Capitolo 3

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Victoria's POV

Strano come ad un certo punto, quando meno te lo aspetti, la vita ti si sconvolga di punto in bianco. Ma in un certo senso, anche inconsciamente, lo sapevo da sempre che prima o poi, una cosa del genere sarebbe accaduta.

Solo che io, come del resto anche mia sorella, non pensiamo quasi mai alle conseguenze delle nostre azioni. Anzi, proprio mai.

Questa mattina mi sono svegliata con la consapevolezza che oggi sarà l'ultimo giorno per noi, qui a New Castle. Ultimo giorno per salutare tutti i miei amici, Niall, Michael, Ashton. Dio, come farò senza di lui?

Non gli ho nemmeno dato la notizia, ieri dopo che ho visto che non si poteva fare più nulla mi sono chiusa in camera e non ho più parlato con nessuno. Solo con mio fratello, che ogni tanto veniva per controllare come stessi.

Dorrit non l'ho più vista da ieri. Vorrei sapere come sta, anche se conosco già la risposta, ma non ho nè la voglia nè la forza per alzarmi dal letto. Ormai siamo un tuttuno.

Come se mi avesse letto nel pensiero, la porta si apre e mia sorella fa capolino. Entra e si siede sul letto, accanto al mio corpo. Rimaniamo in silenzio per un paio di minuti finchè non mi decido a parlare. «Hai parlato con Luke?»

La mia voce è decisamente rauca, forse dalle troppe lacrime versate. So che non dovrei piangere, ma all'idea che non rivedrò più nessun volto familiare, oltre a quello di Dorrit, mi si stringe il cuore e mi si forma un groppo in gola.

«No» mi guarda, e solo ora noto le occhiaie piuttosto evidenti. Odio vederla in questo stato, ma io sono nella stessa situazione e non so chi delle due sia messa peggio.

Mi metto a sedere sul letto, gambe incrociate e mani che giocano nervosamente con i lacci della tuta che indosso. «E quando hai intenzione di farlo?»

Guarda dappertutto tranne che nella mia direzione, azione che mi fa corrucciare le sopracciglia. «Non voglio farlo, infatti.»

«Cosa vorresti dire?»

«Che lo farai tu» alza lo sguardo su di me, mentre si tortura il labbro con i denti. Lo fa sempre, e sarebbe anche sexy in un'altra situazione, non ora che sembra stia addentando una fetta di pizza.

«Aspetta, cosa?» la mia mente elabora solo ora le parole che hanno appena lasciato la sua bocca. Cosa vuol dire che lo farò io? Non ho il coraggio per dirlo ad Ashton e lei pretende che lo debba dire anche al suo, di ragazzo? No grazie.

«Ti prego, non posso farlo» mi supplica con quell'aria da cucciolo abbandonato, che ha migliorato con l'avanzare del tempo.

«Ma devi» le punto il dito contro, cercando di avere u'aria autoritaria, quanto più mi riesce possibile. «Non è il mio ragazzo, è il tuo, caro broccoletto.»

Al suono del nomignolo, assegnatole a causa del colore dei suoi capelli, assottiglia gli occhi, cosa che fa solo quando sta per fare qualcosa che mi metterà alle strette. «Vuoi per caso che ti ricordi di quella volta che eri da Mikey e stava per entrare Ashton, ma io l'ho visto appena in tempo e l'ho distratto da brava sorella quale sono?»

«Non vuol dire niente» incrocio le braccia al petto restando impassibile. Almeno ai suoi occhi. «Tanto non faresti la spia, sei coinvolta anche tu in questa faccenda, quindi non funziona, furba.»

Sbuffa mentre lascia che uno strano ghigno, piuttosto inquietante, si formi sulle sue labbra. «Oppure quella sera, alla festa di Heaven, quando, sempre insieme a riccioli d'oro -faccio una smorfia all'odioso soprannome con cui lo chiama da sempre- ti sei recata nel bagno e...» con uno scatto le tappo la bocca con la mano, sentendo un leggero calore espandersi sulle mie guance. Percepisco contro il palmo la sua risata, che mi fa irritare nonostante sia più sollevata dal fatto che, anche in un giorno alquanto deprimente, riesca a risollevare l'umore di entrambe. Anche se non nel migliore dei modi.

Ackworth ||1D - 5SOS||Where stories live. Discover now