Capitolo II

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"Cos'abbiamo oggi Eva?"

La segretaria l'aveva accolta appena uscita dall'ascensore con un enorme fascicolo tra le mani.

"L'altro avvocato è già arrivato Miss Daisy, la sta aspettando in sala riunioni per la deposizione."

Daisy annuì mesta, l'azienda di cui era il legale era stata citata in giudizio per un licenziamento senza giusta causa ai danni di una dipendente, che li aveva accusati di averla cacciata solo perché donna. Era una delle cose più stupide che la giovane avvocato avesse mai sentito, ma era stata coinvolta direttamente nella faccenda e non avrebbe permesso a nessuno di mettere in cattiva luce la società per cui lavorava da quasi cinque anni.

"Chi hanno assunto?"

"Luke Northmen. 29 anni. Oxford con lode." rispose la segretaria passandole un foglio dal faldone "Lavora per uno studio privato specializzato in casi di discriminazione di genere."

"Punti deboli?"

"Non ancora pervenuti Miss." le rispose Eva abbassando lo sguardo.

La cosa non le piacque per niente. Non le era mai capitato di trovarsi di fronte a qualcuno di cui non sapeva nulla mentre era quasi certa che l'avvocato della controparte sapesse quasi tutto di lei.

Dalle pareti di vetro della sala riunioni riusciva già a intravedere la figura dell'uomo.

Era alto, sicuramente più di lei, aveva i capelli castani chiari, leggermente arricciati sulla nuca, le spalle larghe fasciate da un completo grigio antracite e la vita stretta.

Ed era solo.

Raddrizzò bene la schiena e con un gesto veloce della mano si spostò lunghi capelli neri dietro la schiena. "Si và in scena!" sussurrò alla ragazza a fianco a lei prima di spingere la porta della sala ed entrarci a passo sicuro.

"Buona sera, Signor Northmen!"

"Buona sera Miss St.Claire!" le rispose educato l'uomo stringendole la mano.

Si sedettero l'uno di fronte all'altra, studiandosi.

"La sua cliente?"

La risposta la scosse. "In realtà sono qui per parlare di lei."

"Di me?"

"Vorrei che mi parlasse di come si è svolta la vicenda della mia cliente." lo vide appoggiarsi con il gomito sul tavolo e protendersi in avanti verso di lei, e istintivamente si tirò indietro, contro lo schienale della sedia.

"Tutto quello che l'azienda aveva da dire a riguardo è stato stenografato dall'inviata del tribunale." gli rispose.

"La mia cliente dice che lei è stata direttamente coinvolta nella vicenda del suo licenziamento. Voglio sapere cosa è successo esattamente e voglio saperlo da lei signorina St. Claire."

"Non ho niente da dichiarare signor Nothmen! Le mie questioni personali con la persona che ha accusato questa società non hanno nulla a che vedere con la causa di cui lei si sta occupando."

Doveva restare calma, quell'uomo le metteva addosso un'ansia che non sapeva spiegare.

"C'era un uomo di mezzo signorina St.Claire?" le chiese sporgendosi ancora di più sopra il tavolo "E' la gelosia che si è messa in mezzo? Invidiava alla sua collega la sua bellezza, la sua posizione di spicco nella direzione dell' azienda? Cosa l'ha spinta a dichiarare guerra ad una sua collega fino a farle trovare un motivo qualsiasi perché fosse licenziata in tronco?"

"Lei è nella mia sala riunioni mister Northmen! Nella mia azienda! Cosa crede di avere che le dia il diritto di rivolgersi a me con quel tono! Forse non ha idea delle accuse che mi sta muovendo!"

"Andiamo Miss Daisy! Lo ammetta! Lei era invidiosa! Voleva il posto della mia cliente come capo della squadra legale di questo posto e l'ha fatta licenziare perché sapeva che altrimenti non sarebbe mai riuscita a guadagnarselo!"

"Io non sono invidiosa! Di nessuno! Non mi faccio mettere i piedi in testa da lei, che si fà paladino dei diritti della parità di genere in virtù del nome dello studio per cui lavora e poi è più sessista della comunità scientifica internazionale! Io sono la migliore in quello che faccio per questo ho avuto il posto! Non si permetta mai più di alzare la voce con me! Men che mai se si trova nella mia azienda!"

Stava sorridendo.

Il bastardo stava sorridendo!

Perché lei era in piedi, rossa di rabbia, perché aveva urlato, e l'intero ufficio, che adesso la guardava allibito da oltre la parete di vetro, l'aveva sentita.

Allontanò di scatto la sedia dal tavolo.

"Ho tutto quello di cui avevo bisogno Miss. Grazie."

Daisy rimase immobile. Lo osservò uscire dalla porta incapace anche solo di respirare, e quando Eva entrò timida nella stanza fu solo capace di battere le ciglia e dirle seria "Dì al presidente che rinuncio ad occuparmi del caso. Sono emotivamente coinvolta."

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