Capitolo 19

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Victoria's POV

Corro nella sua direzione e butto lo zaino a terra. Cosa le succede?

«Dor, stai bene?» che domanda stupida. Mi sembra ovvio che non stia bene.

Lei non risponde. Meglio, evito di aggravare la situazione. La abbraccio e la stringo a me come facevamo da piccole. Quando facevamo qualche scherzo o una di noi rompeva qualcosa, mentre ci prendevamo a cuscinate in salotto, prendevo per mano Dorrit e correvo in camera nostra. Poi quando mamma e papà ritornavano dal lavoro, mia sorella mi suggeriva di metterci ai piedi del letto abbracciate in attesa che nostro padre venisse su in camera ad urlarci contro.

«Non stiamo più insieme» singhiozza tra le mie braccia, «è tutta colpa mia, avrei dovuto avvisarlo.»

«No, non è colpa tua, non era una scelta, papà ci-»

Prima che riesca a terminare lei mi interrompe, «ha detto che non mi ama» tira su col naso, «che non si ricorda quando ha iniziato ad amarmi, che non sa più cosa vuol dire amare, che la nostra relazione era ad un punto morto!»

Non parlo, ora ha solo bisogno di essere abbracciata, non ha bisogno di sentirsi dire che ha ragione o torto. La stringo di più mentre le sue spalle fanno su e giù assieme al respiro strozzato e le lacrime calde che scivolano fin sulla mia spalla.

«Broccolo» la richiamo con un sorriso, senza staccarmi da lei.

«Mmh?» mugugna, ma viene interrotta da un singhiozzo.

«Ti ricordi quella volta quando insieme a Niall abbiamo rotto per sbaglio l'appendiabiti ed è caduto sul tavolino dove c'era il vaso di terracotta preferito della mamma?» ridacchio, «noi abbiamo nascosto i pezzi in camera tua così non ci scoprivano, ma quel giorno la loro doccia era inagibile e papà ha deciso di passare proprio per la tua stanza per entrare nel nostro bagno, quando ha visto cosa abbiamo combinato ha tipo gridato il nostro nome, e prima che la mamma arrivasse su, lo abbiamo chiuso in camera tua e cantavamo per non far sentire la sua voce» ora sto decisamente ridendo come una scema e Dorrit si stacca da me sghignazzando tra le lacrime.

«Oppure quando ad Halloween i vicini di fronte a noi non ci hanno dato le caramelle perchè eravamo troppo grandi e mentre io stavo cospargendo tutto di carta igienica tu hai messo la cera sugli scalini?»

«E poi invece che uscire uno dei due vecchi è uscito Michael che si è fatto un volo pazzesco» ora ridiamo entrambe scuotendo la testa al ricordo di tutte le cazzate che abbiamo fatto. «Ti voglio bene Vic.»

«Anche io» e ci abbracciamo di nuovo, ma ora nessuna delle due è più triste, almeno spero. «Va meglio?»

«Sì, decisamente» fa un lungo sospiro, «ci siamo lasciati giovedì dopo la pausa pranzo, ho pianto un po' quel giorno e poi mi sono rassegnata e ho pensato che forse sarebbe andata così anche se fossimo restate a New Castle, ma poco fa ho visto una foto vecchia con noi due tra le immagini e sono scoppiata di nuovo.»

La guardo e mi do mentalmente della stupida. Come ho fatto a non accorgermi che mia sorella stava male? Non ho avuto un cazzo da fare per non rendermene conto. «Mi è venuta un'idea.»

Dorrit mi guarda male.

«Non quelle idee» specifico, «tipo torniamo un weekend in Australia, appendiamo Luke ad un albero con sotto una buca profonda, così se riesce a liberarsi cade lì, e ce ne andiamo. Nessuno sospetterà di noi» sorrido compiaciuta. Non potevo avere idea migliore.

Mia sorella mi fissa per qualche istante, fa una risata più finta delle unghie di Cassidy e poi parla. «No.»

«Ma come? Questo è un piano fantastico» mi difendo.

Ackworth ||1D - 5SOS||Where stories live. Discover now