24. The end begins

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Scott's point of view

«Quanto manca?»

Derek sbuffò rumorosamente, lanciando un'occhiataccia a Kira attraverso lo specchietto retrovisore. «Poco» ripeté per l'ennesima volta.

«Quanto poco?» insistette lei, euforica. Non riuscii a trattenere una risata alla vista della smorfia che si era appena creata sul viso del lupo accanto a me.
«Non cominciare anche tu» bisbigliò, severo.
Io mi strinsi nelle spalle. «Non ho fatto nulla» mi giustificai.

Lui sospirò ancora. «So che sei felice di rivedere Lydia, Kira» disse poi, «ma, ti prego, smetti di chiedermi tra quanto arriveremo.»

Kira incrociò le braccia al petto, abbandonandosi sul sedile.
Risi ancora. «Credo sia più impaziente di levarsi Lara dai piedi, che di arrivare a Beacon Hills.»

La kitsune fece spallucce. «Non sta simpatica a nessuno, quella lì.»
«A Isaac sì» replicò il più anziano. «È anche andato in macchina con lei, all'aeroporto.»
«Solo perché l'abbiamo obbligato» risposi, guardando il lupo alla guida. «Neanche a lui va troppo a genio, da quando ci ha cacciato da casa sua.»

Kira giocherellò con la cintura, abbassando lo sguardo. «Beh, non mi pare che per lei sia lo stesso.»
Mi girai immediatamente verso di lei, confuso, mentre Derek, ancora una volta, osservava il riflesso nello specchietto.

«Oh, andiamo» sbottò la mora qualche istante dopo, spingendosi un pochino in avanti. «Avete notato la faccia che ha fatto quando lo ha visto ferito?»

Il più grande tra noi fece per parlare, ma si bloccò immediatamente.
«O la reazione che ha avuto quando ho cercato di portarlo via da lei?» continuò la kitsune del tuono, sorridendo. «Ammettetelo, è evidente. Per un qualche motivo quella vecchia bugiarda prova qualcosa per Isaac. Non avete voglia di scoprire quale sia, questo motivo?»

***

«E lei chi è?» chiese Lydia, indicando con un cenno della testa la bionda in disparte. Mi voltai a guardarla e incrociai, purtroppo, il suo sguardo, cogliendo un sorriso sghembo che non prometteva nulla di buono. Sospirai.

Fai che vadano d'accordo, pensai. Fai che almeno loro vadano d'accordo.

«Lei è La-»
Non feci in tempo a finire la frase, però, che questa mi superò, spintonandomi appena. Tese una mano verso Lydia.
«Sono Lara, piacere» mi rivolse un'occhiataccia, «e so presentarmi da sola.»

La rossa mi lanciò uno sguardo carico di insicurezza e, quando io annuii impercettibilmente, si decise, seppur con poca convinzione, ad accettare la stretta.

«Lydia» disse, concisa.
Sulle labbra della kitsune si dipinse un nuovo sorriso.

Non farla arrabbiare, non farla arrabbiare.

«Oh, ma io so benissimo chi sei» dichiarò, entusiasta. «Sei la fanciulla indifesa che siamo venuti a salvare, no?»

Fantastico.

Lydia ritirò il braccio di scatto. «Non sono indifesa» ringhiò.
«Ah sì?» fece la bionda, con un tono tremendamente irritante. «Quindi saresti in grado di affrontare il nogitsune da sola, no?»
La banshee non rispose.

«E, perciò, io ho fatto un viaggio di sei ore completamente inutile, giusto?» continuò, allargando le braccia. «Perché tanto qui nessuno ha bisogno del mio aiuto, a quanto pare.»

«Lara» la richiamai io, sottovoce.
Lei si girò di scatto. «Che c'è? Mi avete obbligato a venire, permettetemi almeno di lamentarmi. Sono stata zitta per tutto il viaggio, adesso lasciatemi dire la mia.»

Kira sbuffò sonoramente e si passò una mano tra i capelli, visibilmente in difficoltà. «Lasciala perdere» intervenne, rivolgendosi a Lydia.
«Non è un tipo facile, ma con il tempo migliora» proseguì, dopo aver attirato l'attenzione dell'amica.
«Speriamo, almeno» aggiunse in un sussurro. Isaac, in piedi accanto a lei, le tirò una lieve gomitata all'altezza delle costole.

«Fingerò che tu non abbia detto nulla» riprese Lara, concentrandosi di nuovo sulla giovane ragazza di fronte a lei.
«Vogliamo entrare?» domandò quindi, indicando la porta di casa mia. «Devi raccontarci molte cose, Rossa. Sarà meglio sbrigarsi.»

***

Eravamo seduti a quel tavolo da tre ore, forse quattro, ma il tempo sembrava essersi fermato.

Lydia ci aveva raccontato tutto quello che era successo con il nogitsune durante la nostra assenza, anche se continuamente interrotta da domande e commenti vari — specialmente di Lara. Ogni tanto, poi, cominciava a tremare di paura, e le servivano cinque minuti buoni per calmarsi.

Ma, alla fine, ce l'aveva fatta. Poi era stato il nostro turno, e le avevamo spiegato tutto quello che avevamo scoperto. E adesso, dopo mezz'ora di silenzio, stavamo ancora aspettando che qualcuno di noi proponesse un piano, ma nessuno parlava; chi per un motivo e chi per un altro, ognuno di noi era rimasto senza parole. Tranne, ovviamente, Lara.

«Okay» cominciò, tamburellando con le unghie smaltate di nero sul legno. «Riassumiamo tutto. Che cosa sappiamo?»

Kira, assonnata, si stropicciò gli occhi con una mano. «Il nogitsune è un maniaco.»

Lara sospirò. «Sì, Kira. Questo non ci aiuta, però» rispose, affranta.

«Sappiamo che avevamo ragione» disse allora Isaac. «Il nogitsune, a causa dell'influenza di Stiles, è innamorato — e quindi perseguita — Lydia.»

La bionda lo guardò in silenzio. «Esatto» sussurrò, abbozzando un sorriso. Il riccio distolse immediatamente lo sguardo e ricominciò ad ignorarla — cosa che, con poco successo, aveva cercato di fare per tutto il giorno.

Fu quindi il turno di Derek: «Crede che Lydia non ci avrebbe mai chiamato per chiederci aiuto. Ma siamo qui.»

«Giusto» rispose Lara, afferrando una penna e un pezzetto di carta e mettendosi a scrivere freneticamente. «Giusto» ripeté, assorta nei suoi pensieri.

«E, per chissà quale motivo, ha una specie di legame psichico con lei» conclusi io.

La kitsune alzò lo sguardo e lo puntò sul mio viso.
«Il motivo è Stiles» rispose semplicemente. «Stiles aveva un legame con Lydia e il nogitsune l'ha mantenuto. Ma, a quanto pare, è diventato più forte di prima.»

Derek annuì sommessamente.
«Quindi che si fa?»
Lara si guardò intorno, grattandosi la nuca. «È rischioso» esordì poi, «ma forse ho in mente un piano.»

Tutti noi la guardammo, in attesa.
«Dobbiamo ingannarlo, esattamente come ha fatto lui» dichiarò poi, dopo un istante di silenzio.
«Come?» chiese Lydia, mortalmente seria, che fino a quel momento aveva osservato la scena in silenzio.

«Il legame che hai con lui non semplifica le cose» continuò, fissandola. «Perciò dovrai interromperlo.»

«E come?» domandò Isaac, seduto accanto alla rossa.
«L'unico modo è cercare di non pensare a nulla — assolutamente nulla, è fondamentale — e di non avere alcun tipo di ripensamento. Devi essere sicura di quello che stai facendo, di cosa vuoi ottenere. Hai capito?»

Lydia annuì, decisa. «Cosa devo fare?»

Lara si abbandonò sulla sedia. «Fai soltanto quello che faresti se di fronte a te avessi Stiles» spiegò.
Poi sorrise, lanciandomi un'occhiata. «Al resto ci pensiamo noi.»

Haunted | Teen Wolf - StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora