NdA:
Ma ciao miei cari!!
Vi sono mancata almeno un pochino in queste due settimane? Immagino che siate stati almeno un pochino sulle spine per sapere cosa succedere a Luke e Daisy adesso... Bhè, tra poco lo scoprirete!
E niente, oggi non ho molte info da darvi devo ammettere, volevo solo fare due chiacchiere!
Buona Lettura a tutti!
Baciare Luke era come bruciare.
Non era un lento, morbido sfiorarsi di labbra, un timido avvicinarsi di due coscienze.
Era come essere divorati da una fiamma, come se tutto ciò che sentiva lei di essere stesse venendo trascinato fuori dal suo corpo, fino a renderla in grado di vedersi da fuori.
Vedeva se stessa aggrapparsi a Luke, con le mani sulle sue spalle solide, la testa leggermente reclinata di lato, le labbra catturate da quelle morbide e bollenti di lui.
Sentiva il calore dei palmi di lui sul fianco e alla base della schiena, la morbidezza dei capelli che gli stava accarezzando sulla nuca.
E le labbra!
Si muovevano sulle sue come se non avessero fatto altro tutta la vita, come se fossero state create apposta per farla impazzire.
Non c'era modo di spiegare i brividi lungo la spina dorsale o il tremore alle ginocchia, il fatto che non riuscisse più a sentire il pavimento o le luci della sala, o le persone che li circondavano e che quasi sicuramente li stavano fissando.
C'erano solo loro due, e quel bacio.
Solo quando si separarono tornarono ad essere investiti dai suoni delle chiacchiere degli ospiti e dal tintinnare dei bicchieri.
In un attimo, mentre ancora scrutavano l'uno negli occhi dell'altra, alla ricerca di qualcosa che potesse spiegare quello che era appena successo, le figure attorno a loro si fecero di nuovo nitide, senza però che loro due accennassero ad allontanarsi.
"Daisy! Tesoro!" Fu la voce di sua madre a rompere l'incantesimo, riscuotendoli bruscamente.
"Non mi avevi detto che il signor Northman era un ballerino così meraviglioso!" cinguettò avvicinandosi.
"La prego mi chiami pure Luke, signora St.Claire. E non biasimi Daisy per non averglielo detto, non posso dire di aver avuto molte occasioni di ballare lenti ultimamente." le sorrise affabile l'uomo.
Daisy tuttavia non riusciva a rimanere concentrata.
Guardava sua madre chiacchierare amabilmente e sorridere e Luke risponderle con altrettanta cortesia e gentilezza, ma l'unica cosa che riusciva a percepire era che, quando si erano voltati per parlare con sia madre, la mano del giovane si era appoggiata sul suo fianco per tenerla vicino e che non si era più mossa.
Era assuefatta.
Incapace di controllare i suoi sensi, tutta la sua persona era sopraffatta dal calore del corpo dell'altro, dal profumo pungente della sua colonia.
Non sentiva nemmeno quello che lui e sua madre si stavano dicendo.
Aveva paura. Non sapeva più cosa le stava succedendo. Quand'era che i suoi sentimenti avevano cominciato a sfuggire al suo controllo?
Negli ultimi tre anni non c'era stato un momento in cui non fosse stata completamente padrona di se stessa, e ora le sembrava che il suo cervello non fosse nemmeno più in grado di ordinare alle gambe di reggere il suo corpo.
Si sentiva come se fosse la sola presa di Luke a impedirle di cadere a terra, di afflosciarsi come un sacco vuoto.
Aveva giurato che non le sarebbe più successo, che non avrebbe mai più permesso a nessuno di farla sentire in quel modo.
Fu l'immagine di Kat a risvegliarla da quel torpore, l'immagine degli occhi della sua amica che si riempivano di una sorta di tristezza.
Perché Kat era una delle poche persone che sapeva cosa le era successo.
Quanto aveva sofferto.
Cosa aveva giurato a se stessa.
Fino ad allora non si era resa conto di quanto tempo fosse passato da quando erano entrati in quella sala, ma ora la vedeva svuotarsi lentamente di tutte le persone.
"Mi sembri stanca Daisy." si voltò a guardare Luke che finalmente le stava parlando "Magari è meglio se salutiamo i fidanzati e poi andiamo.".
Daisy si lasciò trascinare via, senza sapere se era lo sguardo carico di emozioni di lui o la presa gentile sul suo fianco ad attrarla come una calamita.
Salutarono con cortesia Philipe e Henriette, e Daisy si complimentò sinceramente per la riuscita della serata e del weekend, promettendo alla ragazza che si sarebbero viste qualora lei avesse deciso di passare da Londra.
Luke non si allontanò mai da lei più di qualche centimetro, guidandola nell'intricato labirinto di corridoi fino alla sua stanza.
Quando la porta si fu chiusa alle sue spalle, Daisy percepì uno strano senso di soffocamento attanagliarle la gola. Come se l'aria si fosse fatta improvvisamente pesante, quasi liquida.
Si sedette davanti alla specchiera meccanicamente, togliendosi gli orecchini e il bracciale, fingendo di non curarsi di dove fosse Luke.
Le bastava la sensazione di calore per sapere che lui la stava guardando, e solo quando quel calore divenne insopportabile si arrese e si girò verso di lui.
Era ancora appoggiato alla porta chiusa, con una mano nella tasca dei pantaloni del completo, l'altra tra i capelli scompigliati.
Si era sciolto il nodo al papillon, e aveva tolto la giacca e slacciato i polsi della camicia per arrotolarseli ai gomiti.
Fu lo sguardo che aveva a convincerla ad alzarsi per andargli incontro, uno sguardo tormentato, che bruciava come braci ardenti in fondo alle sue pupille, e che continuava a sondare il suo viso alla disperata ricerca di qualcosa di ignoto.
Così si mosse, e con lei anche lui, venendole incontro in mezzo alla stanza.
Daisy decise che era il caso di lasciar perdere lo scorrere del tempo, perché quella sera i minuti, le ore, i secondi passavano a modo loro.
Si limitarono a fissarsi, senza essere esattamente sicuri di cosa dire.
"Mi aiuti?" gli chiese dandogli le spalle e sfiorando la chiusura della collana che aveva indossato per la serata.
E nell'esatto istante in cui le mani di lui si posarono sul suo collo, seppe che non sarebbe stata in grado di resistere oltre, perché anche dopo averle slacciato il collier e averlo posato sul tavolino, i palmi di lui non abbandonarono la sua pelle.
Continuarono ad accarezzarle il collo e le spalle scoperte, massaggiandola all'inizio della colonna verticale.
Abbandonò la testa indietro, appoggiandola sul petto dell'uomo con un gemito trattenuto a stento nello stesso istante in cui lui si abbassava appena per posare le labbra sulla pelle nuda appena sopra la sua clavicola facendola sospirare.
"Luke..." bisbigliò senza essere sicura di cosa volesse veramente dire, prima di girarsi verso di lui e arrendersi all'assalto delle loro labbra che si incontravano.
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Accordo d'Amore
RomanceDaisy St.Claire è uno dei migliori avvocati di Londra. Tutti conoscono le sue origini nobili, la sua fama di leonessa in tribunale e la sua freddezza nelle questioni private. Ma a sua madre questo non sembra importare. Tutto quello che vuole...