e numerosi graffi sul viso. Ma, sulle sue labbra, era dipinto un sorriso malinconico.
Cercai di dire qualcosa, ma dalla mia bocca non uscì alcun suono.
Poi qualcuno arrivò alle sue spalle; in un istante le afferrò il capo tra le mani e, in un colpo solo, le spezzò il collo.

Inorridii. Tentai di chiamare il suo nome, ma non ci riuscii. Mi sentii come fosse stata solo colpa mia.
Lo sconosciuto, allora, le staccò la testa con un rumore sordo e definito.
Il suo corpo cadde a terra, ormai senza vita, sporcando di rosso il pavimento grigio e gelido.

Riaprii gli occhi, riprendendomi. E quindi urlai, urlai e urlai; urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, fino a restare senza voce.

Questa volta non morirà nessuno, pensai, scuotendo la testa.
Nessun altro morirà per colpa mia.

Spazio autrice
Come potete vedere, questo capitolo è molto simile al prologo. È soltanto una visione di Lydia, ma allo stesso tempo anche una piccola anticipazione del prossimo libro.

Non posso credere che sia davvero arrivata la fine! Non immagino neanche come mi sentirò alla fine del terzo, se già adesso faccio la nostalgica.

A questo punto non posso fare altro se non ringraziare ognuno di voi per essere arrivato a questo punto; per ogni voto e per ogni commento, così come per ogni lettura silenziosa; vi ringrazio per avermi spronato a continuare e per avermi aiutato a migliorare. Haunted è quello che è grazie a voi, non dimenticatelo!
Spero quindi che vi sia piaciuta tanto quanto è piaciuta a me. E passate a leggere Bloodshed, il sequel di questa storia!

A presto!

Haunted | Teen Wolf - StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora