20. Slaughtered

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Scott's point of view

«Che cosa?» chiesi confuso, in piedi accanto a Isaac mentre osservavo le due ragazze a un paio di metri da me.

La giapponese era ancora immersa nei suoi pensieri e fissava Lara, immobile e senza emettere un fiato. Poi, sorridendo appena, compiaciuta, disse soltanto: «È come me.»
«Una kitsune?» intervenni io, muovendo un passo incerto verso le due. La bionda non si era ancora calmata del tutto.

Kira annuì, incantata.
«Una kitsune del fuoco» constatò Derek, asciutto, lanciando un'occhiata preoccupata alle fiamme ancora vive.

Lara piegò appena la testa da un lato. «Ottima deduzione, Sherlock» disse, sarcastica come sempre, ricominciando a respirare normalmente. Gli occhi erano pian piano tornati del solito verde chiaro e le mani — fino a poco prima strette a pugno — adesso erano rilassate.

«Ci devi una spiegazione» fece allora Kira, guardandola ancora una volta con diffidenza. Lara, inspiegabilmente, si concentrò su di me anziché su di lei.
«Che spiegazione volete?» borbottò. «Devo raccontarvi la storia della mia vita, mh?» scherzò, condendo il tutto con una risata forzata.

«Sarebbe un inizio» rispose Derek, calmo, incrociando le braccia al petto. «Magari potresti sorvolare su qualche dettaglio qua e là.»
La bionda mise su un finto broncio, che ci parve più una smorfia di disapprovazione. «Ma io adoro i dettagli» piagnucolò, ironica.

Kira sbuffò, alzando gli occhi al soffitto. «Fa sul serio?» chiese, senza rivolgersi a nessuno in particolare.
«Okay, okay» gliela diede vinta lei, cercando di evitare un'ulteriore rissa e togliendosi quel fastidioso ghigno dalla faccia. «Ho capito.»

Le facemmo tutti segno di cominciare a parlare. Lei — dopo aver lanciato un'ultimo sguardo preoccupato a Isaac, ancora incosciente - disse: «Sì, sono una kitsune del fuoco; ci avete preso.»

Guardò Derek per una frazione di secondo, sorridendo impercettibilmente. «Ho poco più di novecento anni. Forse sono più verso i novecentoventi. Non so; non tengo più il conto da qualche secolo.»

«Visto che mi avete chiesto di non essere dettagliata» altra occhiata a Derek, «Cercherò di tagliare corto. Innanzitutto, una volta avevo un fratello, che era esattamente come me. O, meglio, esattamente come lei» e, dicendo questo, indicò Kira con un dito. Ci girammo verso di lei quasi nello stesso istante, senza neanche accorgercene.

«Kitsune del tuono?» fece Derek, perso nei suoi stessi pensieri.
«Kitsune del tuono» confermò lei, lo sguardo vuoto.
Poi continuò: «Quando avevo circa duecento anni, nostra madre morì. Non ho mai capito cosa successe realmente e, in fondo, neanche mio fratello, penso. Ma crediamo... credo sia stata uccisa. Non so come, perché o da chi, ma qualcuno la voleva morta. Di quello ne sono certa.»

«Fatto sta che, da allora, io e mio fratello siamo rimasti soli. Abbiamo dovuto imparare ad arrangiarci, spostandoci di continuo e cercando di farci notare il meno possibile. Non è stato facile, assolutamente, e abbiamo dovuto fare molte cose di cui vado tutt'altro che fiera. Ma almeno io sono viva.»

«E tuo fratello dov'è, adesso?» la interruppe Kira, con poca delicatezza. Derek le fece immediatamente segno di stare zitta, mentre Lara la fulminava con lo sguardo.
«Ci sto arrivando» dichiarò, ringhiando quasi e diventando rossa in viso per una frazione di secondo.

«Come stavo dicendo» riprese, «Sono stati secoli difficili. Eravamo convinti che avremmo vissuto così il resto dei nostri anni, ma riuscimmo a salvarci: trovammo un branco.»

«Un branco?» replicai subito, strabuzzando gli occhi.
Annuì. «Sì, un branco.» confermò, «Salvammo senza volere la vita dell'Alpha, e questo ci prese con sè per ricambiare il favore.»

«Sua moglie, una banshee, divenne presto la mia migliore amica. Anzi, in effetti era la mia unica amica.»
Si rabbuiò immediatamente e abbassò la testa, puntando gli occhi sul pavimento scuro e sporco.
«È stato il periodo più bello della nostra vita. Ma come ogni cosa bella che ci fosse mai capitata non è durata a lungo.»

«Perché, cos'è successo?» domandò subito Kira, senza darle neanche il tempo di finire. Il moro di fronte a lei la guardò di nuovo in cagnesco, quasi come a volerla incenerire, e lei, dopo averlo fissato confusa per un momento, scattò indietro, alzando le mani.
«Okay, lo so. Scusa.»

Lara la ignorò. «Un fulmine a ciel sereno» bisbigliò, sorridendo amaramente. «Successe quindici anni fa, o almeno credo. Tutto era tranquillo, finalmente, e nessuno si aspettava una tragedia del genere. Ma, un giorno, un nogitsune ci trovò. O, più che altro, li trovò. Morirono tutti, uccisi senza pietà. Fu un massacro.»

Si bloccò per qualche istante — con gli occhi che, lentamente, si riempivano di lacrime —, lasciandoci con il fiato sospeso. «Il corpo di mio fratello non fu mai ritrovato. Soltanto due bottoni della sua camicia.»

«Eri rimasta soltanto tu? Nessun altro?» fui io a parlare, stavolta.
«Sì.»
«E che cosa hai fatto, dopo?»

Alzò lo sguardo da terra e i suoi occhi chiari — adesso leggermente arrossati — incontrarono i miei. Sorrise con amarezza, mentre le sue guance si bagnavano di lacrime. «Ho cercato la mia vendetta

Haunted | Teen Wolf - StydiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora