Capitolo 15

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Victoria's POV

Questa mattina mi sono svegliata un po' strana. Una strana energia positiva. In poche parole: amo tutti.

Quasi non offrivo a chiunque mi capitasse sotto tiro un caffè con cioccolata. A proposito, quanto può essere deliziosa questa combinazione? Ve lo dico io: tanto.

Sono a lezione di matematica ora, seduta vicino a Jason, il ragazzo idiota di ieri, per fortuna oggi sembra assorto nei suoi pensieri, tanto da non rivolgermi nemmeno un'occhiata. Almeno non può darmi fastidio e rovinare il mio buon umore.

A pranzo ho mangiato uno yogurt al volo e poi sono filata in palestra. Ci ho passato tutta la pausa a dire il vero. Non vedo mia sorella dalla prima ora, che avevamo di nuovo in comune, e non ho idea di dove sia. Comunque, se l'andassi a cercare, cosa che ovviamente non farò, mi perderei e andrei a finire dall'altra parte della scuola. Ci scommetteri cinque sterline.

Alzo un attimo la testa dal quaderno, su cui sorprendentemente stavo prendendo appunti, e fisso la lavagna incredula.

Che cazzo? Due secondi fa c'erano solo due banali radicali, che non capisco perchè li stiano facendo solo adesso, e ora è piena di numeri che sembrano geroglifico. Credo di essermi persa qualche passaggio, ma solo un paio.

«Problemi?» volto il capo verso Jason che, per la prima volta dall'inizio della lezione, mi parla sottovoce.

«No, certo che no» mento. Ovviamente ho un problema, insomma, guarda la mia faccia, si commenta da sola.

«Io credo di sì» ghigna.

«Ehi, ti sei risvegliato dal mondo dei sogni?» lo derido scompigliandogli i capelli. Non so nemmeno perchè ho azzardato questo gesto, so a malapena il suo nome, che tralaltro ho scoperto da Melody.

«Stavo riflettendo» alza le spalle, come se fosse una cosa ovvia. Ovvia, certo, ma non per me.

«Su cosa?»

«Sulle ragazze» dice guardando un punto nel vuoto.Non di nuovo, ti prego.

«E perchè mai?» domando.

«Ci sono alcune ragazze davvero semplici» comincia a parlare, «insomma, quelle che puoi capire solamente guardandole negli occhi, e vedere di che umore siano, quelle un po' bambine diciamocelo, quelle che senti il bisogno di proteggere tutto il tempo e hai paura di perdere» continua, io mi appoggio con il gomito sul banco e metto la testa sul palmo della mano, ascoltandolo, «poi ci sono quelle più complicate, come la matematica, quelle con cui ti sforzi tutto il tempo di capire qualcosa su di loro, e quando pensi di esserci riuscito, loro escogitano qualcosa e poof: sei stordito più di prima. Quelle con cui litighi sempre senza mai trovareun punto d'incontro» ora mi guarda negli occhi, scrutandomi attentamente, «e tra le due opzioni preferisco di gran lunga la prima categoria, voglio che la mia fidanzata sia semplice, non montata come tutte le altre, che aspettano sempre tutto servito su un piatto d'argento. Intendo quelle che fanno finta di essere le stronze di turno e pensano che il solito puttaniere appena le vedono cambiano di colpo per loro perchè credono di avere qualcosa in più delle altre.»

Lo guardo meravigliata. Nessun ragazzo mi aveva mai parlato così apertamente del suo pensiero su noi ragazze. E davvero, devo ammetterlo, gli do ragione. Completamente.

«E io a che categoria appartengo?» gli chiedo curiosa. Chissà come appaio agli occhi della gente. Di solito non mi importa, e nemmeno ora, ma non mi dispiacerebbe il parere di un maschio.

«Non ti conosco abbastanza per dirlo» sorride. Giusto, perchè non penso prima di parlare? Abbasso lo sguardo in cerca di qualcosa da dire, ma lui mi precede. «Beh, se vuoi ci possiamo conoscere meglio, così ti do il mio parere.»

Ackworth ||1D - 5SOS||Where stories live. Discover now