10. Win and live, lose and die

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Scott's point of view

«No, è impossibile» replicò Isaac, categorico, scuotendo la testa. «Il Nogitsune non era più in lui ed è sopravvissuto. Stiles è morto. L'abbiamo visto con i nostri occhi.»
Annuii. «Non ha senso.»

«Speravo foste più svegli» sospirò lei, gettando teatralmente la testa all'indietro. «Non ho mai detto che non sia realmente morto, sia chiaro. È morto. Avete ragione. Ho soltanto detto che, in questo casi, molto spesso accade che una parte dell'anima del posseduto resti nel corpo del nogitsune.»

«Quanto spesso?» chiese immediatamente Kira.
«Vuoi un numero?» scherzò. Kira — più seria che mai — annuì.

Lara fece finta di contare qualcosa sulle dita delle mani. «Direi il settantacinque percento delle volte. Forse anche ottanta» rispose, facendo una smorfia. «Non lo so. Non sono mai stata portata per la matematica.»
«E se fossimo in quel venti percento?» intervenne Derek.

Lara si voltò, cercando un qualche documento tra i tanti sparsi sul tavolo.
«Sono quasi certa che non sia il vostro caso, quello del venti percento» borbottò. «Fermo restando che sia davvero un venti percento. Potrebbe essere anche molto meno.»

«E come fai a saperlo?»
«Il fatto che non si sia fatto vedere per quasi un mese è un buon segno» disse, voltandosi di nuovo e sventolando un foglio davanti a sé. «Significa che è confuso. Se non lo fosse, probabilmente vi avrebbe già ucciso e se ne sarebbe andato.»

«Potrebbe anche essere semplicemente scappato?» intervenne ancora Isaac, alzando le sopracciglia.
«No» risposte la bionda, seria. «I nogitsune non lasciano mai faccende del genere in sospeso.»

Ci fu silenzio per qualche istante. «E quanto è grande questa parte di Stiles, allora?» domandai poi io, spezzandolo.
Lara inizialmente non mi rispose. Continuava soltanto a leggere quella che sembrava una pagina strappata da un libro. Nessuno di noi, però, ebbe il coraggio di chiederle di cosa si trattasse; a modo suo, quella ragazza incuteva timore. Sapeva sicuramente come farsi rispettare.

Dopo qualche minuto posò il foglio di carta e mi guardò negli occhi.
«Dipende» rispose, anche se in ritardo. «Di solito è una parte molto piccola, quasi minuscola e apparentemente insignificante. È come rinchiusa nel corpo del nogitsune, bloccata; come se l'avesse chiuso a chiave in un ripostiglio, per farla breve.»
Alzò l'indice, sorridendo appena. «Ma senza buttare via la chiave.»

Fece una breve pausa prima di continuare: «Il problema — che per voi è tutt'altro che un problema — è che questa irrilevante presenza in realtà non è poi così irrilevante, per lui: si ribella, lo confonde, fa casino. A volte può anche arrivare a condizionare il suo modo di essere, i suoi pensieri. Può fargli fare inconsciamente cose che, di per sé, non avrebbe mai pensato di fare.»

Un barlume di speranza si accese dentro tutti noi. «Ad esempio?»
«Dipende anche in questo caso» disse, gesticolando senza un motivo. «Ho sentito anni fa di un nogitsune che aveva posseduto un quarterback e, una volta morto questo, si era ritrovato a giocare a football nel campo della scuola.»

«È imprevedibile, quindi?» chiesi.
«No, assolutamente» dichiarò, con lo sguardo che vagava distrattamente in giro per la stanza. «Può trattarsi di uno sport, di un hobby, di persone che facevano parte della sua vita. Cambia da persona a persona.»
«Quindi dobbiamo solo capire quale sia questa cosa per Stiles» bisbigliai, più a me stesso che agli altri. «Avete qualche id-»

«Ehi, ehi» mi interruppe subito Lara, scuotendo la testa e sventolandomi una mano davanti alla faccia. «Calmati, Vero Alpha.»

La guardai interrogativo. Che problema c'era, adesso?

Lei mi rivolse un sorriso amaro. «Non credevi davvero fosse così semplice, vero?»
«Lo speravamo» sospirò Isaac a voce bassa, lanciandosi sul divano e sollevando così una nube di polvere. Nessuno fece una piega. «Non c'è mai niente di semplice. Niente. Neanche una volta.»
«Dovrete farci l'abitudine» scherzò, guardando di sottecchi il riccio e sorridendo appena.

«Sapete perché, ad un certo punto, le persone che sono state possedute muoiono?» chiese poi, cambiando completamente discorso.
Derek boccheggiò. «Cosa c'entra questo con-»
«Rispondete» lo fermò, decisa.
«Stiles si è ucciso per salvarci la vita» sussurrò tristemente Kira, guardandomi per un qualche motivo.
Lara scosse la testa. «Ed è qui che vi sbagliate!» esclamò, con un entusiasmo totalmente ingiustificato. «Voi credete sia così; ma non è vero.»

«Cosa stai dicendo?» intervenni, socchiudendo gli occhi. «È andata così. Si è sacrificato per noi. Si è piantato una lama nello stomaco ed è morto dissanguato» continuò Derek, stringendo i pugni.

«Lo so che è difficile» cercò di consolarci maldestramente, tentando allo stesso tempo di non far innervosire ancora di più il più grande. «Ma dovete capire quello che vi sto dicendo.»

La fissai per un secondo in silenzio e Derek, Kira e Isaac mi imitarono. Nessuno di noi si fidava di lei, ma era la nostra migliore speranza.
«Vai avanti.»

Lei inspirò profondamente. «C'è anche un altro motivo per cui le cose sono andate in questo modo» dichiarò.
«Vale a dire?» chiese Kira, impaziente, aggrappandosi al bordo del tavolo e sporgendosi in avanti. Lara la fulminò con lo sguardo ancora una volta.
Non sarebbero mai andate d'accordo.

«Non sarà facile farlo tornare indietro; sarà quasi impossibile, è giusto che lo sappiate» iniziò, «perché ha ceduto al nogitsune e gli ha lasciato vincere la battaglia che si stava svolgendo nella sua testa» rivelò, con voce ferma e cupa.
Quando notò le nostre espressioni perplesse, però, capì che quella spiegazione non bastava. «Non voleva più vivere.»

Haunted | Teen Wolf - StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora