Capitolo 10 - Fuck you

442 49 11
                                    

Rachel's POV

"Rachel, il mio avvocato ha posticipato le pratiche del divorzio. Ci trasferiremo definitivamente fra un mesetto o due, dipende da come tuo padre prenderà la cosa" mi informa mia madre scendendo dalle scale con un plico di fogli in mano. Ormai per casa ce ne sono a montagne, dobbiamo persino mangiare in piedi, dato che sono tutti sul tavolo. Oggi è il 'grande giorno'. Nel senso...devo dirlo a Ryland, in qualche modo. Sono sicura che scoppierò a piangere tra le sue braccia. Dio mio, al solo pensiero di quanto tempo io ci abbia messo per averlo mio, a tutte le litigate, mi viene da uccidermi. Dico davvero. Ora che stiamo insieme, i mie devono rovinare tutto. Certo, Ryland riuscirà sicuramente a trovare una soluzione, ma la distanza è tanta. Troppa.
"Esco" dico prendendo la felpa dall'appendiabiti, con un tono misto rude e schifato. "Dove?" Dice lei frugando in quel plico di prima, con una penna tra le dita. "A fanculo" sono ancora infuriata con lei. Non glielo perdonerò mai. Ma perché non posso rimanere a Los Angeles con mio padre? La sento richiamarmi ma chiudo la porta alle mie spalle. Dopodiché prendo il cellulare. "Ai tavolini da pic-nic, vicino al ponte. È urgente" gli scrivo. Avevo paura della sua risposta, che non tarda ad arrivare. "Subito. Mi devo preoccupare?" sorrido. "No" blocco lo schermo e mi dirigo fino al luogo d'incontro. Lo vedo correre verso di me e sotterrarmi (letteralmente) tra sue braccia. Amo quando fa così. "Ehi" dice lui baciandomi. Goditeli Rachel, saranno gli ultimi per mooolto tempo. "Che cosa è successo?" Chiede lui premurosamente. "Ehm..." abbasso lo sguardo e iniziano automaticamente a scendermi delle lacrime. Glielo dico o no? Sei ancora in tempo per mollare tutto, Rachel. "Ehi ehi ehi...cosa...?" Si inginocchia davanti a me, mettendo la sua testa sotto la mia per vedere meglio cosa stesse accadendo. Alzo la testa e si alza anche lui, tenendomi le mani. Senza dire nulla mi stacco e mi avvicino, abbracciandolo forte. Inutile dire che lui ricambia altrettanto. "I miei genitori" dico solo singhiozzando, in un sussurro. "No...ti prego, non quello che penso" dice lui passandosi una mano fra i capelli. "Si" ricomincio a piangere sulla sua spalla, mentre il vento ci scompigliava i capelli. "Mi dispiace tanto. Tantissimo. Piccola, io ci sono qui per te. Vieni qui" mi riprende stretta a sé cullandomi appena e lasciandomi alcuni baci sulle guance rigate dalle lacrime. "Verrò tutti i giorni a farti compagnia, basta che mi lasci la finestra aperta. Te lo prometto" mi dice lui facendo scorrere le sue mani dalla schiena alle mie. "Non ce ne sarà per molto" mi guarda scettico senza però mai lasciarmi le mani. "Era questo il...il punto, ecco. Ehm...le pratiche del divorzio non prevedono che io rimanga a Los Angeles con mio padre, perciò...devo ritornare a Las Vegas con mia madre e non so quando tornerò in California" mi era uscito tutto dalla prima all'ultima parola. Capirà. Sono sicuro che lo farà. "Scherzi?" Dice sconcertato. Non posso dargli torto. "No Land. Mi dispiace. Sono incazzata quanto te, credimi. Ma ci possiamo vedere, insomma, nel weekend nessuno di noi due ha da fare, no?" Sorrido appena, ma altro che convincere lui. Qui, l'unica da convincere sono io. "Ehm...no...penso...credo di no" dice staccandosi da me, grattandosi a malapena la testa e respirando profondamente. Strano. "Ce la faremo, vero?" Chiedo avvicinandomi leggermente. "Non lo so" strizzai gli occhi spaesata. Non lo sa? Cosa non sa? Non sa magari quale bus prenderò per venire a Los Angeles, forse. Sì, sicuramente. Non può riferirsi a noi. "Cioè?" Sussurro. "Ascolta, ehm...tu lo sai quanti...quanti kilometri ci separeranno? Tanti. Troppi" corrugo la fronte. Era seriamente lui che parlava? "Ryland..." mi stoppa. "Aspetta. Tu credi veramente di riuscire a vedermi ogni weekend subendoti 14 ore di viaggio?" Chiede spiazzandomi. "Ovvio. Farei di tutto per vederti almeno una volta a settimana, Ryland. E tu?" Domando io. "Certo che lo farei, ma andiamo. Per favore, Rach. 7 ore di distanza! Sai cosa vuol dire? Io durante la settimana cosa faccio senza di te? Ragiona, per l'amor del cielo" sghignazza. "Non ti riconosco più" dico iniziando a lacrimare, camminando lontano da lui, cercando di calmarmi. Mi stava salendo una rabbia che non stavo nemmeno più riuscendo a placare. "Non è questo il punto, Rachel..." dice lui sistemandosi i capelli. "Avevi detto che mi saresti stato vicino, che cazzo!" Gli urlo dietro con le lacrime agli occhi. Pensavo capisse. "Ed è stato così! Come fai a non capire che ne ho già passata una di relazione a distanza? Fa male, cazzo! Fa male non sapere cosa fai o cosa diamine ti passi per la testa! Lo faccio per noi, cazzo!" Mi grida dietro. Come se qui il problema fossi io! "Ma quale diavolo di relazione hai instaurato con me se non ci provi neanche?! Come se l'avessi fatto apposta! Muori. Vivi la tua vita come cazzo ti pare! Vuoi lasciarmi? Ci lasciamo! Quattro anni a provarci con te per poi nemmeno un anno di fidanzamento. Vattene a fanculo" gli tiro addosso l'anello che mi aveva regalato e torno a casa. Un problema me lo sono sfortunatamente levato. Ora non solo ho perso la mia famiglia, nel vero senso della parola, ma anche l'unica persona di cui mi sono veramente innamorata.


S/A

Ehi!

Come va??

Siete ancora in tempo per scrivermi in privata la vostra ship preferita e vi darò qualche spoilerrr!

Un bacione!

Vi si aspetta in chat!!

Ele

Mad 4 || R5 FanFictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora