Capitolo XIV

11.1K 501 10
                                        




NdA:

Buonsalve a tutti!
Mi avete fatto notare che lo scorso capitolo era un pochino corto e avete perfettamente ragione! Purtroppo non mi piace dilungarmi troppo su scene che devono essere corte e non mi piace mettere insieme momenti diversi.

Lo so, lo so! Sono fuori come un balcone! Perdonatemi!

Quello che volevo dirvi in realtà è che mi piace sempre moltissimo sapere quello che pensate della storia e dei personaggi, quindi ho deciso di creare un piccolo gioco, simile al CONTEST fatto per trovare il "volto" di Luke.
Quindi se c'è un personaggio che vi ricorda qualcuno, o che vi piace o su cui volete darmi consigli, tra quelli che non hanno ancora un volto e quelli che appariranno in seguito, scrivete un commento! Saranno sempre ben accetti.

Ma siamo già in ritardo, quindi cominciamo!

P.S. Non temete, quello che tutti state aspettando arriverà...







Il pomeriggio era stato estenuante.

A Daisy facevano male le guance per la posa del sorriso forzato che era stata costretta a tenere tutta la mattina, e i piedi per aver dovuto giocare a croquet con vestito e tacchi alti.

Quindi appena era stato possibile era scappata in camera con la scusa di prepararsi e ora se ne stava sdraiata a stella marina sul gigantesco letto matrimoniale avvolta nell'asciugamano.

"Stanca?" Era talmente deconcentrata che non aveva nemmeno sentito Luke aprire la porta della stanza.

"Da morire." mugugnò spostandosi sulla sua meta del letto.

"A chi lo dici!" sospirò lui abbandonandosi di fianco a lei senza battere ciglio, come se lo avessero già fatto mille volte.

"Dobbiamo proprio andare al ricevimento sta sera?"

"Siamo venuti qua per questo, daranno l'annuncio ufficiale." disse lui girandosi su un fianco per guardarla.

"Non capisco che bisogno ci sia di dare l'annuncio, tanto sappiamo tutti esattamente per quale motivo siamo qui! Che voglia hanno di obbligarci tutti a metterci in ghingheri e fare a gara a chi è più elegante?" gli domandò Daisy girandosi a guardarlo a sua volta.

Quello che non aveva considerato era quanto quel gesto avrebbe portato il suo viso vicino a quello dell'uomo.

In un attimo tutte le domande che gli aveva posto avevano perso importanza, annegate negli occhi grigi di lui.

"Nessuna delle donne presenti riuscirebbe comunque ad essere elegante quanto te." sussurrò spostandole una ciocca di capelli dalla guancia senza mai interrompere il contatto visivo.

Il mondo sembrò trattenere il respiro mentre Daisy indagava lo sguardo di lui alla ricerca di qualcosa che non sapeva nemmeno lei che cosa fosse.

Forse di quella stessa sensazione che stava provando anche lei dopo averla a lungo evitata, quella sensazione di essere incatenati, prigionieri degli occhi di un'altra persona, attratti come da una calamita.

Con un lentezza esasperante lo sguardo di Luke si spostò inesorabilmente dai suoi occhi alle sue labbra e poi di nuovo a incontrare il suo.

Daisy non si accorse di stare trattenendo il respiro, ne di starsi mordendo lievemente l'angolo del labbro inferiore, sentiva solo la mano dell'uomo spostarsi dai suo capelli alla sua guancia, sprigionando calore.

Non lo stesso fuoco che aveva sentito la sera precedente quando le aveva slacciato l'abito, questi non erano fuochi d'artificio, era il calore di una tazza di te, di una morbida coperta di pile in una sera invernale, era il calore dei muri rossi del suo bar preferito.

Non riusciva a fare a meno di guardarlo, di perdersi, di avvicinarsi.

E quando il pollice di lui le sfiorò delicatamente le labbra a Daisy sembrò di stare per piangere, per frantumarsi in mille pezzi a causa della delicatezza che lui le stava riservando.

Un fermo bussare sulla porta li fece sobbalzare.

"Miss St.Claire, Mr. Northman? La signorina Hashford vi attende per la cena tra un'ora esatta."

Luke si alzò affaticato dal letto porgendole una mano.

"Se dobbiamo essere giù tra un'ora sei già in ritardo Daisy." le disse mentre lei lo guardava dubbiosa "Se non cominci a prepararti come pensi di poter prendere parte al concorso di bellezza che ci aspetta di sotto."

Le sorrise furbo e la paralisi in cui lei sentiva di essere caduta la lasciò andare, permettendole di afferrare la mano che le stava tendendo e di alzarsi.

"Hai bisogno del bagno?" le chiese.

"No, ho già fatto, posso truccarmi e pettinarmi di qui." affermò lei brevemente scossa.

Lui si limitò ad annuire afferrando la sacca che conteneva il suo tuxedo e chiudendosi la porta alle spalle, lasciandola sola e scossa per quello che era stato sul punto di succedere.

Accordo d'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora